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I viaggi dei lettori
Da Mestre a Siena...e ritorno
di Alessandro Ruzza, foto di Michele Capparella
il 14/03/2008 in I viaggi dei lettori
Un viaggio all'insegna del tre. Tre giorni, tre moto, tre amici: una vacanza indimenticabile che attraversa il meglio del Centro Italia. Dovevano andare in Austria ma il tempo era brutto e così... ecco il racconto dei nostri lettori
Sapevamo già che saremmo stati in 3, come sempre del resto e d'altra parte non a caso è il umero perfetto per una combinazione ideale: 3 giorni, 3 moto, 3 amici. Diversi mesi prima della partenza avevamo pianificato l'itinerario: partenza da Mestre, Belluno e poi le splendide alpi Italiane arrivando fino in Austria per poi rientrare attraversando lo Stelvio e infine a casa. Purtroppo però non avevamo tenuto in considerazione il tempo; le previsioni davano pioggia per tutta la settimana su tutto l'arco alpino, quindi cambio di programma, direzione centro Italia ma le tappe le avremmo definite man mano durante il cammino.
Un primo problema era stato risolto ora però ce n'era un altro, forse peggiore, manca una moto … la mia. Infatti possedevo una bellissima R6 del 2001 che nel mese di Marzo ero riuscito a vendere e successivamente avevo acquistato una nuova Kawasaki Z750; il problema è che dopo più di tre mesi d'attesa la moto doveva ancora arrivare. Per fortuna, grazie a Michele e a suo zio Gigi, che ci ha generosamente (incoscientemente?) prestato la sua moto, siamo riusciti a partire ugualmente. Alla fine la compagnia era composta da: Alessandro (cioè io) su Kawasaki ZX-636 R, Michele su BMW R 1150 R, Matteo su Aprilia RSV 1000 R.
Martedì 26 giugno 2007, ore 5:40. Ritrovo nei pressi della tangenziale di Mestre, ma per evitare il traffico ci troviamo all'alba e imbocchiamo subito l'autostrada, direzione Bologna. Speriamo di evitare il traffico sullo snodo della città Emiliana, ma a causa di lavori in corso e di una conoscenza precaria del luogo decidiamo erroneamente di uscire a S. Lazzaro e seguire la strada statale in direzione Forlì. Dopo un'interminabile sequenza di semafori arriviamo finalmente allo svincolo con indicazioni per Firenze e ci prepariamo da affrontare il famoso passo del Muraglione. Inerpicandoci verso l' Appennino Tosco-Emiliano io e Michele iniziamo a prendere confidenza con le "nuove moto" mentre il nostro amico Matteo ci fa strada. Sebbene la Kawa 636 sia diversa dalla mia vecchia R6 mi trovo piuttosto bene, la posizione di guida risulta essere meno estrema e quindi patisco meno i chilometri, la maneggevolezza e buona ma non quanto la yamaha, il motore però è il pezzo forte grazie anche alle modifiche apportate ai condotti d'aspirazione. Non conoscendo le strade e ancor meno il comportamento del mezzo resto per ultimo ed entro nelle curve con un po' di circospezione, soprattutto per evitare situazioni sgradevoli. Tutto l'opposto invece per Michele che con la sua BMW trova subito il feeling giusto e senza alcuna sorta di timore entra nelle curve come una freccia nonostante il peso elevato della moto, anche a causa delle borse rigide completamente piene ai lati, e dopo pochi chilometri arriva già al "limite" della gomma posteriore e anche a quello dei suoi stivali, che è riuscito sapientemente a levigare.
Matteo , che è un fermo sostenitore del:" se sei incerto TIENI APERTO", è sempre davanti con la sua RSV, non conosce la strada ma conosce molto bene la moto, è lui il nostro apri pista ufficiale e recitando il suo solito mantra :" SE VA, VA !", imposta il nostro solito ritmo che è un madia fra buon senso e una buona dose di adrenalina e infatti non manca l'emozione di fare qualche bel "dritto" in qualche curva cieche a chiudere!
Arriviamo sani e salvi al famoso bar in cima al passo dove facciamo la seconda sosta della giornata verso le ore 11:00. Il gelido e forte vento che ci ha accompagnato per tutta la salita ci rinfresca e ci fa dimenticare l'ora di "passione" trascorsa sulla terribile statale bolognese.
