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Sbk
SBK/SS: le pagelle di Phillip Island
il 29/03/2004 in Sbk
Questi i voti e le relative motivazioni che Rivola assegna ai protagonisti del GP d’Australia. Non siete d'accordo? Contestatelo sul Forum
di Luigi Rivola
Gran premio strano, quello di Phillip Island: dominato in prova e in corsa dalla Ducati ufficiale di Laconi, ma da questi vinto una sola volta, visto che la seconda vittoria l’ha buttata al vento con una caduta quasi inspiegabile. Strano per per la velocità massima della Ducati NCR di McCoy che ha raggiunto i 314 km/h, mentre le Ducati ufficiali non hanno mai passato i 300; strano per la perdurante incapacità di un veterano esperto e generoso come Chili di adattarsi alla guida della 999; strano infine perché ha consacrato campione un Martin che fino a ieri era ritenuto non un onesto lavoratore del manubrio, ma appena un apprendista, mentre ha visto in ombra l’indiscusso campione Haga, certamente frenato da problemi di moto.
Phillip Island va in archivio coi suoi risultati. E con la nostra pagella.
Laconi: 4 – Ha una moto in grado di vincere, lui è in grado di vincere, ma gli è riuscito solo nella prima manche mentre nella seconda, una volta accumulato un vantaggio sufficiente a gestire la gara, è caduto come un pivello. Dieci se avesse vinto entrambe le manche; cinque avendone persa una per sua colpa, 4 perché gli errori di un pilota ufficiale devono pesare di più.
Toseland: 4 – Non ha mai brillato in prova. In gara-1 si è fatto raggiungere e superare da Vermeulen ed ha colto un terzo posto solo per una momentanea indecisione di Martin che sino a quel momento lo aveva surclassato. In gara-2 è caduto senza aver prima combinato almeno qualcosa di eclatante.
Chili: 8 – Lui l’impegno glielo mette sempre, e anche solo per questo meriterebbe dieci. Ma nonostante l’impegno, con la 999 non lega proprio e nella prima manche ha fatto meno di tanti altri con la stessa moto. Per questo avrebbe meritato sei, ma per ciò che ha fatto nella seconda manche con la 998 due punti almeno di recupero non si potevano negare.
Haga: 7 – Ha portato a casa due buoni piazzamenti, ma dopo la vittoria perentoria di Valencia ci si aspettava qualcosa di più. È probabile che Laconi e Toseland abbiano piantato qualche spillone su una sua fotografia, ma noi crediamo che il suo manico sia più forte della magia nera
McCoy: 8,5 – Si è trovato fra le mani un gran regalo e ne ha approfittato. Però l’ha potuto fare perché quella favorevole posizione se l’era guadagnata andando forte come mai era andato da quando ha messo il sedere sulla sella della Ducati NCR
Vermeulen: 9 – È campione del mondo della Supersport, quindi in moto ci sa indubbiamente andare ed ha il necessario talento per emergere, ma fra una SS e una SBK c’è una discreta differenza. Guida da pochissimo una moto nuova, in fase di sviluppo, ma è già capace di portarla al massimo. La Honda ha scelto giusto
Borciani: 7 – Sta andando molto bene, è in netta crescita di rendimento, e tutti facciamo il tifo per lui, però non possiamo ignorare che Martin ha la stessa moto. Forza, Borciani! L’8 ti aspetta
Sanchini: 9 – stesso voto di Vermeulen e stesse condizioni, o quasi: moto nuova e in via di sviluppo, ma se la Honda è privata per modo di dire, la Kawasaki è proprio privata, il che accentua il valore del nostro pilota
Corser: 8 - Merita questo voto anche solo per essere sempre andato più forte di Walker, che in Spagna aveva mostrato velleità nei suoi confronti. In più, Corser si è impegnato molto sia nelle prove, sia in corsa, battagliando con personaggi come Haga e Chili con una moto che molto probabilmente non va più forte della vecchia 998
