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I viaggi dei lettori

Siamo andati a Barcellona

il 19/09/2002 in I viaggi dei lettori

Il racconto del  viaggio di  Danilo Morea che con Cristina, in sella alla loro Suzuki SV 650, hanno percorso 2500 km verso la capitale catalana lungo la Costa Azzurra e la Provenza

Siamo andati  a Barcellona
Giorno 2, 1/7/2002

di Danilo Morea


Danilo, l'autore di questa esperienza di viaggio, prima di passare il tunnel del Col di Tenda

Giorno 1, 30/6/2002
Carichiamo la moto con due sacche laterali e la borsa da serbatoio e partiamo. Ma subito appaiono i primi problemi: le sacche sono troppo vicine alle pedane posteriori. Risolto il problema si parte sul serio.
La prima sosta, a base di cappuccino e brioche, la facciamo poco prima di Cuneo.

Da qui la strada comincia a salire con delle belle curve da 100 all’ora e così arriviamo a Limone Piemonte. Un'altra breve sosta prima di passare il tunnel del Col di Tenda. Il tunnel è stretto e buio e al suo termine siamo in Francia. Dopo la foto di rito col cartello di Stato scendiamo verso Tende. Tornanti dopo tornanti, con supermoto che sfrecciano piegando fino alla marmitta, ci fermiamo in un bar e mangiamo la baguette francese. Subito dopo pranzo ripartiamo e “per fortuna” sbagliamo strada e ci ritroviamo su una strada tortuosa e stretta ma soprattutto isolata. Nel primo pomeriggio arriviamo a Nizza direttamente sulla Promenade des Anglais, il lungomare. Ci fermiamo e consultiamo la nostra guida della Lonely Planet alla ricerca di un albergo economico. Il primo hotel, rigorosamente massimo due stelle, è tutto occupato, ma non ci scoraggiamo, del resto è ancora presto per farlo. Troviamo posto all’Hotel Carlone, che dal nome promette ospitalità italiana, invece lui sembra francese (come io sembro milanese), ma la moglie è italiana. Ci danno una piccola stanza, con un piccolo bagno e un piccolo televisore tutto a 60 euro. Lui, un tipo simpatico, si fa pagare in anticipo ma almeno ci fa mettere la moto all’interno di un cancello. Ci cambiamo gli abiti ed usciamo in visita a Nizza. Purtroppo l’ora tarda non permette una visita di musei o altro ma solamente una passeggiata sul lungomare e nella zona pedonale del centro. Cerchiamo un ristorante dove poter mangiare francese ma “purtroppo” Nizza è una città turistica e quindi troviamo solo ristoranti per turisti. Ci adattiamo, del resto siamo turisti anche noi, in un ristorante che ci offre un antipasto di tachos e melone ed una scaloppina di pollo alla crema di non so che; 50 euro? Con la moneta unica finalmente fai presto ad accorgerti che Nizza forse è un po’ cara. Dopo cena rientriamo in albergo, bettola per meglio dire, e lungo la via assistiamo alle performance di artisti di strada veramente particolari.
Cominciamo con una piccola colazione alla francese, non molto diversa dall’italiana, e costeggiando la Costa Azzurra con il mare che è una tavola. Attraversiamo Antibes e, visto che siamo padroni del nostro tempo, percorriamo tutta la costa di Cap d’Antibes. Su questa costa si affacciano, una di fianco all’altra, tante ville da sogno; si può dire che da queste parti l’euro non manca. Costeggiando il mare arriviamo a Cannes lungo la famosa Croisette. Ci fermiamo giusto per fare una foto. L’obiettivo di oggi è Arles. La strada attraversa il massif de l’Esterel e poi il Massif des Maures. Il primo sembrano le Montagne Rocciose in miniatura ma affacciate sul mare azzurro. Proseguiamo ininterrottamente sino ad un campeggio solo per dissetarci e sgranchirci un po’ le gambe ed il sedere. Fin qui la strada di montagna è stupenda; una serie di curve in salita, larga e per niente trafficata, da affrontare in quinta e sesta. Rimontiamo sulla moto e continuiamo il viaggio sulla N7. Vigneti e montagne ci accompagnano fino a Brignoles dove, anche qui, effettuiamo una breve sosta di riposo. Verso l’ora di pranzo non siamo ancora arrivati a Marsiglia e quindi decidiamo di fare una piccola spesa in un supermercato di Aubagne. Alle 14:00 arriviamo a Marsiglia e, vicino la spiaggia, sotto un albero di gelsi, addentiamo il panino comprato al supermercato. A Marsiglia la prima visita la dedichiamo al vecchio porto. Arrivati lì, la prima cosa che ci colpisce è la miriade di alberi di barche a vela svettanti: sono talmente tanti che quasi non si riesce a vedere oltre. C’è un viavai incredibile di gente e di automobili; più che una città sembra una casbah. Altra meta della nostra visita è la Basilica di Notre-Dame de la Garde, una enorme basilica romanico-bizantina ad 1 km a sud del porto vecchio. La chiesa si eleva sul punto più elevato della città, una collina alta 162 m sul livello del mare, da dove si può ammirare una vista mozzafiato di Marsiglia in tutta la sua estensione. Alla sommità del campanile della Basilica c’è una statua della vergine Maria tutta d’oro ed alta 10 m. Nel primo pomeriggio riprendiamo il cammino; abbiamo faticato un po’ a prendere la direzione giusta, ma soprattutto per uscire da Marsiglia, che è piena di cantieri e di deviazioni mal segnalate, ma alla fine prendiamo la N568 in direzione di Arles. Purtroppo la strada è una autostrada non a pagamento tutta dritta e quindi non possiamo godere a pieno del viaggio ma soprattutto ci stanchiamo subito dopo pochi chilometri. Facciamo una breve sosta in autogrill e arriviamo ad Arles verso le 17:30. Dopo il precedente brutto consiglio in fatto di alberghi della guida della Lonely Planet, decidiamo di andare a naso e lasciandoci guidare dai cartelli turistici lungo la via. Il primo albergo è tutto pieno, ma bellissimo, e questo ci fa ben sperare. Nel secondo, l’Hotel des Anphiteatre, troviamo posto. E’ un bellissimo alberghetto, due stelle, completamente ristrutturato, con pietra a vista e pareti colorate. In questo paese ha vissuto Van Gogh per un anno ed in effetti qui tutto fa pensare ai suoi quadri. Dopo una rigenerante doccia usciamo per visitare il paese. La situazione è irreale, c’è poca gente per la strada, sappiamo di essere in Francia, ma tutto intorno c’è arte romana, un teatro ed una grande Arena. Scopriamo che all’interno dell’Arena c’è uno spettacolo, forse una corrida, che qui per fortuna non finisce con la morte del toro. Prendiamo un aperitivo in un bar vicino l’Arena e poi ceniamo, a base di pesce, in un bellissimo ristorantino in una viuzza chiusa.