Ripartiamo e ci avviciniamo a Firenze ma anziché fermarci proseguiamo per Arezzo dove ci fermiamo a pranzare. La stanchezza si fa sentire e quindi decidiamo di pernottare nei pressi del lago Trasimeno. Ci fermiamo a Castiglione del Lago una piccola città medioevale arroccata in un piccolo colle dal quale si riesce a scorgere quasi tutta la superficie del lago e troviamo subito posto in un monolocale con angolo cottura a 25 € a testa. Scendiamo dalle moto verso le 15:30 con il fondo schiena intorpidito; come primo giorno abbiamo percorso circa 500 Km, non male per iniziare! Alla sera dopo una cena per nulla economica ci lanciamo subito a letto.
Martedì 26 giugno 2007, ore 5:40. Ritrovo nei pressi della tangenziale di Mestre, ma per evitare il traffico ci troviamo all'alba e imbocchiamo subito l'autostrada, direzione Bologna. Speriamo di evitare il traffico sullo snodo della città Emiliana, ma a causa di lavori in corso e di una conoscenza precaria del luogo decidiamo erroneamente di uscire a S. Lazzaro e seguire la strada statale in direzione Forlì. Dopo un'interminabile sequenza di semafori arriviamo finalmente allo svincolo con indicazioni per Firenze e ci prepariamo da affrontare il famoso passo del Muraglione. Inerpicandoci verso l' Appennino Tosco-Emiliano io e Michele iniziamo a prendere confidenza con le "nuove moto" mentre il nostro amico Matteo ci fa strada. Sebbene la Kawa 636 sia diversa dalla mia vecchia R6 mi trovo piuttosto bene, la posizione di guida risulta essere meno estrema e quindi patisco meno i chilometri, la maneggevolezza e buona ma non quanto la yamaha, il motore però è il pezzo forte grazie anche alle modifiche apportate ai condotti d'aspirazione. Non conoscendo le strade e ancor meno il comportamento del mezzo resto per ultimo ed entro nelle curve con un po' di circospezione, soprattutto per evitare situazioni sgradevoli. Tutto l'opposto invece per Michele che con la sua BMW trova subito il feeling giusto e senza alcuna sorta di timore entra nelle curve come una freccia nonostante il peso elevato della moto, anche a causa delle borse rigide completamente piene ai lati, e dopo pochi chilometri arriva già al "limite" della gomma posteriore e anche a quello dei suoi stivali, che è riuscito sapientemente a levigare.
Matteo , che è un fermo sostenitore del:" se sei incerto TIENI APERTO", è sempre davanti con la sua RSV, non conosce la strada ma conosce molto bene la moto, è lui il nostro apri pista ufficiale e recitando il suo solito mantra :" SE VA, VA !", imposta il nostro solito ritmo che è un madia fra buon senso e una buona dose di adrenalina e infatti non manca l'emozione di fare qualche bel "dritto" in qualche curva cieche a chiudere!
Arriviamo sani e salvi al famoso bar in cima al passo dove facciamo la seconda sosta della giornata verso le ore 11:00. Il gelido e forte vento che ci ha accompagnato per tutta la salita ci rinfresca e ci fa dimenticare l'ora di "passione" trascorsa sulla terribile statale bolognese.
Ripartiamo e ci avviciniamo a Firenze ma anziché fermarci proseguiamo per Arezzo dove ci fermiamo a pranzare. La stanchezza si fa sentire e quindi decidiamo di pernottare nei pressi del lago Trasimeno. Ci fermiamo a Castiglione del Lago una piccola città medioevale arroccata in un piccolo colle dal quale si riesce a scorgere quasi tutta la superficie del lago e troviamo subito posto in un monolocale con angolo cottura a 25 € a testa. Scendiamo dalle moto verso le 15:30 con il fondo schiena intorpidito; come primo giorno abbiamo percorso circa 500 Km, non male per iniziare! Alla sera dopo una cena per nulla economica ci lanciamo subito a letto.
Ci svegliamo in splendida forma, facciamo un'abbondante colazione e poi subito in marcia direzione: Assisi.
Torniamo indietro verso Cortona prendiamo la super strada verso Magione e passiamo vicino Perugia fino ad arrivare ad Assisi dove approfittiamo per fare un breve giro a piedi a visitare la basilica di S. Francesco e i dintorni della città. Ripartiamo alla volta di Gubbio seguendo strade provinciali e statali dove incontriamo percorsi tutto sommato abbastanza divertenti. Pranziamo a Gubbio ma non ci fermiamo molto perché, dopo un breve briefing, decidiamo di fermarci a Siena. Quindi passiamo Umbertide, Tuoro e di nuovo sulla interminabile super strada che ci porta ai piedi di Siena verso le 18:00.
