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Piemonte

Piemonte: l'Alto Vergante

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Un breve itinerario, da fare in giornata, alla scoperta delle strade più suggestive e tortuose intorno al lago Maggiore che dalle isole Borromee portano al Mottarone. Gallery fotografica e roadbook da scaricare

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Uno scorcio del Lago Maggiore sulla strada di Dagnente in direzione Ghevio
Il lago Maggiore è conosciuto in tutto il mondo per la presenza delle Isole Borromee, affascinanti isolette poco distanti dalla costa piemontese del lago, dove la nobile famiglia italiana dimorò numerosi anni nelle sfarzose ville fatte edificare nei secoli scorsi. In tempi più recenti le isole Borromee furono al centro delle cronache rosa, per il matrimonio di John Elkan, nipote del celeberrimo avvocato Agnelli, con Lavinia Borromeo discendente della nobile famiglia milanese.
Non preoccupatevi però siamo qui per parlare di viaggi e il Verbano, nome originario del lago Maggiore, non offre soltanto aspetti mondani, ma vi sono realtà meno conosciute meritevoli di una visita.
Questa volta la nostra proposta è rivolta alla scoperta dell'Alto Vergante, strada che corre lungo l'altipiano sopra la sponda occidentale del Lago Maggiore attraverso un percorso in collina ricco di scorci interessanti fuori dai tradizionali circuiti turistici, con una deviazione al Mottarone, chiamato la "montagna dei due laghi".
Dopo questa premessa non rimane altro che partire per scoprire in sella l'Alto Vergante.
Il panorama del Lago Maggiore visto dalla strada per il Monte San Salvatore, sopra Massino Visconti
Bosco sul monte San Salvatore, nei pressi dell'omonima chiesa, sopra Massino Visconti (No)
Iniziamo il giro a Oleggio Castello a soli tre chilometri, circa, dal casello autostradale di Arona dell'A26. Seguendo le indicazioni per la località lacustre sulle sponde del lago, Arona, alle porte di Oleggio si presentano due strade alternative per arrivare a Ghevio, primo paese che s'incontra nell'Alto Vergante. La prima è sicuramente la più veloce e diretta, che s'imbocca alla rotonda poco prima di Oleggio, ma crediamo sia più adatta a chi interessa raggiungere il più rapidamente possibile una qualsiasi destinazione; la seconda invece, più lenta e tortuosa, è quella che rispecchia maggiormente lo spirito del giro: godersi a fondo in tutta tranquillità i profumi e i colori dei campi e dei boschi ai margini delle strade che andremo a percorrere. Tanto ci sarà modo di sfogarsi con le "pieghe" durante tutto il giro.
Tornado a Oleggio, la strada più interessante s'imbocca a sinistra nel centro del paese, un centinaio di metri dopo la rotonda vista in precedenza, poco prima della curva che si vede in fondo al rettilineo d'ingresso in prossimità di una cappella che potrebbe funzionare da riferimento. Essendo poco visibile occorre fare attenzione per evitare di passarla senza vederla, ma in ogni caso ci sarebbe un piccolo accorgimento. Nel caso si passasse oltre senza aver visto la via incriminata, al semaforo subito dietro la curva si può tornare indietro e, a questo punto, diventa la prima via a destra dopo la curva a sinistra fatta all'andata. Attenzione che non è molto visibile e occorre procedere adagio per evitare di passare tutta la giornata alla ricerca della via "maestra". Dopo questa divagazione torniamo al nostro itinerario.
