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I viaggi dei lettori

Diario di viaggio: la Scozia

il 01/03/2004 in I viaggi dei lettori

L'avventura di Stefano e Michele, Braveheart nostrani a cavallo delle loro moto, nella terra dei castelli e delle cornamuse. Nella gallery le splendide foto del viaggio.

Diario di viaggio: la Scozia
St Mary's loch

Sono le 6 del mattino del 14 agosto 2002. Michele è appena arrivato con la sua VFR800, io esco dal garage con la mia TDM850, ... controlliamo le ultime cose, ... siamo pronti, ...si parte!


Inizia così, alle prime luci dell’alba di una mattina d’agosto, il nostro viaggio in moto che ci porterà in Scozia la leggendaria terra della Libertà.


Le moto sono equipaggiate con il wing-rack Gi.Vi. completo delle 3 borse rigide più la borsa da serbatoio, comodissima per avere a portata di mano la macchina fotografica, la cartina geografica, l’itinerario già studiato da tempo e tante altre piccole cose utili. Con noi anche l’immancabile tenda e quanto occorre per essere autonomi in campeggio e fuori (sacchi a pelo, fornello, tegami, torce...nonché una piccola scorta di cibo). Tenete presente che in Scozia l’ospitalità è all’ordine del giorno e campeggiare anche al di fuori delle apposite aree è quasi ovunque consentito.
Ma iniziamo a raccontare il viaggio: siamo partiti da Pesaro prefiggendoci di fare più km possibili considerando che il pomeriggio seguente avremmo dovuto essere in Belgio per cercare posto sul traghetto che da Zeebrugge arriva a Kingston Upon Hull. (Copmmento:  Mi sa che erano le 5… potremmo citare anche gli occhi languidi della tua morosa quando ci ha salutati… ovviamente scherzo!) L’itinerario è quasi tutto autostradale ad eccezione del Passo San Gottardo che abbiamo valicato, così dopo Bologna, Milano, Como, Lugano e Basilea, siamo giunti a Strasburgo attraverso l’autostrada tedesca che corre parallela a quella francese (ma è gratuita!), dove abbiamo passato la prima notte della vacanza.
Al mattino ripartiamo facendo i dovuti calcoli per arrivare con i serbatoi vuoti in Lussemburgo (la benzina costa 0,83 € al litro) quindi via Bruxelles arriviamo al porto di Zeebrugge, dove – pur senza prenotazione – troviamo posto sul traghetto P & O Ferries che parte alle 19:00 per arrivare a Kingston Upon Hull alle 8:00 del mattino seguente. La scelta di NON prenotare dall’Italia si è rivelata azzeccata: per una cabina di pari classe ci avevano chiesto almeno il doppio dei 180 euro cad. che abbiamo speso. Ci sistemiamo nel Deck 5 in una cabina con tanto di bagno e doccia (non si può fare posto ponte) e passiamo la notte in due cuccette molto confortevoli. Chi di voi ha preso i ns. traghetti (tipo Sardinia Ferries per intenderci) se li scordi! Questo è come una piccola crociera con tanto di bar, ristorati, piccoli shop e addirittura un angolo Casino con qualche tavolo da gioco.
Con noi si sono imbarcati dei simpaticissimi signori (… e signore) inglesi che nonostante l’età a dir poco avanzata, con le loro Panthers (storico marchio inglese cessato dal 1967), hanno trascorso una vacanza motociclistica in Francia.


Il terzo giorno di viaggio ci vede finalmente mettere piede in terra inglese e prendere confidenza con la famigerata guida a sinistra; in merito a quest’ultima la cosa più pericolosa sono le ripartenze: l’abitudine ti porta ad andare verso destra, ma… quando vedi un’auto in “apparente” contromano, capisci subito di aver sbagliato qualcosa!
Partiamo rapidamente da Hull dirigendoci verso York, Newcastle e quindi verso il passo di Carter Bar. Qui due monoliti con le scritte Scotland da una parte e England dall’altra segnalano il confine tra i due paesi e ci danno una sorta di benvenuto in Scozia accompagnati dal suono di una “locale” cornamusa. Il tempo è buono c'è sole e guidiamo tranquillamente con i jeans.
Facciamo una prima tappa “culturale” a Jedburg dove ci fermiamo ad ammirare l’abbazia, quindi Selkirk, il St Mary's Loch (ottimo posto per bivaccare) ed infine Melrose con la sua splendida abbazia tardo gotica (da non perdere). Passiamo la nostra prima notte “anglosassone” nella campagna scozzese adiacente il Castello di Kelso, dove piantiamo la tenda e per cena cuciniamo una zuppa di fagioli messicani prelevata dalla nostra “cambusa”.