Trovare un' alloggio ci è sembrato subito un' impresa, chiediamo in giro ma sembra essere tutto pieno o troppo costoso. Alla fine, dopo circa un'ora, troviamo posto in una casa-albergo a due passi dal centro storico di Siena, dove spendiamo a testa per una notte la modica cifra di 30 €.
Dopo una bella doccia rigenerante, andiamo alla ricerca di un ristorante. Proprio quella sera nel centro città in piazza del campo c'era un gran fermento per i preparativi del Palio dell' Assunta. Ai bordi della piazza erano già state disposte e fissate le strutture che sarebbero poi diventate le tribune del Palio e per terra avevano già cosparso il fondo della piazza con il tufo. Infatti la mattina seguente, verso le 5 del mattino, sarebbero iniziate le prove per il Palio in programma il 2 Luglio. Dopo un breve tour ci dirigiamo verso casa per riposarci, anche perché il giorno seguente avremmo dovuto fare una buone dose di chilometri.
Giovedì 28 Giugno 2007, ore 8:00
Siamo arrivati alla metà del nostro viaggio, ma non c'è tempo per pensare perché dobbiamo concentrarci sulla strada, la sera precedente mentre cenavamo avevamo scelto S. Marino come penultima tappa. Il vero problema era che non volevamo percorrere strade principali o tratti autostradali, ma trovare dei bei percorsi pieni di curve e tornanti e possibilmente poco trafficati. Per riuscire a trovare questo e quello decidiamo di arrivare a S. Marino tagliando trasversalmente il centro dell' Italia in modo da passare attraverso l' Appennino.
Cartina geografica alla mano seguiamo le indicazioni per Montevarchi passando per Gaiole in chianti, superiamo Terranuova Bracciolini, e iniziamo a divertirci sul serio, strade non molto veloci con susseguirsi di curve poco impegnative, forse qualche camion di troppo ma con pochissime macchine e soprattutto il manto stradale discreto. Troviamo paesi semi deserti e distanziati l'uno dall'altro da diversi chilometri, teniamo d'occhio l'indicatore della benzina perché fermarsi lì voleva dire restarci! Passiamo per Loro Ciuffenna, Talla, Rassina, Bibbiena e ci dirigiamo a Pieve S. Stefano.
Senza saperlo abbiamo iniziato a percorrere il Passo di Viamaggio e notiamo un sacco di moto che ci sfrecciano ai lati e dalla parte opposta della corsia. Capiamo di essere finiti nel posto giusto! Percorriamo un parte del passo dove il tragitto risulta essere divertente e mai particolarmente impegnativo, ma quello che ci ha letteralmente entusiasmato è stata l'ultima parte dove scendendo abbiamo trovato una strada degna di una pista: asfalto impeccabile, una carreggiata estremamente larga e tornanti con angoli di curvatura decisamente ampi, insomma: mancavano solo i cordoli. Scendiamo senza esagerare anche perché non ci dimentichiamo di essere in discesa e ci lasciamo trasportare; l' ampia carreggiata ci permette di impostare qualsiasi tipo di traiettoria e l'assenza di buche ne facilità il compito, arrivando dall'alto abbiamo una visuale perfetta sulla strada e sulle vetture che sopraggiungono.
Scesi dalla giostra avremmo voglia di tornare indietro per farla in salita, però il tempo scarseggia e la fame si fa sentire, mestamente cerchiamo un posto deve mettere qualcosa sotto i denti.
Prima di arrivare a Badia Tedalda ci fermiamo per mangiare in un piccolo ristorante sul ciglio della strada dove ci "accontentiamo" di un panino farcito con affettati e formaggi tipici. Facciamo il bis e ci sollazziamo al sole.
Inforchiamo nuovamente le moto e molto tranquillamente avanziamo verso Novafeltria e di li a poco incominciamo a intravedere anche S. Marino che ci sta aspettando per ospitarci nell'ultima notte del nostro viaggio. Salendo per raggiungere le mura della città lasciamo le nostre residue energie lungo la divertente strada principale camuffata da tangenziale, giusto per concludere degnamente la giornata. Pernottiamo in un modesto albergo fuori dalle mura del centro, ci rinfreschiamo e compiamo un breve giro turistico nel cuore della repubblica di S.Marino, fra gli innumerevoli negozi di armeria, souvenir e ristoranti. Rientriamo alla base dove ceniamo con un piatto di pasta e ci prepariamo alla notte con qualche assaggio di grappe della casa offerte molto gentilmente dal cameriere dell'albergo.