Da subito il tour si presenta interessante, con i boschi che si vedono dritti davanti a noi a poche centinaia di metri, e la strada che punta verso essi dopo alcune leggere curve in mezzo ai campi. Da qui in poi sarà un susseguirsi di cambi di direzione intervallati da brevi rettilinei per circa quattro chilometri fino al bivio che riporta verso Arona. A questo punto, seguendo le indicazioni per San Carlo, si arriva al bivio successivo di Dagnente dopo circa tre chilometri fatti tutti in piega all'ombra degli alberi che sovrastano la strada. Il bivio in questione è poco distante dalla statua di San Carlo Borromeo, che merita sicuramente una visita, ma si preferisce rimandarla al ritorno quando si percorrerà la strada costiera. Al bivio quindi si gira sinistra per proseguire il giro in direzione di Ghevio. Sono circa quattro chilometri di curve su una carreggiata larga e con un fondo in ottime condizioni, a mezza costa tra i boschi dove, negli scorci tra gli alberi, si riesce a vedere il lago Maggiore attraverso la rigogliosa vegetazione per imboccare poi la strada che porterà in direzione di Stresa e Baveno, vicino alla foce del Toce. Passati Ghevio e Nebbiuno senza che ci siano motivi particolari che giustifichino una sosta, si transita da Massino Visconti, e qui una sosta al castello visconteo è quasi obbligata, anche perché impossibile non notare l'imponenza delle mura che s'affacciano direttamente sulla strada che attraversa il paese. Il castello costruito nei primi decenni dell'anno mille, originariamente come convento dei monaci di San Gallo, subì numerose modifiche per trasformarlo in residenza signorile di campagna della famiglia Visconti. Edificato nel punto più alto del paese di Massino, a 465 m, il parco che circonda il castello si affaccia sulla sponda occidentale del lago Maggiore, da dove si possono vedere i laghi di Varese e Monate, e dell'antica struttura difensiva è rimasto solo qualche traccia. Degli affreschi presenti in quasi tutte le sale del castello non rimane quasi più traccia, ricoperti di calce a causa delle numerose epidemie. Oltre al castello, tutto il paese raccolto attorno alle mura merita una visita passeggiando tra i vicoli lastricati, stretti tra le facciate delle abitazioni. Di origini antiche, sembra che i primi insediamenti risalgano agli Insubri, Massino Visconti è considerato da molti come la "finestra sul Lago Maggiore" per la sua posizione panoramica da dove la vista spazia su gran parte della sponda varesina, fino ad arrivare, nelle giornate terse, alle porte di Milano. Per chi volesse concedersi una sosta refrigerante tra i boschi, poco prima dell'ingresso al paese sulla sinistra c'è la deviazione che porta alla chiesa di San Salvatore sulle pendici del monte omonimo, costruita attorno all'anno 1000 dai monaci Benedettini, assieme a un suggestivo complesso di celle e cappelle, su uno sperone di roccia che sovrasta il paese. Essendo un posto di raccoglimento, questo è l'invito che si legge sui cartelli in prossimità della chiesa, si gode l'aria fresca dei boschi in un'atmosfera quasi trascendentale, resa ancora più particolare guardando il lago dall'alto dalla terrazza naturale in prossimità della chiesa. Volendo si potrebbe approfittare della sosta per mangiare un boccone alla trattoria San Salvatore, nelle vicinanze dello spiazzo sterrato che funge da parcheggio, di cui però non siamo in grado di dare nessuna recensione a causa del turno di riposo al nostro passaggio.