Il giorno seguente andiamo a Edimburgo dove vi rimaniamo per due giorni facendo i “normali” turisti. ... Un giorno senza moto dopo 2.000 km “tirati” ci voleva proprio e ne approfittiamo per visitare la città ed il suo bellissimo castello. Questo è praticamente il giorno più brutto - meteorologicamente parlando - della nostra vacanza; ha iniziato a piovere dal mattino e piuttosto insistentemente fino al tardo pomeriggio.



Lunedì 19 ripartiamo da Edimburgo per dirigerci a ovest verso Oban. Nei pressi di Stirling incontriamo due motociclisti di Lodi che ci danno un'ottima dritta sul traghetto per il ritorno (Superfast Ferries), quindi ripartiamo e attraversiamo la splendida foresta “The Trossachs”, visitiamo l'incantevole priorato in Inchmahome le cui rovine si trovano su di una isoletta al centro del Lake of Menteith, (unico lago scozzese a chiamarsi Lake e non Loch) e pernottiamo a Dalmally in un B & B che in passato doveva essere una scuola elementare, presso una gentilissima signora che per noi ne fu la maestra.
A dir la verità abbiamo cercato anche le Falls of Dochart, trovandole dopo un po' di tempo, in quanto erano davanti a noi ma non riuscivamo a vederle. Già, non ci siamo rimbambiti per i km, ma questi scozzesi chiamano cascate anche i dislivelli di 20 cm!
Ceniamo al pub dove tra una birra e l’altra gustiamo anche l’haggis, uno dei piatti tipici scozzesi. Al mattino facciamo la nostra prima scottish breakfast e partiamo con destinazione Kilchurn Castle. Il castello si trova su una piccola penisola del Loch Awe e lo si può raggiungere percorrendo una stradina di terra battuta che porta dritto fino all’entrata. Nonostante sia in rovina è molto suggestivo e salendo su una delle torri ci si rende conto di come la sua posizione fosse strategica per dominare l’intera area intorno al lago. A parer nostro vale sicuramente una visita (tra l’altro non è a pagamento), ma per chi non ne avesse voglia è possibile osservarlo anche da un “point of view” lungo la strada che costeggia il lago.


Da qui ci spostiamo ancora ad ovest verso la regione dell'Argyll. Siamo ancora nella Scozia centrale, viaggiamo in una campagna verdissima situata a pochi passi dal mare e “puntellata” spesso da piccole macchie bianche, le immancabili pecore... Un sole incredibilmente caldo ci accompagna per tutto il pomeriggio e tra antiche tombe di pietra, resti di monoliti e splendidi panorami giungiamo a Oban, non prima di aver attraversato il Clachan Bridge, definito “ l’unico ponte sull’atlantico ”, che unisce la terra ferma ad Ellanbeich, piccolo centro sull’isola di Seil spopolata dopo la fine dell’attività estrattiva dell’ardesia.
Da qui allunghiamo fino a Fort Williams, città situata alle pendici del Ben Nevis che con i suoi 1343 m è la vetta più alta dell’intera Gran Bretagna. Pernottiamo ancora in B & B e per cena mentre io mi gusto il primo Fish and Chips della vacanza in un take-away nelle vie del centro, Mike, confidando nella specialità della casa, si ritrova nelle mani un panino tipo McDonald! Al mattino ripartiamo da Fort Williams per quella che sarà la tappa più lunga in terra di Scozia: Lochness, Urquhart Castle, Inverness e la Black Isle, una penisola a nord di Inverness dove si trova il graziosissimo paese di Cromarty con il suo porticciolo affacciato sul mare. Dopo un breve ristoro ripartiamo costeggiando fino a Helmsdale dove tagliamo verso nord prendendo una single-track road che ci porterà fino a Thurso.


A Thurso ci sistemiamo in ostello, quindi ceniamo a base di Scampi & Chips e dopo una buona birra “scozzese” al pub, andiamo a nanna. Siamo entrati nelle Highlands vere e proprie, l’estremo nord della Scozia dove la densità di abitanti per kmq cala vertiginosamente lasciando spazio a scenari immensi interrotti di tanto in tanto da qualche casa e dalle sigle-track road che li attraversano; qui il turismo organizzato non è presente, concentrandosi nella Scozia centrale, ma è questa la parte di Scozia più vera, più selvaggia, più ....scozzese; ed è infatti questa che rimarrà nei nostri ricordi più belli.
I vari racconti sui viaggi in Scozia letti prima di partire, quasi tutti relativi a viaggi in moto, mi avevano lasciato questo messaggio: "qui si trova la vera essenza della Scozia". Oggi possiamo confermarvi che è veramente così. Lassù gli orizzonti si perdono a vista d'occhio, le giornate sembrano non finire mai, il buio completo - con tempo sereno - arriva dopo le 10 p.m. ora inglese, (quindi le nostre 23), ci sono tonalità di colore stupende, dai verdi di erbe e piante al viola dell’erica, ci sono persone orgogliose della loro terra ma semplici, gentili e pronte ad ospitarti, ci sono pecore che girano ovunque liberamente come se non esistessero confini e ci sono loro, le Single Track Road, strade ad una sola corsia che ti permettono di attraversare questi paesaggi facendoti sentire come un pioniere di altri tempi.


