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Sbk
Mondiale SBK: vincitori e vinti
di Luigi Rivola, foto Alex Photo
il 04/11/2009 in Sbk
Il titolo è andato a Spies, con indubbio merito. La Ducati lo ha perso. Ma per colpa di chi? Haga? O Tardozzi? O la 1198 F09?
Ben Spies ha vinto il titolo mondiale Superbike 2009. Texas Terror ha imposto la sua legge e alla fine si è potuto permettere addirittura di fare il ragioniere.
Adesso se ne va a confrontarsi coi grandi della MotoGP con una Yamaha ufficiale travestita da privata e sapremo subito se saprà adattarsi a quei quaranta (o forse meno) cavalli in più e a quella diversa erogazione, che richiede al pilota molto di più di quanto esiga la guida delle Superbike.
Il vincitore dunque è, senza alcun dubbio, Ben Spies in sella alla Yamaha R1, una moto che si è dimostrata all'altezza dell'asso americano, stante il postulato – che mi capita di ripetere spesso – che nessun pilota può andare più forte della sua moto. Certo, il paragone con i miseri piazzamenti di Sykes durante l'intero arco della stagione è impietoso, ma nulla cambia: se Spies è riuscito a far andare in quel modo la Yamaha, significa semplicemente e indiscutibilmente che la R1 era in grado di tenere quel passo. Il metro di misura del valore di una moto sono i migliori risultati che ottiene. Se vince, è vincente. Il resto non conta.
Adesso se ne va a confrontarsi coi grandi della MotoGP con una Yamaha ufficiale travestita da privata e sapremo subito se saprà adattarsi a quei quaranta (o forse meno) cavalli in più e a quella diversa erogazione, che richiede al pilota molto di più di quanto esiga la guida delle Superbike.
Il vincitore dunque è, senza alcun dubbio, Ben Spies in sella alla Yamaha R1, una moto che si è dimostrata all'altezza dell'asso americano, stante il postulato – che mi capita di ripetere spesso – che nessun pilota può andare più forte della sua moto. Certo, il paragone con i miseri piazzamenti di Sykes durante l'intero arco della stagione è impietoso, ma nulla cambia: se Spies è riuscito a far andare in quel modo la Yamaha, significa semplicemente e indiscutibilmente che la R1 era in grado di tenere quel passo. Il metro di misura del valore di una moto sono i migliori risultati che ottiene. Se vince, è vincente. Il resto non conta.
Nelle corse motociclistiche i protagonisti sono sempre tre: pilota, moto e team
Molti più dubbi vengono se invece dobbiamo capire chi ha perso.
Nelle corse motociclistiche i protagonisti sono sempre tre: pilota, moto e team. A mio parere e in base alla mia esperienza di corse, i componenti del trio hanno pari peso ai fini della vittoria. Un pilota vincente non sarà tale se non supportato da una moto almeno in grado di confrontarsi con le migliori avversarie del lotto; un pilota vincente con una moto potenzialmente vincente difficilmente potrà imporsi se nel team non ci sono l'esperienza, il clima, le possibilità economiche, l'abnegazione e le competenze necessarie a supportare al massimo la moto e il pilota.
E arriviamo quindi alla Ducati e al titolo virtualmente già vinto a metà stagione, con un massimo di 88 punti di vantaggio su Spies e la Yamaha, e perso alla fine dopo una serie di disgrazie e di errori.
Precisiamo innanzitutto due cose: questo non è un processo alla Ducati, che ha vinto talmente tanto in Superbike, da poter considerare questo un episodio quasi trascurabile; in ogni caso la Ducati anche quest'anno un titolo lo ha vinto: quello per marche, non un titolo del valore di quello "piloti", ma comunque una corona per la quale le Case si impegnano e che sbandierano quando la conquistano.
Detto questo, la domanda che si pone è: chi ha perso il titolo mondiale 2009? Il pilota Haga, il Team Manager Tardozzi o la 1198 F09?
Partiamo dal fondo. La 1200 bicilindrica desmodromica è ancora vincente e favorita dal regolamento, come dicono i suoi detrattori, o inferiore nei confronti delle quattro cilindri come asseriscono Tardozzi e altri alla Ducati? Probabilmente la verità sta nel mezzo. L'attuale regolamento tecnico garantisce un buon equilibrio, e lo testimonia il fatto che in due anni non si sia mai raggiunto quel divario di risultati, fra le diverse tipologie di motori, che avrebbe automaticamente portato ai correttivi previsti dal regolamento stesso. Ne deriva che in certi circuiti possa essere avvantaggiata la bicilindrica, in altri una 4 cilindri. A mio parere, la 1198 F09 si è dimostrata ancora una volta una moto eccezionale e l'unica bicilindrica capace di battere le "quattro". La KTM ha ribadito che non basta fare una 1200 a due cilindri per essere vincente fra le derivate di serie.