Quasi ci dispiace di dover lasciare Arles e questo bellissimo albergo, ma oggi abbiamo l’obiettivo di raggiungere Barcellona. Facciamo colazione, abbondante, facendo due chiacchiere con quella che forse era la proprietaria, di Trieste lì da 25 anni ormai. La strada è piuttosto monotona e oggi c’è molto vento. Ci fermiamo per una breve sosta a Sete, su una lunga e larga spiaggia che ci invita a fare il bagno. Il mare è calmo, azzurro, e non c’è praticamente nessuno; il tempo per una foto e via di nuovo a cavallo. Il vento diventa sempre più forte e la strada sempre più dritta e questo non è bello; le soste per riposarci diventa sempre più frequenti. Nel primo pomeriggio siamo al confine con la Spagna, a Perthus. Il paesino è affollatissimo, c’è gente che compra di tutto, soprattutto bevande. Noi ci sediamo ad un bar e mangiamo un hamburger (senza panino) ed una paella (enorme ma non buonissima). Concludiamo il pranzo con un caffè che era meglio non prendere e ripartiamo con il rammarico di non poter comprare qualcosa, ma del resto non abbiamo molto spazio in moto. La strada è scorrevole, ma trafficata da camion, e alle 17:30 ci mancano ancora 60 km per Barcellona. Allora decidiamo di cercare un albergo. Dopo diversi tentativi, chiedendo all’ufficio del turismo di Calella, troviamo un decoroso tre stelle già abbastanza pieno di ragazzini tedeschi. Oggi la giornata è stata dura, il viaggio ci ha affaticato molto, e quindi ci rilassiamo un attimo in camera (c’è chi si addormenta proprio) e poi ci prepariamo per cenare. Il paesino sembra una luogo di villeggiatura tipo Rimini o Ibiza. La maggior parte dei turisti sono ragazzini e ragazzine che passeggiano per le vie pedonali. Noi passeggiamo per un po’, sulla spiaggia e nel centro e poi mangiamo una gelato ed una banana split che ci fanno da cena.
Giorno 4, 3/7/2002
E’ il giorno della tanto agognata Barcellona. Il questo albergo la colazione è al buffet ma c’è così tanta roba che non riusciamo a prendere altro se non il solito latte e caffè e brioche. Alle 10:00 siamo a Barcellona. Già dalla strada, prima di arrivare, si vedono le guglie del Tempio espiatorio della Sagrada Familia che svettano nel cielo di Barcellona. Parche