Torniamo indietro verso Cortona prendiamo la super strada verso Magione e passiamo vicino Perugia fino ad arrivare ad Assisi dove approfittiamo per fare un breve giro a piedi a visitare la basilica di S. Francesco e i dintorni della città. Ripartiamo alla volta di Gubbio seguendo strade provinciali e statali dove incontriamo percorsi tutto sommato abbastanza divertenti. Pranziamo a Gubbio ma non ci fermiamo molto perché, dopo un breve briefing, decidiamo di fermarci a Siena. Quindi passiamo Umbertide, Tuoro e di nuovo sulla interminabile super strada che ci porta ai piedi di Siena verso le 18:00.
Trovare un' alloggio ci è sembrato subito un' impresa, chiediamo in giro ma sembra essere tutto pieno o troppo costoso. Alla fine, dopo circa un'ora, troviamo posto in una casa-albergo a due passi dal centro storico di Siena, dove spendiamo a testa per una notte la modica cifra di 30 €.
Dopo una bella doccia rigenerante, andiamo alla ricerca di un ristorante. Proprio quella sera nel centro città in piazza del campo c'era un gran fermento per i preparativi del Palio dell' Assunta. Ai bordi della piazza erano già state disposte e fissate le strutture che sarebbero poi diventate le tribune del Palio e per terra avevano già cosparso il fondo della piazza con il tufo. Infatti la mattina seguente, verso le 5 del mattino, sarebbero iniziate le prove per il Palio in programma il 2 Luglio. Dopo un breve tour ci dirigiamo verso casa per riposarci, anche perché il giorno seguente avremmo dovuto fare una buone dose di chilometri.
Giovedì 28 Giugno 2007, ore 8:00
Siamo arrivati alla metà del nostro viaggio, ma non c'è tempo per pensare perché dobbiamo concentrarci sulla strada, la sera precedente mentre cenavamo avevamo scelto S. Marino come penultima tappa. Il vero problema era che non volevamo percorrere strade principali o tratti autostradali, ma trovare dei bei percorsi pieni di curve e tornanti e possibilmente poco trafficati. Per riuscire a trovare questo e quello decidiamo di arrivare a S. Marino tagliando trasversalmente il centro dell' Italia in modo da passare attraverso l' Appennino.
Cartina geografica alla mano seguiamo le indicazioni per Montevarchi passando per Gaiole in chianti, superiamo Terranuova Bracciolini, e iniziamo a divertirci sul serio, strade non molto veloci con susseguirsi di curve poco impegnative, forse qualche camion di troppo ma con pochissime macchine e soprattutto il manto stradale discreto. Troviamo paesi semi deserti e distanziati l'uno dall'altro da diversi chilometri, teniamo d'occhio l'indicatore della benzina perché fermarsi lì voleva dire restarci! Passiamo per Loro Ciuffenna, Talla, Rassina, Bibbiena e ci dirigiamo a Pieve S. Stefano.
Senza saperlo abbiamo iniziato a percorrere il Passo di Viamaggio e notiamo un sacco di moto che ci sfrecciano ai lati e dalla parte opposta della corsia. Capiamo di essere finiti nel posto giusto! Percorriamo un parte del passo dove il tragitto risulta essere divertente e mai particolarmente impegnativo, ma quello che ci ha letteralmente entusiasmato è stata l'ultima parte dove scendendo abbiamo trovato una strada degna di una pista: asfalto impeccabile, una carreggiata estremamente larga e tornanti con angoli di curvatura decisamente ampi, insomma: mancavano solo i cordoli. Scendiamo senza esagerare anche perché non ci dimentichiamo di essere in discesa e ci lasciamo trasportare; l' ampia carreggiata ci permette di impostare qualsiasi tipo di traiettoria e l'assenza di buche ne facilità il compito, arrivando dall'alto abbiamo una visuale perfetta sulla strada e sulle vetture che sopraggiungono.
Scesi dalla giostra avremmo voglia di tornare indietro per farla in salita, però il tempo scarseggia e la fame si fa sentire, mestamente cerchiamo un posto deve mettere qualcosa sotto i denti.
Prima di arrivare a Badia Tedalda ci fermiamo per mangiare in un piccolo ristorante sul ciglio della strada dove ci "accontentiamo" di un panino farcito con affettati e formaggi tipici. Facciamo il bis e ci sollazziamo al sole.
