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GP Francia: inesorabile Corser!

il 02/10/2004 in Sbk

In quella che potrebbe essere l’ultima gara in sella alla Petronas, l’australiano coglie una fantastica superpole davanti a Vermeulen e Toseland. Laconi primo della seconda fila. Parkes miglior tempo nella Supersport ma Fabrizio gli è alle costole

di Luigi Rivola, foto Alex Photo

Troy Corser forse lascerà la Petronas, ma la cosa non sembra demotivare minimamente il campione australiano

Magny Cours -
Clementi, Bontempi e Pedercini, nell’ordine, aprono le ostilità della Superpole, ottengono tempi discreti, che vanno dall’1’43” “basso” di Pedercinim all’1’44”1 del pilota della cinese Zong-Shen, ma poi è il turno di Haslam, con la prima delle Ducati 999, e il miglior tempo scende di colpo di mezzo secondo: 1’42”7.
Dopo Haslam, con la seconda 999 del Team Renegade parte Haga, che pasticcia un po’ nel primo settore, recupera nel secondo e nel terzo e taglia il traguardo in 1’42”358. Il ritmo aumenta, ma è ancora lontano da quello che è lecito aspettarsi.
McCoy fa il suo giro incolore e si piazza momentaneamente ultimo. Forse si sente già in sella all’Aprilia MotoGP che guiderà nei prossimi tre GP ed è demotivato sulla Superbike. Toseland non può permettersi di partire indietro. Lo sa e si concentra; chiude in testa il primo settore, al secondo posto dietro ad Haga il secondo, è il migliore nel terzo e chiude il giro in 1’41”856, momentaneamente in pole.


Walker non riesce a far meglio di lui: guida scomposto la sua Petronas e alla fine è solo quarto. Adesso tocca a Vermeulen. La Honda n.17, gialla e nera, sfiora il miglior tempo nel primo settore, l’ottiene nel secondo, perde tempo nel terzo a causa di ripetute sbandate, ma sul traguardo arriva 11 millesimi prima di Toseland, che scivola al secondo posto.
Borciani pecca di eccessiva prudenza ed ottiene un risicato sesto posto in 1’43”2.
Parte Laconi e il pubblico francese sugli spalti di Magny Cours ammutolisce. Un giornale locale aveva titolato ieri: “Laconi verso la consacrazione”, e tutti si aspettano che questa sia, ma il leader del Mondiale manca la superpole: in lieve ritardo in tutti i settori, sfila davanti ai box in 1’41”9 ed è provvisoriamente terzo.
Corser, sempre pericolosissimo in Superpole, sfila al termine della prima parte del circuito al quarto posto; guadagna il secondo nella seconda e il comando nella terza. Accelera ancora negli ultimi metri e demolisce tutti quelli che lo hanno preceduto con un incredibile 1’41”547. Mister Superpole ha colpito ancora, e non sarà facile sorpassarlo. Vermeulen, inquadrato dalla telecamera, appare stupefatto.

Niente da fare per Martin, che, partito subito dopo Corser, chiude alle spalle di Laconi, e niente da fare nemmeno per Chili, che con 1’41”9 si piazza davanti a Martin. Resta solo Gimbert, il protagonista assoluto di Magny Cours fino a questo momento: il francese della Yamaha perde tre decimi nel primo settore, recupera nel secondo e torna in netto passivo nel terzo; il suo tempo finale: 1’41”946 lo pone al quarto posto della prima fila. Per Corser una meritatissima superpole, la seconda quest’anno. Della Petronas lui è il quarto cilindro. Quello buono. Ma l’anno prossimo, se, come sembra, sarà in sella alla Suzuki GSX-R 1000 del Team Alstare, di Superpole potrebbe anche farne collezione...



Magny Cours - Non ho scelta: devo vincere tutte e due le corse – Chris Vermeulen prima di avviarsi sulla linea di partenza per il secondo turno di prove ufficiali, ancora malmesso per la caduta nel giro di ricognizione di gara-2 a Imola, ha le idee chiareIeri ho avuto problemi di trazione col pneumatico posteriore, ma spero di averli risolti, però sono svantaggiato dal fatto che la Ducati ha provato tre settimane fa qui a Magny Cours e sicuramente è a posto, mentre noi non l’abbiamo potuto fare. La mano e il piede non mi fanno male, almeno mentre guido, ma dovrò sforzarli entrambi. Non sarà facile, ma ci proverò”.
Il secondo turno di prove ufficiali non riveste un’importanza eccelsa: è fondamentale arrivare nei primi sedici per potersi giocare la superpole, che è quella che determina l’allineamento di partenza, però è una prova generale. Il primo a spingere sull’acceleratore è Chili, che dopo una mezz’oretta si porta al vertice della classifica detronizzando Gimbert. Il distacco fra i due è minimo, ma Gimbert non reagisce. Arriva invece Corser, che con la gomma da qualifica piazza il colpaccio e conquista la pole provvisoria per la Petronas, ma non è finita: anche Walker mette alla frusta la tre cilindri anglo malese e si piazza alle spalle di Corser, realizzando una doppietta che, se si mantenesse fino alla fine, sarebbe davvero storica.


