I viaggi dei lettori
Transiberiana 23 giugno<br>Ufa - Kurgan
Km: 610; Meteo: Sole, 21/23°C; Altitudine: 730 mslm (Valico Europa/Asia, Urali); Carburante: l. 38
Mi fa un certo effetto attraversare gli Urali, una catena di montagne lunga 5.000 km. Evocano i tempi della geografia a scuola, queste verdi alture coperte di conifere, e sono rimaste quell’emozionante simbolo a metà tra due continenti, tra Europa e Asia. Mi lascio alle spalle la “vecchia, cara Europa”, come dicevano gli emigrati in cerca di fortuna oltre Oceano, ma vado incontro all’avventura della Bologna-Mosca-Vladivostok. Alle mie spalle ho l’impressione di lasciare anche il tempo. Le giornate sono lunghe, il sole tarda a tramontare, ma ad ogni fine tappa, ormai, vado anche incontro alla notte. Adesso sono quattro ore avanti rispetto a casa e vado a dormire mentre a Bologna vi avvicinate alle tagliatelle, e a New York prendete il caffè.
Ma la differenza di fuso orario, se pure è avvertibile, non genera i fastidi del jet lag. Pensieri buffi dalla sella della mia Ducati: se potessi fare il giro del mondo in 24 ore potrei correre stando sempre nello stesso fuso orario, o vedere avvicendarsi notte e giorno al ritmo rapidissimo di un “passo 1” cinematografico (chiedete ad Alessandro, l’operatore della mia Transiberiana). Invece vado incontro all’Asia prendendo un ulteriore vantaggio sulla tabella di marcia. Voglia di avanzare, di vedere cambiare un paesaggio fin troppo uniforme e… di sfuggire alle zanzare che, al contrario di noi, non vanno mai a dormire. Grandi come gli elicotteri di “Apocalypse now”, ci massacrano instancabili, ronzando sulle nostre teste…
Edi
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