Martin: 9,5 – È la rivelazione di questo campionato. È velocissimo, caparbio, costante, efficace. Gli manca solo un motore che non tiri le cuoia nel momento meno opportuno. A Phillip Island ha messo sotto torchio i due piloti ufficiali della Ducati e non è detto che la pressione che ha stava esercitando su Laconi nella seconda manche non sia stata la causa indiretta della caduta del francese. La mancata vittoria in gara-2 è stata una vera rapina da parte della sfortuna, visto che McCoy non sembrava proprio in grado di tenere il suo ritmo finale
Ducati: 10 – I suoi piloti ufficiali gliene combinano di grosse, ma alla fine una Ducati è sempre prima, il che significa che anche le moto vendute ai privati sono non solo competitive, ma vincenti e questa è una vera dimostrazione di forza, che vale assai più della regolare affermazione di due moto da investimenti miliardari
Honda: 8,5 – È appena nata e già dà molto fastidio. A Philipp Island Vermeulen, che probabilmente non è ancora al massimo quanto ad affiatamento con la moto, ha ottenuto due secondi posti, e ciò che conta di più è che il distacco fra la miglior Ducati e la sua Honda è in progressivo calo. Era ciò che ci aspettavamo dalla Honda ed è un piacere attribuire i giusti meriti a chi ha avuto l’intelligenza di non sacrificare alla vanità un campionato che non merita il trattamento inflittogli
Petronas: 6 – È la pura sufficienza: anche troppo per chi è sceso in campo con grandi e dichiarate ambizioni. Meno non diamo perché le sue fiammate allo scarico sono almeno molto coreografiche
Brookes: 10 – Veni, vidi, vici. Quanto darei per vedere questo debuttante su un altro circuito del Mondiale! Quanto darebbero i suoi avversari per essere sicuri di non vederlo...
Curtain: 9 – Da quando è arrivato in Europa è costantemente il più efficace dei piloti della Yamaha R6, che sa sfruttare al massimo mettendoci parecchio del suo. Solo la grinta con cui corre vale il voto, a prescindere dai risultati
Muggeridge: 8,5 – Ha in mano la moto migliore e la fa andare più forte degli altri suoi colleghi che hanno la fortuna di averla. A Phillip Island si è trovato a dover fronteggiare lo scatenato Brookes, ma se il motore non lo avesse tradito, forse neanche Brookes sarebbe riuscito ad impedirgli di vincere
VdGoorbergh: 8 – È un professionista esperto, un veterano, quindi difficilmente meriterà dei 10. Ma con tanti 8 alla fine è più probabile vincere un titolo mondiale rispetto a chi sa prodursi in imprese eccezionali, ma solo saltuariamente
Baiocco: 4 – Ci eravamo entusiasmati per le sue esaltanti prestazioni in Spagna durante i test invernali: sintomo di un bel talento e di una moto in forma. Adesso siamo delusi. Che cosa è successo?
Laconi: 4 – Ha una moto in grado di vincere, lui è in grado di vincere, ma gli è riuscito solo nella prima manche mentre nella seconda, una volta accumulato un vantaggio sufficiente a gestire la gara, è caduto come un pivello. Dieci se avesse vinto entrambe le manche; cinque avendone persa una per sua colpa, 4 perché gli errori di un pilota ufficiale devono pesare di più.
Toseland: 4 – Non ha mai brillato in prova. In gara-1 si è fatto raggiungere e superare da Vermeulen ed ha colto un terzo posto solo per una momentanea indecisione di Martin che sino a quel momento lo aveva surclassato. In gara-2 è caduto senza aver prima combinato almeno qualcosa di eclatante.
Chili: 8 – Lui l’impegno glielo mette sempre, e anche solo per questo meriterebbe dieci. Ma nonostante l’impegno, con la 999 non lega proprio e nella prima manche ha fatto meno di tanti altri con la stessa moto. Per questo avrebbe meritato sei, ma per ciò che ha fatto nella seconda manche con la 998 due punti almeno di recupero non si potevano negare.
