Manutenzione
Cambio moto a bilanciere: cos’è e come funziona
Un metodo alternativo per cambiare le marce è il cambio a bilanciere. Meno usato rispetto al classico ma ha comunque dei vantaggi
Il cambio è un elemento fondamentale per le moto con motore termico, permette infatti di gestire la potenza nei vari range di velocità adattando la curva di coppia. In poche parole, ci consente di superare ripide salite in prima per arrivare alla quinta/sesta marcia per alte velocità.
Capita però di riferirsi al cambio puntando il dito sulla leva, altro elemento fondamentale che amplifica l’emozione dell’andare in moto; dall’inserire la prima in basso fino alla marcia più alta verso l’alto (o al contrario nei cambi rovesciati), ma capita di trovare qualche soluzione differente.
Esiste un tipo di leva del cambio, più utilizzata nelle moto cruiser o in modelli datati, che consente di cambiare marcia in maniera più “tranquilla”. Parliamo del cambio a bilanciere, vediamo nello specifico com’è fatto e quali sono i suoi vantaggi.
Com'è fatto
La struttura del cambio a bilanciere è estremamente semplice. Si tratta di una leva raddoppiata a 180° rispetto a quella singola e collegata comunque al perno del selettore del cambio. In alcuni casi viene costruita così posizionando i punti d’appoggio del piede alle due estremità oppure può essere la stessa o un’altra leva agganciata sempre al perno principale ma girata dall’altra parte.
I modelli principali su cui viene montata sono le moto cruiser o custom, per una questione di estetica o di semplicità legata allo stile di guida di queste moto. Una volta si utilizzava anche su altri modelli, un po’ per praticità e in parte per rimediare ai più imprecisi e duri cambi del tempo. I marchi principali che ancora lo adottano sono in primis Harley-Davidson, ma anche Moto Guzzi, Royal Enfield e qualche marchio custom di moto giapponesi. Ricordiamo anche Lambretta che lo utilizzava per i suoi scooter, nonostante Vespa ci ha sempre insegnato che una semplice leva manuale a manubrio potesse funzionare.
Anche il funzionamento non è complicato; la doppia asta consente per lo più di cambiare marcia utilizzando solo la parte inferiore dello stivale. Partendo dalla prima marcia, per ingranare si preme sulla leva posteriore, mentre per scalare si procede sull’anteriore come nel caso di leva singola.
Non si tratta quindi di una meccanica diversa, ma solo di un sistema alternativo per la stessa soluzione. Infatti, alcuni modelli lasciano la punta della leva anteriore sottile con gomma sopra e sotto per poter continuare a cambiare con pianta e dorso del piede, altri le costruiscono con delle basi maggiorate per “pestare” meglio la leva.
Pro e contro
La scelta di adottare un cambio a bilanciere sulla propria moto è, ormai, per lo più personale. In generale non avrebbe senso su moto del tipo sportive o off-road, ma anche sulle cruiser non è sempre la soluzione preferibile.
Le case hanno smesso di utilizzarle per l’andamento stilistico di design, di apparenza della moto e della praticità dei cambi.
I vantaggi principali sono legati appunto alla praticità. Cambiare marcia solo con la pianta dello stivale o scarpa consente di non rovinarne il dorso, mantenendoli quindi sempre puliti evitando di indossare copriscarpe specifici. C’è anche una questione di comodità per alcuni che preferiscono il sistema a bilanciere per evitare il continuo su e giù del piede mentre si viaggia, ma si tratta di una scelta più personale.
E ancora, questo sistema può risolvere il problema della cambiata per chi ha problemi al piede. In caso di patologie che evitano di sforzare la caviglia o di mettere peso sul dorso del piede, si può ricorrere alla doppia leva per risolverlo.
Dall’altra c’è qualche contro principalmente tecnico ma da sottolineare. In primis, dal punto di vista personale, per chi arriva dal cambio classico con una leva, deve abituarsi ad utilizzare punta e tacco e in qualche caso può risultare strano premere sempre in basso sia per scalare che per ingranare.
Poi si tratta di una guida meno sportiva, la cambiata viene naturalmente più lenta. Certo si potrebbe essere più veloci ma non viene comunque naturale, per questo motivo si adotta su moto pensate per lunghe strade e con una guida in cui non è un problema tener tirata la leva della frizione per quel secondo in più.
Dall’altra parte però bisogna dire che una cambiata sempre lenta non fa troppo bene alla trasmissione interna. I cambi delle moto sono sequenziali e senza sincronizzatore, perciò, bisogna essere abbastanza reattivi in cambiata per mantenere l’albero motore e l’uscita alle ruote a circa la stessa velocità. Altrimenti ci si ritrova a dover litigare con la leva del cambio per inserire la marcia grattando le ruote dentate all’interno, e soprattutto con la moto in veleggio senza possibilità di accelerare o di utilizzare il freno motore.
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