Il casello per il pagamento del pedaggio, per transitare sulla strada privata Borromea del versante orientale del Mottarone
La pista sintetica di bob al Passo del Mottarone
Dopo la meritata sosta dedicata alla visita di Massino Visconti, il giro prosegue verso nord passando da Brovello, sostando nella frazione Carpugnino per visitare la chiesa di San Donato, d'origine romano-gotica riconosciuta monumento nazionale nel 1902. È una visita che richiede solo pochi minuti per le sue piccole dimensioni, si può quindi continuare il giro in direzione del Mottarone. Alla rotonda, distante alcune centinaia di metri dal centri di Carpugnino, girando a sinistra e seguendo le indicazioni per Gignese, si arriva in prossimità del paese dopo aver percorso circa quattro chilometri di misto poco impegnativo su una strada larga con il fondo in buone condizioni. Poco prima di entrare nel paese di Gignese, a destra s'incontra la strada che porta al Mottarone passando da Alpino, e qui la strada cambia diventando molto più stretta pur mantenendo la buona qualità del fondo. Non è detto però che gli aspetti negativi debbano rimanere tali, infatti la riduzione di velocità causata delle modeste dimensioni della carreggiata permette di apprezzare a fondo la vegetazione che la contorna, con i suoi profumi, colori e rumori. La dimensione ridotta riguarda solo il primo tratto, dopo di che la strada si allarga rendendo la guida più agevole, anche se il fondo peggiora leggermente fino al bivio con quella che porta al Mottarone. Ci si aspetterebbe una manutenzione migliore da una strada a pagamento, ma i 3,50 euro probabilmente non sono sufficienti per garantire una qualità superiore, rapportati anche alla quantità, molto bassa, dei veicoli che transitano. È una strada privata fatta costruire nel 1892 dal Principe Vitaliano Borromeo, e rimasta tale ancora adesso, che conduce alla cima del Mottarone conosciuto con quest'appellativo di "montagna dei due laghi", grazie alla sua collocazione geografica a cavallo del Lago Maggiore e il lago d'Orta. Una volta arrivati in cima al monte sono molte le occasioni per fermarsi per una lunga sosta, a cominciare dai numerosi sentieri che portano ai punti panoramici da dove si riesce a vedere la cerchia alpina dove svetta il Monte Rosa e alcuni laghi poco distanti, ed essendo una località sciistica, hanno attrezzato il passo anche con piste artificiali di sci e bob, dando la possibilità agli appassionati di fare qualche discesa, anche nei mesi estivi. Chi invece vuole fare quattro passi a piedi senza nessuna difficoltà particolare a godersi in tutta tranquillità, un anello asfaltato che gira attorno alla cima della montagna, offre l'occasione di vedere le valli sottostanti da prospettive diverse, e alla fine del giro concedersi la meritata sosta per il pranzo alla trattoria Ca Pizzini, un gradevole locale con cucina semplice ma curata dai proprietari che non concedono nulla al superfluo. Provata personalmente, possiamo segnalare che con una spesa modesta si gustano le specialità locali e, con ragionevole preavviso, sono in grado di servire piatti particolari mantenendo i costi contenuti e sono disponibili alcuni posti letto per eventuali soste di più giorni.
La Statua di San Carlo Borromeo a Arona
Il panorama dal passo del Mottarone
Conclusa la sosta, il giro riprende in direzione di Armeno ai piedi del versante occidentale. Sono una dozzina di chilometri di cambi di direzione continui su una strada larga nel primo tratto per poi restringersi dalla metà in poi, ma tutti su un asfalto in ottime condizioni. La parte iniziale del tratto discendente dove la carreggiata è di dimensioni generose, le curve sono ben raccordate e distanziate da rettilinei di media lunghezza, mentre il tratto finale oltre alla carreggiata più stretta, le curve sono più ravvicinate e impongono un cambiamento di stile di guida e velocità di percorrenza. Tutto comunque nella totale sicurezza, aspetto per noi sempre molto importante, da ricordarsi ogni volta che si sale sulla propria moto. Arrivati ad Armeno si torna verso Gignese, passando da Sovazza, per l'ultimo tratto che riporta sulla sponda del Lago Maggiore, attraverso una larga strada panoramica priva di traffico, che s'imbocca a sinistra subito dopo aver attraversato il paese, da dove si riesce ad osservare il lago dagli scorci tra la vegetazione boschiva dell'altipiano, per giungere a Baveno proprio, di fronte alle isole Borromee viste in apertura di servizio, per il rientro. Percorrendo la strada occidentale del Verbano, si transita attraverso le rinomate località lacustri, già citate più volte dalle riviste di turismo. Vale però la pena segnalare la statua di San Carlo Borromeo, monumento dedicato a uno dei personaggi più influenti della religione italiana, che si può visitare facendo una piccola deviazione dalla strada sulla sponda del lago alcune centinaia di metri prima dell'abitato di Arona. Carlo Borromeo, nato ad Arona nel 1538, è tuttora considerato tra gli innovatori più importanti delle discipline liturgiche sancite dal concilio di Trento, anche se gli furono attribuiti sistemi un poco spigolosi per convincere le parti avverse. È considerato il secondo più importante vescovo di Milano dopo sant'Ambrogio, essendo riuscito a mantenere il rito Ambrosiano attivo, dopo la prevista soppressione dei riti minori decisi da Gregorio I nel VI secolo. Per questi e altri meriti, nel 1698 decisero di erigere la statua cava di rame-bronzo alta 24 metri, la più grande del mondo, con una tecnica che ispirò la costruzione della Statua della Libertà. E dopo quest'ultima sosta che sancisce la fine di un giro che ha mescolato valori storici a bellezze naturali, non rimane altro che augurare buon viaggio.
La Statua di San Carlo Borromeo a Arona
Oleggio Castello
Parco dei Lagoni:
con un'estensione di 470 ettari distribuiti sui territori dei comuni di Oleggio Castello, Mercurago, Dormelletto e Comignano, nel 1980 venne adibito a parco naturale. Al centro di studi che portarono alla scoperta di aspetti archeologici interessanti tanto da essere citati dall'accademia dei Lincei. All'interno del parco sono presenti specie particolari di piante considerate rare, e in alcuni casi sono gli unici esemplari del territorio italiano. Si può inoltre visitare il parco seguendo gli itinerari divisi per categorie.
Sito web: https://www.parchilagomaggiore.it/fruiz.htm#uno