Haga: 7 – Ha portato a casa due buoni piazzamenti, ma dopo la vittoria perentoria di Valencia ci si aspettava qualcosa di più. È probabile che Laconi e Toseland abbiano piantato qualche spillone su una sua fotografia, ma noi crediamo che il suo manico sia più forte della magia nera
McCoy: 8,5 – Si è trovato fra le mani un gran regalo e ne ha approfittato. Però l’ha potuto fare perché quella favorevole posizione se l’era guadagnata andando forte come mai era andato da quando ha messo il sedere sulla sella della Ducati NCR
Vermeulen: 9 – È campione del mondo della Supersport, quindi in moto ci sa indubbiamente andare ed ha il necessario talento per emergere, ma fra una SS e una SBK c’è una discreta differenza. Guida da pochissimo una moto nuova, in fase di sviluppo, ma è già capace di portarla al massimo. La Honda ha scelto giusto
Borciani: 7 – Sta andando molto bene, è in netta crescita di rendimento, e tutti facciamo il tifo per lui, però non possiamo ignorare che Martin ha la stessa moto. Forza, Borciani! L’8 ti aspetta
Sanchini: 9 – stesso voto di Vermeulen e stesse condizioni, o quasi: moto nuova e in via di sviluppo, ma se la Honda è privata per modo di dire, la Kawasaki è proprio privata, il che accentua il valore del nostro pilota
Corser: 8 - Merita questo voto anche solo per essere sempre andato più forte di Walker, che in Spagna aveva mostrato velleità nei suoi confronti. In più, Corser si è impegnato molto sia nelle prove, sia in corsa, battagliando con personaggi come Haga e Chili con una moto che molto probabilmente non va più forte della vecchia 998
Martin: 9,5 – È la rivelazione di questo campionato. È velocissimo, caparbio, costante, efficace. Gli manca solo un motore che non tiri le cuoia nel momento meno opportuno. A Phillip Island ha messo sotto torchio i due piloti ufficiali della Ducati e non è detto che la pressione che ha stava esercitando su Laconi nella seconda manche non sia stata la causa indiretta della caduta del francese. La mancata vittoria in gara-2 è stata una vera rapina da parte della sfortuna, visto che McCoy non sembrava proprio in grado di tenere il suo ritmo finale
Ducati: 10 – I suoi piloti ufficiali gliene combinano di grosse, ma alla fine una Ducati è sempre prima, il che significa che anche le moto vendute ai privati sono non solo competitive, ma vincenti e questa è una vera dimostrazione di forza, che vale assai più della regolare affermazione di due moto da investimenti miliardari
Honda: 8,5 – È appena nata e già dà molto fastidio. A Philipp Island Vermeulen, che probabilmente non è ancora al massimo quanto ad affiatamento con la moto, ha ottenuto due secondi posti, e ciò che conta di più è che il distacco fra la miglior Ducati e la sua Honda è in progressivo calo. Era ciò che ci aspettavamo dalla Honda ed è un piacere attribuire i giusti meriti a chi ha avuto l’intelligenza di non sacrificare alla vanità un campionato che non merita il trattamento inflittogli
Petronas: 6 – È la pura sufficienza: anche troppo per chi è sceso in campo con grandi e dichiarate ambizioni. Meno non diamo perché le sue fiammate allo scarico sono almeno molto coreografiche
Brookes: 10 – Veni, vidi, vici. Quanto darei per vedere questo debuttante su un altro circuito del Mondiale! Quanto darebbero i suoi avversari per essere sicuri di non vederlo...
Curtain: 9 – Da quando è arrivato in Europa è costantemente il più efficace dei piloti della Yamaha R6, che sa sfruttare al massimo mettendoci parecchio del suo. Solo la grinta con cui corre vale il voto, a prescindere dai risultati
Muggeridge: 8,5 – Ha in mano la moto migliore e la fa andare più forte degli altri suoi colleghi che hanno la fortuna di averla. A Phillip Island si è trovato a dover fronteggiare lo scatenato Brookes, ma se il motore non lo avesse tradito, forse neanche Brookes sarebbe riuscito ad impedirgli di vincere
VdGoorbergh: 8 – È un professionista esperto, un veterano, quindi difficilmente meriterà dei 10. Ma con tanti 8 alla fine è più probabile vincere un titolo mondiale rispetto a chi sa prodursi in imprese eccezionali, ma solo saltuariamente
Baiocco: 4 – Ci eravamo entusiasmati per le sue esaltanti prestazioni in Spagna durante i test invernali: sintomo di un bel talento e di una moto in forma. Adesso siamo delusi. Che cosa è successo?
SBK/SS: le pagelle di Phillip Island
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