Piemonte
Passo della Bocchetta
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Magnifico passaggio tra la Liguria e il Piemonte, il Passo vale una sgroppata di poche ore e tanto gas. Ma è anche un giro tranquillo, con tante soste per lustrarsi gli occhi e qualcuna, più golosa, per deliziare il palato
È un classico: quando hai tempo solo per una tiratina, quando hai poche ore di sole a disposizione perché le giornate sono ancora corte, quando fa un freddo cane, ma non resisti a inforcare la moto, quando invece fa troppo caldo per stare in basso e finire dove finiscono tutti. Il Passo della Bocchetta è una buona meta domenicale, a quella giusta metà strada tra la pianura e il mare; è un bel giro da fare negli altri giorni, in assoluta solitudine; è una buona alternativa, per chi proviene dal Nord, per raggiungere le spiagge senza passare da Genova; è un bel balcone da cui stare a guardare la vita, giù in basso, mentre tu sei lì ad aspettare il suono di due marce che scalano rabbiose prima dell'ultimo tornante.
Un giro breve ma intenso: il passo della Bocchetta soddisfa tutti
Salire da Campomorone, è più gratificante: sia perché le curve sotto il Passo sembrano fatte apposta per la traiettoria sud-nord, sia perché si ha proprio la sensazione di abbandonare un mondo caotico a piccoli passettini. Piano, piano si esce da Genova e poi dai quartieri trafficati di Pontedecimo, che si attaccano alla montagna. Dopo, i rumori si fondono in un unico suono ovattato che, via, via, sparisce dietro il motore. E se ci si va da soli, qualche moto lì c'è sempre: è facile, allora, assecondare le traiettorie di qualcuno che sfreccia davanti.
Nel versante affacciato sul mare, la natura rigogliosa offre i colori caldi della macchia mediterranea; in piena estate i profumi sono quasi inebrianti. Ma la primavera e il tardo autunno, sono le stagioni più generose in fatto di panorami mozzafiato: dalla terrazza del Passo, il cielo ripulito dalla calura agostina regala una splendida vista su decine di cime che si rincorrono a perdita d'occhio. E, naturalmente, sul mare.
Verso l'interno
Il Passo sembra segnare un confine netto tra due mondi. In realtà il confine c'è davvero, quello tra la Liguria e il Piemonte. Ed è come un taglio deciso; discendere dal Passo verso le montagne dell'entroterra equivale a superare un portone virtuale. Di là il caldo, il verde e il mare; di qui la natura sembra essersi dimenticata di vegetare, anche nella primavera ben avanzata. La strada lambisce un altro confine, quello del Parco delle Capanne di Marcarolo, all'interno del quale si penetra dopo l'unico centro abitato e vivo che si incontra sull'itinerario: Voltaggio. Le case a tinte decise, aggrappate le une alle altre, il sole che vi penetra difficilmente, il paese è una vivace sorpresa, armoniosamente affacciato sul torrente Lemme, uno dei pochi che possa vantare acque purissime.
Acque preziose: fuori e dentro il paese, infatti, numerose fonti sgorgano un po' ovunque su tutto il territorio. La fonte sulfurea spilla la sua acqua in mezzo all'abitato, nella zona pedonale, da una roccia posta in una cavità artificiale. Con una breve passeggiata da questa, si raggiunge la fonte della fornace: accanto vi sorgeva, in passato, una fornace di calce. Per raggiungere la fonte dell'acqua amara e l'omonimo laghetto, bisogna invece spostarsi sulla SP166 e oltrepassare l'officina del fabbro; in corrispondenza di una piccola piazzola, c'è un sentiero che conduce al greto del Rio Morsone, in prossimità della roccia da cui sgorgano queste acque dal sapore particolare, dovuto ai sali di magnesio che vi sono contenuti.