Inforchiamo nuovamente le moto e molto tranquillamente avanziamo verso Novafeltria e di li a poco incominciamo a intravedere anche S. Marino che ci sta aspettando per ospitarci nell'ultima notte del nostro viaggio. Salendo per raggiungere le mura della città lasciamo le nostre residue energie lungo la divertente strada principale camuffata da tangenziale, giusto per concludere degnamente la giornata. Pernottiamo in un modesto albergo fuori dalle mura del centro, ci rinfreschiamo e compiamo un breve giro turistico nel cuore della repubblica di S.Marino, fra gli innumerevoli negozi di armeria, souvenir e ristoranti. Rientriamo alla base dove ceniamo con un piatto di pasta e ci prepariamo alla notte con qualche assaggio di grappe della casa offerte molto gentilmente dal cameriere dell'albergo.
Il nostro viaggio volge al termine ma occorre ancora un piccolo sforzo, forse quello più noioso e snervante. Per non perdere tempo imbocchiamo l'autostrada Rimini – Bologna per poi proseguire verso Venezia. L'autostrada si presenta come sempre: interminabile; per il caldo, e complice il nostro abbigliamento non propriamente estivo (la sicurezza prima di tutto), arriviamo a casa madidi di sudore come se fossimo appena usciti da un bagno turco ma comunque col sorriso sulle labbra, felici di aver trascorso questi splendidi giorni fra amici, paesaggi indimenticabili e la nostra più grande passione.
Epilogo
Quando ci si diverte il tempo passa velocemente e diventa tutto relativo, le ore diventano minuti e i giorni diventano ore e alla fine ci si trova al bar a parlare di tutte le cose che sono state fatte in soli tre giorni e di quante ne avremmo potute ancora fare. Senza accorgersene si inizia già a programmare il giro del prossimo anno, a guardare cartine e segnare itinerari con la stessa brama di percorrere chilometri che rimane intatta anche dopo averne percorsi quasi duemila.
Il problema è che a volte, per lo stesso principio della relatività, le ore diventano giorni, settimane o addirittura mesi, soprattutto quando si aspetta una moto che non accenna ad arrivare. Fino a quando dopo più di quattro mesi d' attesa, ricevo la tanto agogniate telefonata: la moto è arrivata. "Che bello", purtroppo però sono appena partito per la Sardegna, il fato non mi concede nulla e me la vuole far sudare ancora un po'.
Trascorsi altri quindici giorni con il pensiero sempre sulla mia bella Z, appena rientrato a casa e sfinito da più di 24 ore di viaggio tra nave e macchina, non posso non concedermi di provare a percorrere un manciata di chilometri sulla mia nuova moto fiammante. Dire una "manciata" non è un eufemismo infatti, dopo solo 3 chilometri, un autobus mi taglia la strada e finisco rovinosamente a terra!
Probabilmente il 3 non è sempre il numero perfetto, ma forse anche questo è relativo.
Epilogo
Quando ci si diverte il tempo passa velocemente e diventa tutto relativo, le ore diventano minuti e i giorni diventano ore e alla fine ci si trova al bar a parlare di tutte le cose che sono state fatte in soli tre giorni e di quante ne avremmo potute ancora fare. Senza accorgersene si inizia già a programmare il giro del prossimo anno, a guardare cartine e segnare itinerari con la stessa brama di percorrere chilometri che rimane intatta anche dopo averne percorsi quasi duemila.
Il problema è che a volte, per lo stesso principio della relatività, le ore diventano giorni, settimane o addirittura mesi, soprattutto quando si aspetta una moto che non accenna ad arrivare. Fino a quando dopo più di quattro mesi d' attesa, ricevo la tanto agogniate telefonata: la moto è arrivata. "Che bello", purtroppo però sono appena partito per la Sardegna, il fato non mi concede nulla e me la vuole far sudare ancora un po'.
Trascorsi altri quindici giorni con il pensiero sempre sulla mia bella Z, appena rientrato a casa e sfinito da più di 24 ore di viaggio tra nave e macchina, non posso non concedermi di provare a percorrere un manciata di chilometri sulla mia nuova moto fiammante. Dire una "manciata" non è un eufemismo infatti, dopo solo 3 chilometri, un autobus mi taglia la strada e finisco rovinosamente a terra!
Probabilmente il 3 non è sempre il numero perfetto, ma forse anche questo è relativo.
Da Mestre a Siena...e ritorno
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