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La Infront: dispiaciuta e un po' sorpresa

di Luigi Rivola, foto Alex Photo il 28/08/2010 in Sbk

Paolo Flammini commenta così la decisione della Ducati di ritirarsi dal mondiale SBK. Sul dispiacere, nulla da dire. Sulla sorpresa invece molto

La Infront: dispiaciuta e un po' sorpresa
Da sinistra: Maurizio e Paolo Flammini
Questo il comunicato della Infront Motor Sports

Infront Motor Sports ha appreso con dispiacere la decisione di Ducati di non partecipare con un team ufficiale al Campionato Mondiale Superbike 2011.
La casa di Borgo Panigale ha costruito gran parte del proprio successo e della propria fama grazie alle vittorie nel campionato del mondo per moto derivate di serie, a cui ha partecipato sin dall'inizio, aggiudicandosi 16 titoli costruttori e 13 titoli piloti con i suoi modelli di produzione, sempre dotati di motore bicilindrico. Anche lo scorso anno Ducati è stata in lotta per la vittoria nel campionato fino all'ultima gara di Portimao, a dimostrazione della grande competitività del suo modello di punta, la 1198, e a riprova del grande equilibrio del regolamento tecnico in vigore.
"Siamo dispiaciuti ed anche un po' sorpresi della decisione di Ducati" ha affermato Paolo Flammini, CEO di Infront Motor Sports, "poiché più volte ci è stato richiesto un cambiamento regolamentare per riequilibrare i valori del 2 cilindri 1.200cc nei confronti dei 4 cilindri 1.000cc ma lo scorso anno, senza la presenza del fenomeno Ben Spies, le Ducati 1198 avrebbero dominato il campionato con Haga e Fabrizio, ed è quindi difficile per noi comprendere oggi questa decisione, che ovviamente dobbiamo rispettare.
Altresì il FIM Superbike World Championship vanta oggi la presenza di ben sei costruttori oltre alla Ducati, con marchi quali Aprilia, BMW, Honda, Kawasaki, Suzuki e Yamaha e pertanto deve mantenere un assoluto equilibrio regolamentare, senza privilegiare una o più case in particolare.
Siamo però soddisfatti che Ducati abbia confermato il proprio supporto tecnico ai team privati che saranno impegnati con i loro modelli nel campionato 2011 e che prosegua lo sviluppo, anche per le competizioni SBK, del loro nuovo modello di moto supersportiva".

Il nostro commento.

Di sorpresa non è il caso di parlare. I sintomi della decisione c'erano tutti, anzi a Silverstone era stata accolta con compiacimento "liberatorio" la notizia che la Ducati ci sarebbe stata anche nel 2011.
Soprattutto non si può parlare di sorpresa quando si sa benissimo che ci sono incompetenti a tutti i livelli per i quali la Superbike è un campionato di seconda categoria, e che per la Dorna, organizzatrice della MotoGP, è l'avversario da distruggere per poi depredarne le regole a suo vantaggio.
L'abbiamo scritto più volte: se nascerà la Moto1, con motori derivati di serie, la SBK rischierà di chiudere i battenti perché i suoi migliori piloti e molti top manager oppure personaggi in grado di influenzare o scegliere le strategie aziendali, decideranno che è l'attesa occasione per entrare nel "salotto che conta". La Ducati ha fornito la prima dimostrazione di questa tesi. Non aggiungiamo altro ma ribadiamo che di sorpresa non è proprio il caso di parlare.

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