Giorno 5, 4/7/2002
Segna il nostro ritorno che purtroppo è ancora caratterizzato dal vento forte, talmente forte da farci male il collo. Ci fermiamo di nuovo a Sete, ma stavolta non ci accontentiamo di una fotografia; mangiamo in un ristorantino sulla spiaggia, naturalmente tutto a base di pesce. Oggi l’obiettivo è Nimes, città provenzale che conserva gli edifici romani meglio conservati d’Europa. Prendiamo una stanza in un albergo vicino la stazione (naturalmente hotel de Milan) ed andiamo in visita della città. Oggi è Giovedì e c’è il mercatino dell’antiquariato lungo le vie della città vecchia, per la gioia di Cristina. Anche qui come ad Arles c’è una Arena, la romana Maison Carrè, il palazzo del Municipio ed i Giardini della Fontana (giardini classici alla francese). Ceniamo in una creperia e poi passeggiamo tra le bancarelle del mercatino. In ogni angolo della città ci sono gruppi musicali ed in più alcuni sono addirittura itineranti, suonano camminando attraverso le vie.

Ritorniamo in Costa Azzurra. Stavolta non passiamo da Marsiglia facciamo tutto il litorale fino a Lavanderie dove pranziamo, ancora a base di pesce, in un ristorante sul porticciolo. Dobbiamo raggiungere Cannes, o un paese vicino, per passare la notte, e quindi costeggiamo il mare, splendido, passando per Saint Tropez. La strada diventa a picco sul mare e si alternano scogliere a spiagge colme di gente. Oggi è Venerdì ed il traffico comincia ad intensificarsi in previsione del weekend. Naturalmente decidiamo di non trovare l’albergo proprio a Cannes e saliamo sulla collina alle spalle della città. Impieghiamo un po’ ad uscire dalla città ed arriviamo nel tardo pomeriggio al piccolo paesino Villeran confinante con Cannes. Anche oggi è stata una giornata faticosa, anche per colpa del traffico. Vogliamo visitare Grasse, graziosa cittadina medievale, famosa, nel passato, per essere stata uno dei più importanti centri francesi di produzione di profumi. Ceniamo nel cortile di un ristorantino molto accogliente sotto un albero di fico. La serata si conclude con 17 km di bosco, umido e freddo visto l’ora, e naturalmente siamo senza le giacche (è estate non fa freddo).


Il golfo di Mentone al confine con l'Italia

Giorno 7, 6/7/2002
Il settimo ed ultimo giorno
prevede il rientro in Italia. Questa volta rientriamo da Ventimiglia, così possiamo visitare Montecarlo. Ripassiamo velocemente da Cannes e Nizza ed arriviamo nel principato e qui ci coglie una pioggia noiosamente sottile. Giusto il tempo di percorrere il Circuito, di fare una foto e ci dirigiamo verso l’Italia. Poco prima della frontiera ci rendiamo conto che il traffico sarà molto intenso. Come non detto ci troviamo imbottigliati a Ventimiglia prima e a Bordighera poi. A San Remo facciamo un aperitivo a base di focaccia e pranziamo in un pub sul mare. Siamo molto in ritardo per colpa del traffico. Dobbiamo fare ancora 300 km e quindi abbandoniamo uno dei nostri dogmi del viaggio e prendiamo l’utostrada; ma Danilo si era promesso solo per poco, giusto per superare il traffico della riviera. Ma sbaglia strada e l’Autostrada la lasciamo solo a Tortona. In autostrada in Liguria fa freddo (ci sono una decina di gradi, e per essere Luglio ci sembrano un po’ pochini), ma poi l’aria si scalda e riprende a piovere. Questo tempo ce lo portiamo fino a Milano, del resto meglio così; i ritorni dai viaggi sono sempre accompagnati dalla tristezza ed il cielo deve essersene accorto che il nostro bellissimo itinerario stava per finire ed ha voluto darci un segnale ed una spinta per affrontare il solito tram-tram quotidiano.

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