Massino Visconti
Castello Visconti di San Vito:
costruito alle porte del paese che porta il nome della nobile famiglia, nei primi decenni dell'anno mille per volontà di Guido Ottone Visconti. Trasformato negli anni da fortilizio a residenza di campagna, attualmente le sale del castello sono impiegate per manifestazioni di varia natura.
Sito web:https://www.castellomassinoviscontidisanvito.it/homepage.html

Carpugnino
Chiesa San Donato:
edificata nel XIV secolo in stile romano-gotico, è oggi monumento nazionale. Molto suggestive le edicole raffiguranti le quindici stazioni della Via Crucis, presenti nel giardino antistante l'ingresso della chiesa.

Armeno
Chiesa Santa Maria Assunta:
costruita nel XII secolo sui resti di un tempietto romano, è considerato il maggior monumento religioso della zona cusiana. L'interno sobrio è decorato con interessanti affreschi medievali.

Baveno
Isole Borromee:
di proprietà dell'omonima famiglia d'origine fiorentina, le isole sono meta di numerosi turisti provenienti da tutto il mondo attratti dagli splendidi palazzi costruiti durante le numerose trasformazioni avvenute sulle isole, da quando i Borromeo divennero proprietari nel XIV secolo.
Sito web: https://www.borromeoturismo.it/scripts/home.php

Arona
Statua San Carlo Borromeo:
sono numerosi i monumenti presenti nell'importante località all'inizio del Lago Maggiore, ma tra i tanti segnaliamo la statua cava dedicata a uno dei personaggi più influenti della tradizione cattolica. Costruita nel 1698, è alta 24 metri ed è la statua di rame-bronzo più alta del mondo; la sua struttura cava ispirò i costruttori della Statua della Libertà.
Sito web: https://www.prolocoarona.it/
Il ristorante Ca Pizzini
Sono numerose le strutture, pronte a soddisfare tutte le esigenze di spesa e qualità del servizio, presenti sul tragitto, ma in particolare segnaliamo il ristorante Ca Pizzini poco distante dalla cima del Mottarone. Sobrio locale immerso nella natura, si possono gustare le specialità locali di una cucina semplice ma curata dai proprietari. Con adeguato preavviso sono disponibili a cucinare piatti con ingredienti non comuni contenendo il costo. Provato personalmente possiamo confermare che si pranza con una spesa modesta. Essendo un po' nascosta si devono seguire le indicazioni Ca Pizzini che si trovano sul piazzale sterrato dell'anello che gora attorno alla cima.

Sito web: www.capizzini.com
Tel. 0323-925282
Cell. 340-9834648
Antico lavatoio nel centro del paese di Massino Visconti
Antico lavatoio nel centro del paese di Massino Visconti
Castello Visconteo di Massino Visconti
La strada tra i boschi che da Oleggio Castello porta verso Dagnente
La strada tra i boschi che da Oleggio Castello porta verso Dagnente
Il panorama del Lago Maggiore visto dalla strada per il Monte San Salvatore, sopra Massino Visconti
Le edicole con le stazioni della Via Crucis nel giardino della chiesa di San Donato a Brevello Carpugnino
La chiesa di San Donato a Brevello Carpugnino
La chiesa di San Donato a Brevello Carpugnino
La Strada del Mottarone in direzione di Armeno
La Statua di San Carlo Borromeo a Arona
Piemonte: l'Alto Vergante
Interno della chiesa di Santa Maria Assunta a Armeno
Piemonte: l'Alto Vergante
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