Manutenzione
Le innovazioni che hanno fatto la moto moderna: le pinze freno radiali
Le pinze radiali arrivano dal mondo delle corse in pista; sulle moto di serie sbarcano nel 2002, e hanno un successo immediato per quanto rendono più efficace la frenata. Scopri come su dueruote.it!
Prima applicazione: Aprilia / Brembo (Aprilia RSV 1000, 2003)
Nate come la forcella rovesciata nel mondo delle corse - questa volta però su asfalto e non su terra - le pinze freno radiali (più correttamente "a fissaggio radiale") sono sbarcate rapidissimamente in serie ai tempi della "corsa agli armamenti" delle race replica negli Anni 90, e oggi fanno mostra di sé un po' dappertutto, dalle cruiser agli scooter (con la significativa eccezione delle fuoristrada specialistiche).
Dopo la loro comparsa a fine Anni 60, per decenni le pinze freno si sono sviluppate lavorando su molti aspetti, dal numero di pistoncini (da uno a sei) alla flottanza (fisse, semi-flottanti, flottanti), ma mantenendo sempre lo stesso tipo di fissaggio a uno delle due estremità, detto "assiale" perché il perno che le fissa è parallelo all'asse della ruota.
I limiti delle pinze assiali
Le pinze assiali sono fissate a un solo estremo, e a seconda di dove sono collocate (davanti o dietro i foderi o piedini forcella, se parliamo della ruota anteriore), sono soggette a trazione o a compressione. Se sono poste davanti alla forcella, in frenata le forze d'attrito generate dal disco tenderanno ad allungarle (trazione) nel senso della rotazione; viceversa, se sono poste dietro alla forcella queste forze tenderanno a schiacciarle (compressione).
Visto che in generale materiali e strutture resistono meglio a compressione che a trazione, a partire dalla seconda metà degli Anni 80 le pinze ad alte prestazioni sono state collocate sistematicamente dietro agli steli forcella, nella posizione in cui sono anche ora, nonostante sia una posizione meno favorevole dal punto di vista del raffreddamento. Restava però il problema dell’estremo libero della pinza: le forze agenti su di esso tendono infatti a ruotarla causando disallineamenti tra pastiglia e disco.
Perché le pinze radiali sono meglio
Questo problema è risolto dal fissaggio radiale, in cui le pinze sono fissate al fodero tramite due perni che le attraversano in direzione radiale, verso il centro della ruota. I due perni abbracciano la pinza assorbendo la quota di forze che tenderebbe ad accorciare o allungare la pinza e la pastiglia; nel fissaggio assiale non è invece possibile avere un secondo perno all'estremo libero della pinza e scaricare quindi la pinza dall'effetto di queste forze. Con il fissaggio radiale l’intera struttura, essendo chiusa, diventa estremamente rigida e capace di trasmettere forze superiori.
Esiste ovviamente una “prima volta”: la pinza radiale debuttò sulla Aprilia RSV 250 nel 1998. La Casa di Noale era stata la più convinta ad accogliere la proposta di Brembo, che stava provando a portare sulle moto quella soluzione sperimentata con successo in Formula1 (e che altre Case moto avevano bocciato). Sempre Aprilia fu la prima a mandare in serie questa tecnologia, sulla RSV 1000 del 2002.
Anche la pinza radiale è abbastanza un "must" nella moto moderna; rispetto all'innovazione costituita dal freno a disco (arrivato però già 10 anni prima del periodo che stiamo prendendo in considerazione) è meno importante ed è se vogliamo un dettaglio, ma a chi capita di provare le moto ancora di fine Anni 90 sa che anche impianti che sembravano molto performanti frenano decisamente poco rispetto agli standard di oggi, e buona parte del merito di questo miglioramento va proprio alla pinza radiale (il resto va alla diffusione dell'ABS, che ha consentito di rendere la frenata più aggressiva).
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