Davide Tardozzi è stato accusato di aver gestito male il team con riferimento soprattutto all'episodio della vittoria di Fabrizio a Imola che ha tolto 5 punti ad Haga in un momento cruciale. Certamente quei 5 punti sarebbero stati preziosi, e forse avrebbero potuto cambiare le sorti del mondiale, anche se affermarlo è pura illazione, ma qui arriviamo al succo della questione, che non riguarda Tardozzi (quanti titoli ha vinto la Ducati con Tardozzi al box?) ma soprattutto Haga.
Il pilota giapponese quest'anno non era lo stesso che abbiamo visto per anni. Inizialmente ha saputo approfittare degli errori di Spies e del suo team accumulando un sacco di punti, poi, al culmine del vantaggio, è incappato in un paio di cadute micidiali che lo hanno prostrato fisicamente, tanto da consentirgli solo di salvare il salvabile per quattro GP consecutivi. Ma il peggio è stato la caduta in gara-1 a Portimao. Quella non ci voleva proprio e non è tipica di Haga. Lì ha perso davvero il titolo, atto finale di una stagione in cui troppe cose sono andate storte per la Ducati. Un po' sbagliando, un po' accadute per sfortuna.
Voltiamo pagina e pensiamo al 2010, quando Haga e Fabrizio dovranno vedersela con Cal Crutchlow. Rimpiangeranno Spies?
Nelle corse motociclistiche i protagonisti sono sempre tre: pilota, moto e team. A mio parere e in base alla mia esperienza di corse, i componenti del trio hanno pari peso ai fini della vittoria. Un pilota vincente non sarà tale se non supportato da una moto almeno in grado di confrontarsi con le migliori avversarie del lotto; un pilota vincente con una moto potenzialmente vincente difficilmente potrà imporsi se nel team non ci sono l'esperienza, il clima, le possibilità economiche, l'abnegazione e le competenze necessarie a supportare al massimo la moto e il pilota.
E arriviamo quindi alla Ducati e al titolo virtualmente già vinto a metà stagione, con un massimo di 88 punti di vantaggio su Spies e la Yamaha, e perso alla fine dopo una serie di disgrazie e di errori.
Precisiamo innanzitutto due cose: questo non è un processo alla Ducati, che ha vinto talmente tanto in Superbike, da poter considerare questo un episodio quasi trascurabile; in ogni caso la Ducati anche quest'anno un titolo lo ha vinto: quello per marche, non un titolo del valore di quello "piloti", ma comunque una corona per la quale le Case si impegnano e che sbandierano quando la conquistano.
Detto questo, la domanda che si pone è: chi ha perso il titolo mondiale 2009? Il pilota Haga, il Team Manager Tardozzi o la 1198 F09?
Partiamo dal fondo. La 1200 bicilindrica desmodromica è ancora vincente e favorita dal regolamento, come dicono i suoi detrattori, o inferiore nei confronti delle quattro cilindri come asseriscono Tardozzi e altri alla Ducati? Probabilmente la verità sta nel mezzo. L'attuale regolamento tecnico garantisce un buon equilibrio, e lo testimonia il fatto che in due anni non si sia mai raggiunto quel divario di risultati, fra le diverse tipologie di motori, che avrebbe automaticamente portato ai correttivi previsti dal regolamento stesso. Ne deriva che in certi circuiti possa essere avvantaggiata la bicilindrica, in altri una 4 cilindri. A mio parere, la 1198 F09 si è dimostrata ancora una volta una moto eccezionale e l'unica bicilindrica capace di battere le "quattro". La KTM ha ribadito che non basta fare una 1200 a due cilindri per essere vincente fra le derivate di serie.
Davide Tardozzi è stato accusato di aver gestito male il team con riferimento soprattutto all'episodio della vittoria di Fabrizio a Imola che ha tolto 5 punti ad Haga in un momento cruciale. Certamente quei 5 punti sarebbero stati preziosi, e forse avrebbero potuto cambiare le sorti del mondiale, anche se affermarlo è pura illazione, ma qui arriviamo al succo della questione, che non riguarda Tardozzi (quanti titoli ha vinto la Ducati con Tardozzi al box?) ma soprattutto Haga.
Il pilota giapponese quest'anno non era lo stesso che abbiamo visto per anni. Inizialmente ha saputo approfittare degli errori di Spies e del suo team accumulando un sacco di punti, poi, al culmine del vantaggio, è incappato in un paio di cadute micidiali che lo hanno prostrato fisicamente, tanto da consentirgli solo di salvare il salvabile per quattro GP consecutivi. Ma il peggio è stato la caduta in gara-1 a Portimao. Quella non ci voleva proprio e non è tipica di Haga. Lì ha perso davvero il titolo, atto finale di una stagione in cui troppe cose sono andate storte per la Ducati. Un po' sbagliando, un po' accadute per sfortuna.
Voltiamo pagina e pensiamo al 2010, quando Haga e Fabrizio dovranno vedersela con Cal Crutchlow. Rimpiangeranno Spies?
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