Al mattino partiamo per una breve visita alle alte scogliere di Dunnet Head, il punto più a nord dell’intera Gran Bretagna, poi torniamo a Thurso e ci imbarchiamo per le Orkney Island.


Queste isole hanno la più alta concentrazione di siti archeologici del Vecchio Continente, alcuni dei quali scoperti anche casualmente non molto tempo fa come Scara Brae, un villaggio neolitico venuto alla luce in seguito ad una violenta tempesta. La traghettata dura circa 2 ore ed il mare si fa un po' sentire, ma data la latitudine credo sia normale. Il tempo nelle Orcadi non è dei migliori, una timida pioggerellina che va e viene ci accompagna per quasi tutto il giorno. Decidiamo di visitare alcuni siti tra cui la Tomba delle Aquile, rimandando al tardo pomeriggio la visita ai megaliti.
La fortuna ci ha ancora una volta “baciato”, giunti sul posto assistiamo ad uno spettacolo che non avremmo mai potuto immaginare: sul tardi, quando il sole è al tramonto, esce dalla coltre di nubi illuminando con i suoi colori dorati i 27 Menhir di Ring of Brodgar: un anello di megaliti (alcuni dei quali superano i 4 m di altezza) risalenti al III millennio a.c. ... un’atmosfera ancestrale! Restiamo stupefatti all’interno di quest’incredibile anello megalitico che si trova sulle sponde del Lago Harray nella Mainland, scattando foto a ripetizione; purtroppo restano soltanto 27 pietre (21 ancora in piedi, 6 cadute a terra o spezzate) delle 60 che si ritiene formassero la figura circolare, ma vi assicuriamo che solo questo vale una trasferta alle Orcadi.


Una piccola curiosità: sempre nelle Orcadi e precisamente sull’isolotto di Lamb Holm sventola il nostro tricolore dinanzi a una cappella che fu costruita dai prigionieri italiani della Seconda guerra mondiale deportati fin quassù per lavorare alla costruzione delle barriere di Churchill che collegano alcune isole alla Mainland. Qui conosciamo una coppia di australiani ed un neozelandese che condivide con noi la camera in ostello.
Il giorno seguente è decisamente grigio e con lieve pioggia, ma facciamo ugualmente un giro nella parte nord dell’isola prima di tornare a Stromness per l'imbarco. Giunti a terra ci dirigiamo ad ovest lungo il Mare del Nord. Ad attenderci... quasi il nulla, ma allo stesso tempo uno spettacolo naturale. Scogliere a strapiombo sul mare e spiagge rosate si alternano a baie e insenature, fin quando giungiamo a Durness dove ci fermiamo dinanzi ad una bellissima spiaggia. Pernottiamo ancora una volta in ostello e durante la cena chiacchieriamo con due bikers "krukki" scambiandoci le impressioni del viaggio fin qui compiuto.
Al mattino andiamo alle Caves of Smoo, due grotte naturali scavate dal mare situate a pochi passi dal nostro ostello e ripartiamo con l'intento di percorre tutta la costa ovest restando più vicino possibile al mare; a detta di uno dei due “teteschi”, la strada più bella finora percorsa. E noi... confermeremo!
Arriviamo in serata a Skye e troviamo posto in un B & B "Only bikers" (www.route-u55.co.uk ), dove un gentile signore con una passione a dir poco "visibile" per le moto ci accoglie per la modica cifra di 12 sterline (abituati ad un minimo di 15 non potevamo chiedere di meglio!). In casa c'erano riviste e poster di moto ovunque, dalle camere al soggiorno ai bagni.


