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Nicolò Bulega, qualcosa di più di un semplice outsider

Ottaviano SIlano il 27/03/2025 in Sbk

Nicolò Bulega ha monopolizzato il primo weekend di gara della SBK con una tripletta. E non c’è da essere sorpresi, se analizziamo la sua stagione d’esordio al di là del dominio di Toprak

Il campionato SBK è iniziato con un Nicolò Bulega in grande spolvero che ha sbaragliato la concorrenza. In terra australiana ha conquistato entrambe le gare e le Superpole, confermandosi uno dei protagonisti del campionato.

Chi si aspettava l’ennesima lotta tra Razgatlıoğlu, Bautista e magari Rea può essere stato sorpreso da questo sfoggio di superiorità; ma i più attenti avranno notato che la stagione passata di Bulega è stata un esordio di prim’ordine, con risultati che lasciavano presagire grandissime potenzialità.

 

Bulega: un vincente fin dall’esordio

La stagione 2024 è stata dominata dal duo Toprak-BMW che, nella maggioranza delle gare, ha lasciato alla concorrenza solo la possibilità di battersi per il secondo posto. L’unico pilota che in qualche occasione ha avuto possibilità di contrastare il turco è stato proprio Nicolò.

Il suo esordio è stato col botto: anche nel 2024, in sella alla sua Panigale V4R, in Gara1 a Philip Island aveva festeggiato dal gradino più alto del podio. Il campionato è poi proseguito oltre ogni più rosea aspettativa: Nicolò ha inanellato con molta continuità prestazioni di alto livello, portando la lotta mondiale contro Toprak fino all’ultimo weekend (“aiutato” anche dal grave infortunio di quest’ultimo a Magny-Cours, che gli ha fatto saltare due weekend completi) e concludendo la stagione in seconda posizione con 6 vittorie e 24 podi, davanti al suo compagno di squadra Alvaro Bautista.

Sono numeri eccellenti, soprattutto se li mettiamo in prospettiva prendendo a riferimento i quattro migliori esordi nella storia della SBK – John Kocinski, Max Biaggi, Ben Spies e Alvaro Bautista – e confrontandoli con la stagione di Bulega.

 

Bulega VS Kocinski e Biaggi

Per quanto riguarda le opportunità, sono tutti piloti condividono le stesse condizioni iniziali: ingresso in SBK da piloti ufficiali con il massimo supporto delle rispettive case. Si tratta anche di piloti esperti, con una lunga e vincente carriera in GP (Kocinski, Biaggi e Bautista) o in AMA SBK (Spies).

Iniziamo con un nome che ha fatto la storia dei due paddock: John Kocinski, il primo ad ottenere un titolo mondiale sia con i prototipi che con le derivate di serie. Il suo esordio dopo gli anni in 500 fu ricco di successi. Accasatosi con il team ufficiale Ducati, in sella alla sua 916 nel 1996 fece faville, vincendo ben 5 gare e raggiungendo la terza posizione finale nel Mondiale (che vincerà poi la stagione successiva con la Honda RVF750). Nonostante gli manchi solo una vittoria per raggiungere lo stesso numero di Bulega, la differenza di podi è netta e, anche considerando il numero minore di gare (24 vs 36), la costanza di Nicolò è stata superiore.

Il secondo pilota non ha bisogno di presentazioni: Max Biaggi. Dopo 4 titoli mondiali in 250 e svariate stagioni da principale avversario di Rossi, decise di chiudere la carriera in SBK. Qui all’esordio con la Suzuki GSX-R del team Alstare, nel 1997, ha conquistato 3 vittorie e 17 podi, raggiungendo il terzo posto nel Mondiale dietro solo Toseland e Haga e risultando primo dei piloti Suzuki. Numeri notevoli ma, come nel caso di John, inferiori a quelli del pilota emiliano.

 

Bulega VS Bautista e Spies

Le due ultime stagioni da confrontare sono invece a un livello superiore rispetto a quella di Bulega: Bautista e Spies.

Partiamo dal pilota spagnolo che, dopo una rispettabilissima carriera nel paddock del motomondiale (titolo 125 nel 2006, secondo in 250 nel 2008 e qualche podio in MotoGP), nel 2019 debutta in SBK lasciando tutti a bocca aperta: alla prima stagione è già allo stesso livello delle sue migliori stagioni da campione del mondo. Con la V4R (anch’essa al debutto in SBK) termina la stagione con un podio in meno rispetto al 2024 di Bulega, ma con ben 16 vittorie e sconfitto solo dal binomio Rea-Kawasaki al suo apice.

L’ultima stagione che ricordiamo è quella da sogno di Ben Spies, che alla sua prima e unica stagione in SBK ha vinto subito il titolo SBK in sella alla Yamaha R1. Nel 2009 Ben conquistò 14 vittorie su 28 gare, stupendo tutti gli addetti ai lavori col suo talento e ottenendo la promozione in MotoGP.

 

Nicolò Bulega, qualcosa di più di un semplice outsider

La gioventù di Bulega: pro o contro?

Altri dettagli, per avere un quadro completo: innanzitutto la stagione aliena di Razgatlıoğlu, che ha messo in ombra le prestazioni di Nicolò. Toprak su 30 partenze ha totalizzato 18 vittorie e 27 podi totali (90% delle gare in cui ha partecipato), una prestazione davvero maiuscola che ha lasciato solo le briciole a tutti gli altri, compreso Bulega.

Abbiamo già notato che c’è una differenza sostanziale anche in termini di esperienza al momento dell’esordio in SBK. Per quanto riguarda Kocinski, Biaggi e Bautista, c’è ben poco da dire: si parla di grandissimi piloti che hanno dimostrato il loro valore prima nel paddock della MotoGP e confermato il loro talento anche nel campionato delle derivate di serie. Spies, nonostante non avesse vera esperienza internazionale (qualche wild card in MotoGP), era stato mattatore della categoria Superbike nel campionato americano.

Il giovane pilota italiano invece è sbarcato in SBK da campione della SuperSport, che era però un po’ un’ultima chance per lui dopo gli anni difficili da promessa mancata in Moto3 e Moto2 e senza alcuna esperienza pregressa su moto da 1000cc, come aveva invece Spies.

La sua stagione da rookie in SBK sembra insomma la conferma che Bulega ha ritrovato la condizione che da giovanissimo lo aveva messo tra i talenti più in vista del motociclismo.

Ovviamente la speranza è che questo sia solo il promettente inizio di un lungo percorso costellato di successi: ma per ottenerli, Nicolò dovrà continuare il suo percorso di crescita e arrivare nel 2025 a insidiare la supremazia di Toprak.

 

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