Acque preziose: fuori e dentro il paese, infatti, numerose fonti sgorgano un po' ovunque su tutto il territorio. La fonte sulfurea spilla la sua acqua in mezzo all'abitato, nella zona pedonale, da una roccia posta in una cavità artificiale. Con una breve passeggiata da questa, si raggiunge la fonte della fornace: accanto vi sorgeva, in passato, una fornace di calce. Per raggiungere la fonte dell'acqua amara e l'omonimo laghetto, bisogna invece spostarsi sulla SP166 e oltrepassare l'officina del fabbro; in corrispondenza di una piccola piazzola, c'è un sentiero che conduce al greto del Rio Morsone, in prossimità della roccia da cui sgorgano queste acque dal sapore particolare, dovuto ai sali di magnesio che vi sono contenuti.
Si entra nel parco
Tra le case di Voltaggio, un cartello indica una piccola strada nascosta tra due vecchi muri: è la via che introduce al Parco delle Capanne di Marcarolo. Si sale adagio e il paesaggio si allarga curva dopo curva. Non si corre, perché l'occhio vuole la sua parte! L'ambiente montano aspro e selvaggio del Parco chiede di essere scrutato.
Allora ci si arresta a frugare tra i cespugli lontani, o sotto le rocce o nel cielo, fino a scorgere una meravigliosa fauna che qui passa le sue giornate indisturbata, unico segno di vita a spezzare una incredibile solitudine.
E così, tra montagne spoglie, sulle cui pendici i tanti sentieri sembrano incidere profonde rughe, si scorre sulla pancia del Monte Tobbio, ben più alto della Bocchetta; si supera il corso del Gorzente, le cui acque, in tempo di piogge, impongono dei guadi. E finalmente, la comparsa di nuova vegetazione preannuncia l'avvicinarsi al mare. Si torna nel mondo animato: minuscoli paeselli disseminati più sotto, si fanno fitti man mano che ci si avvicina a Campomorone.
Per non perdersi il gusto di un'ultima corsa, si sceglie, poco dopo Gazzolo, la strada a destra che precipita verso Ceranesi, con l'ultima bella sequenza di tornanti solitari, che vedono come unici avventori pochi ciclisti che spingono sui pedali. La veloce infilata di curve lascia poco spazio per guardarsi in giro. Ma gli occhi si sono già riempiti prima…
Allora ci si arresta a frugare tra i cespugli lontani, o sotto le rocce o nel cielo, fino a scorgere una meravigliosa fauna che qui passa le sue giornate indisturbata, unico segno di vita a spezzare una incredibile solitudine.
E così, tra montagne spoglie, sulle cui pendici i tanti sentieri sembrano incidere profonde rughe, si scorre sulla pancia del Monte Tobbio, ben più alto della Bocchetta; si supera il corso del Gorzente, le cui acque, in tempo di piogge, impongono dei guadi. E finalmente, la comparsa di nuova vegetazione preannuncia l'avvicinarsi al mare. Si torna nel mondo animato: minuscoli paeselli disseminati più sotto, si fanno fitti man mano che ci si avvicina a Campomorone.
Per non perdersi il gusto di un'ultima corsa, si sceglie, poco dopo Gazzolo, la strada a destra che precipita verso Ceranesi, con l'ultima bella sequenza di tornanti solitari, che vedono come unici avventori pochi ciclisti che spingono sui pedali. La veloce infilata di curve lascia poco spazio per guardarsi in giro. Ma gli occhi si sono già riempiti prima…
Dove mangiare e dormire
Piani di Praglia (GE)
Trattoria La Chelina, tel. 010 721426; unica struttura nel Parco Capanne di Marcarolo, in stile alpino, con tavoli all'aperto. Propone piatti tipici, oltre a panini e buona scelta di birre alla spina. Ha tre camere con quattro posti letto ognuna e bagni in comune.
Campo Ligure (GE)
Osteria Vallebona, Strada per Capanne di Marcarolo km 3, tel. 010 920230. Cucina casereccia in ambiente accogliente e familiare.
Voltaggio (AL)
Bed & Breakfast Villa Teglia, Strada Val Morsone 48, tel. 010 9601471, 335 5209514. Ha tre camere con bagno privato.