Giriamo l'intera isola passando per Portree (capoluogo), la cascata di Kilt Rock, le rovine del Duntulum Castle, Drynoch e Kyleakin dove incontriamo una accompagnatrice toscana, Barbara. Facciamo due chiacchiere e riprendiamo il ponte (è a pagamento sia all’andata che al ritorno) per dirigerci a Dornie ad ammirare e fotografare l'Eilan Donan Castle (quello di Highlander) senza la folla di turisti che lo sommergono durante le ore di apertura.
Ceniamo ottimamente a base di salmone e birre in un pub non lontano dal castello e visto che per colpa dell’orario (erano passate le 22:00) non ci accettano in ostello, decidiamo di salire in collina e di accamparci con la tenda ai margini del bosco. L’indomani visitiamo l’interno del castello e ripartiamo in direzione Inverness.
Dimenticavo, in tutte le highlands occorre fare attenzione ai midges. Sono piccoli moscerini che pungono come le nostre zanzare lasciando una piccola macchia rossa e un po’ di prurito che passano in una settimana circa. Mike ve lo confermerebbe a mani giunte... in ben due occasioni ha subito degli attacchi che quasi lo hanno fatto uscir matto!Il lato positivo è che sono talmente piccoli e leggeri che è sufficiente muoversi perché non riescano a pungere, quello negativo è che sono talmente tanti che è impossibile sterminarli.

Ripartiti verso Inverness, dopo vari km, facciamo male i conti con la benzina e Mike rimane a piedi lungo la strada che costeggia il Lochness; ci salviamo grazie alle ultime gocce di carburante contenute nel Tdm. Giunti ad Inverness ci fermiamo per una breve visita della città e per il pranzo; a metà pomeriggio ripartiamo percorrendo la Scozia centrale nella zona del Whisky e dei Castelli (Castle Trail e Whisky Trail). Lungo il tragitto ci fermiamo ad Elgin ad ammirare i resti dell’immensa cattedrale gotica fondata agli inizi del ’200 e dinanzi ad alcune distillerie che se non fosse stato per l’orario avremmo anche visitato. Quando giungiamo a Braemar per il pernotto in ostello sono ormai le 23:00 e dopo esserci sistemati in camera andiamo subito a letto.
Dopo la colazione ci dirigiamo ad Aberdeen, dove pranziamo e poi all’imperdibile Dunnotar Castle, senza ombra di dubbio il più suggestivo dell’intera Scozia (vi consigliamo di visitarlo all’ora del tramonto); e poi a sud lungo la costa verso Edimburgo.


La vacanza in Scozia sta finendo, il giorno seguente andiamo al porto di Rosith per l’imbarco (senza prenotazione), ma non troviamo posto sul traghetto, quindi prenotiamo per il giorno successivo e facciamo un ultimo giorno da turisti a Edimburgo, durante il quale incontriamo nuovamente la coppia australiana (incredibile!), incontriamo per la terza volta Barbara, la guida turistica toscana, e passiamo la serata con il suo gruppo ed infine facciamo la piacevole conoscenza con Lisbeth una simpaticissima biker danese che da sola, con una Honda CB400 del 1983, ha girato tutta la Scozia proprio come noi. Aggiungo che in ostello siamo in camera con due svedesi... ma ahi me… ci rendiamo conto che Victoria Silverstadt è tutta un'altra cosa!
L’indomani andiamo a Rosith per prendere il traghetto SuperFast Ferries....ora la vacanza in Scozia è veramente finita! Il resto sono 1400 e più km di autostrada che vanno da Zeebrugge a Pesaro che copriamo come all’andata, in due giorni pernottando a Mulhouse, in Francia, vicino al confine svizzero.

Cosa aggiungere...beh, sono esaltatissimo, ripensandoci non mi pare ancora vero tutto quanto sia successo. La Scozia per me era un sogno nel cassetto, con Mike ci stavamo pensando da almeno un paio d’anni, finché abbiamo deciso che era giunto il momento di andarci. Siamo stati fortunatissimi anche con il tempo che ci ha regalato due settimane incredibilmente serene e con pochissima pioggia. Qualsiasi cosa dovessimo aggiungere non renderebbe l’idea di quanto ci sia piaciuto questo viaggio, aggiungo solo questo aneddoto: un ragazzo di Milano contattato via Internet poiché l’anno prima aveva fatto un viaggio in Scozia con un Tdm proprio identico al mio, oltre alle notizie tecniche, i suggerimenti, l’itinerario percorso ecc. per le quali tutt’ora lo ringrazio, mi disse questo: "le impressioni, poiché estremamente positive, non te le trasmetto per non influenzarti; ti dico solo questo: ci ritornerei? Si! E ancora in moto!".
... Io sottoscrivo!
... Mike pure!



Per ogni informazione potete contattarci: stefano.ruggieri@inwind.it, michele@fabbrizi.it.
Ciao a tutti
Stefano & Michele

Diario di viaggio: la Scozia
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