A dieci minuti dalla fine del turno Gimbert decide che è ora di riprendersi il primo posto: scende in pista con la sua Yamaha-France, si lancia su questa pista che conosce a memoria, pennella ogni curva e taglia il traguardo in 1’41”753. Eccezionale.
Chili si spara sulla sua 998R e dà il meglio di se stesso: abbassa il suo precedente tempo, scendendo fino a 1’42”190, ma Gimbert sembra irraggiungibile. Ci prova anche Laconi, che si affaccia così ai piani alti della classifica, mentre Toseland rimane inspiegabilmente, come Haga, in quelli bassi, e migliorano anche Corser e Vermeulen, mentre Walker arretra.
Ci si aspetta il solito rush finale dell’ultimo minuto, ma questa volta Gimbert sembra aver messo d’accordo tutti, ad esclusione di Martin, che gioca la sua carta e con un giro velocissimo si piazza al terzo posto davanti a Corser, Laconi, e al compagno di squadra Borciani, che precede a sua volta Vermeulen, Walker e Toseland. Haga è solo undicesimo e Nannelli, che aveva saltato il primo turno di prove, riesce ad agguantare in extremis il diciassettesimo posto, con la beffa di ritrovarsi primo degli esclusi dalla superpole.

Magny Cours - Curtain, Curtain, Curtain: i tre settori cronometrati della pista francese danno lo stesso responso: l’australiano della Yamaha-Germania è il più veloce in tutti e tre e sembra che nessuno sia in grado di attaccarlo. Sembra. Chambon, il mai domo ex campione del mondo della Suzuki, a 25 minuti dal termine del turno riesce almeno a strappargli la leadership del terzo settore, seguito dal nostro Baiocco, ma senza effetti concreti sulla classifica dei tempi, nonostanmte che Curtain si sia eliminato da solo con una caduta.
Fino a quando arriva Michel Fabrizio.
Il campione europeo della Superstock, ieri ottavo, ma evidentemente non rassegnato al centro classifica, ha uno scatto d’orgoglio, sprona come sa fare la sua Honda CBR600RR e allo scoccare della mezz’ora della sessione di prove mette a segno un eccellente 1’44”552 che gli vale il terzo posto in graduatoria alle spalle di Muggeridge e di Curtain. Insiste, ma una brutta caduta del francese Lussiana, fortunatamente senza conseguenze per il pilota, mette temporaneamente fine alle prove. Viene esposta la bandiera rossa per sgombrare la pista.


Cominciano a tirare un po’ tutti i protagonisti; il primo a impegnarsi è Charpentier, che scavalca Fabrizio al terzo posto, poi il francese del Tean Klaffi aumenta ancora il ritmo e finalmente batte Curtain, relegandolo momentaneamente in seconda posizione e abbattendo per primo il muro di 1’44”. Lo imita subito Muggeridge, che però deve accontentarsi della seconda posizione a pochi millesimi da Charpentier, mentre anche Vd Goorbergh sorpassa Fabrizio, che comunque precede ancora piloti del calibro di Pitt, Parkes, Lanzi e Foret. Michel però è in giornata e non si rassegna: a 2’ dal termine del turno piazza la sua botta e con 1’43”840 spicca il miglior tempo, che resiste un paio di giri prima di essere migliorato da Parkes con la Honda Ten Kate; prova a reagire il nostro, ma esagera e cade.
La pole va quindi a Broc Parkes davanti a Michel Fabrizio, Sebastien Charpentier e Karl Muggeridge, che a turno ormai concluso aveva tentato il giro magico, ma era stato ostacolato da un pilota più lento e costretto a desistere. Primo rappresentante della Yamaha è Curtain, che non migliora il tempo del primo turno, davanti a Vd Goorbergh.

Alfonsi non ha deluso. Lo si aspettava in pole position e in pole position si è regolarmente insediato al termine del secondo turno di prove ufficiali del GP di Francia Superstock. Lo ha fatto di forza, perché ha capito che con un avversario come Sofuoglu in bella forma, non c’erano particolari strategie da praticare, se non quella del gas aperto e del casco in carena.
Così da ieri a oggi ha limato quasi 1” al tempo che ieri gli era valso il secondo posto provvisorio alle spalle del turco e lo ha costretto a dare il massimo, che per fortuna non è stato sufficiente a strappargli la pole.
1’44”169 a Magny Cours con una 1000 di serie è un tempo fenomenale, e ad onore di Sofuoglu va detto che i 39 millesimi che separano i primi due sono quasi insignificanti e li accomunano in una grande impresa. Ma Alfonsi è primo e questo suo primato è la conferma di una stagione in cui lui e Vizziello, oggi appiedato dalle conseguenze della caduta in m inimoto a Imola, hanno dominato il campo.


Vankeymeulen, terzo, e Fastre, quarto, completano il successo di marca della Yamaha, che senza l’intromissione al quinto posto di Dionisi e della sua Suzuki avrebbe colto i primi cinque posti della griglia di partenza.
La prima delle Ducati 999S è quella di Badovini, in settima posizione, ma a 1”3 dalla pole, e un’altra maxisportiva italiana la troviamo al tredicesimo posto: l’Aprilia RSV Mille di Brannetti, che si concessa la magra soddisfazione di battere la più veloce delle Kawasaki in pista, quella di Alex Martinez.

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