Bed & Breakfast Cà de Prian, Località Molini, tel. 010 9693998, 338 9397755.
Trattoria La Chelina, tel. 010 721426; unica struttura nel Parco Capanne di Marcarolo, in stile alpino, con tavoli all'aperto. Propone piatti tipici, oltre a panini e buona scelta di birre alla spina. Ha tre camere con quattro posti letto ognuna e bagni in comune.
Campo Ligure (GE)
Voltaggio (AL)
Bed & Breakfast Cà de Prian, Località Molini, tel. 010 9693998, 338 9397755.
Da non perdere
Il Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo
Posto all'estremo sud della provincia alessandrina, è dominato dal Monte Tobbio e affacciato sul golfo di Genova, da cui dista, in linea d'aria, meno di 10 km. L'area, oltre ottomila ettari, ospita numerose specie di animali selvatici e rari e vanta un'abbondanza di specie vegetali molto rare o localizzate. Nell'area non è consentito alcun genere di costruzione e l'unico punto di ristoro è quello segnalato. Sono invece disponibili alcune aree ben attrezzate per i pic-nic, ma bisogna partire riforniti di tutto l'occorrente. In inverno la salita da Voltaggio potrebbe non essere consentita per via dell'innevamento o, in funzione delle piogge, per l'allagamento di alcuni tratti di strada dovuto alla eccezionale portata dei torrenti. www.parcocapanne.it.
Gli amaretti di Voltaggio
Sono quelli morbidi e sono famosissimi: vengono prodotti con una lavorazione ancora artigianale e la ricetta rimane tuttora rigorosamente segreta. Nelle pasticcerie del paese si gustano anche i baci di dama, i canestrelli, il pan biscotto e il pandolce genovese.
La castagnata di Voltaggio
Si tiene ogni anno la terza domenica di ottobre, da più di vent'anni, sotto il muraglione degli Amelotti. La castagna ha sempre rappresentato un tassello importante dell'economia locale e la Pro Loco, che cura le edizioni della festa, ha pubblicato nel 2004 il volumetto "A tavola con le castagne". La pubblicazione si aggiunge alla letteratura intensa che riguarda la storia, le usanze, l'arte e la memoria del paese e delle terre circostanti. Per consultare l'elenco: www.voltaggio.org alla sezione Pubblicazioni.
Posto all'estremo sud della provincia alessandrina, è dominato dal Monte Tobbio e affacciato sul golfo di Genova, da cui dista, in linea d'aria, meno di 10 km. L'area, oltre ottomila ettari, ospita numerose specie di animali selvatici e rari e vanta un'abbondanza di specie vegetali molto rare o localizzate. Nell'area non è consentito alcun genere di costruzione e l'unico punto di ristoro è quello segnalato. Sono invece disponibili alcune aree ben attrezzate per i pic-nic, ma bisogna partire riforniti di tutto l'occorrente. In inverno la salita da Voltaggio potrebbe non essere consentita per via dell'innevamento o, in funzione delle piogge, per l'allagamento di alcuni tratti di strada dovuto alla eccezionale portata dei torrenti. www.parcocapanne.it.
Gli amaretti di Voltaggio
Sono quelli morbidi e sono famosissimi: vengono prodotti con una lavorazione ancora artigianale e la ricetta rimane tuttora rigorosamente segreta. Nelle pasticcerie del paese si gustano anche i baci di dama, i canestrelli, il pan biscotto e il pandolce genovese.
La castagnata di Voltaggio
Si tiene ogni anno la terza domenica di ottobre, da più di vent'anni, sotto il muraglione degli Amelotti. La castagna ha sempre rappresentato un tassello importante dell'economia locale e la Pro Loco, che cura le edizioni della festa, ha pubblicato nel 2004 il volumetto "A tavola con le castagne". La pubblicazione si aggiunge alla letteratura intensa che riguarda la storia, le usanze, l'arte e la memoria del paese e delle terre circostanti. Per consultare l'elenco: www.voltaggio.org alla sezione Pubblicazioni.
Tabella dei chilometri
Galleria fotografica