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SBK Australia: gare a Laconi e McCoy

il 28/03/2004 in Sbk

A Phillip Island il francese domina gara-1 ma cade in gara-2 lasciando la vittoria al pilota della NCR. Vermeulen con la Honda due volte secondo. Chili terzo nella seconda manche con la 998. In Supersport vince la wild card Brookes

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La Ducati ufficiale naufraga, McCoy vince la sua prima gara nel Mondiale Superbike e Pierfrancesco Chili torna sul podio. E' il bilancio dell'incredibile gara-2 di Phillip Island. Una corsa che Régis Laconi aveva in mano e che invece ha gettato al vento. A soli sette giri dalla fine il francese era primo con quatttro secondi di vantaggio, ma si è inspiegabilmente autoeliminato cancellando nella mente di tutti la prova di forza offerta in gara-1.
Prima di lui la Ducati aveva perso anche Toseland, caduto dopo soli quattro passaggi mentre era in lotta per la seconda piazza con Vermeulen, McCoy e Martin. A quel punto Laconi, primo dall'inizio, se n'era già andato ma la sua fuga è durata meno di quanto sarebbe stato necessario.


La Ducati ufficiale ha accusato un pesantissimo colpo e a fine gara il ds Davide Tardozzi era furibondo. I due sostituti di Hodgson e Xaus non stanno affatto brillando, mentre l'esordiente Chris Vermeulen - pupillo della Honda - non sbaglia un colpo e, in prospettiva, potrebbe diventare un pericolosissimo avversario per il Mondiale.
Il terzo colpo di scena della gara è arrivato a meno di tre giri dalla fine quando Steve Martin, dopo aver piegato la resistenza del connazionale McCoy, ha rotto il motore perdendo la possibilità di centrare il primo successo della carriera proprio sulla pista di casa. Il successo dell'ex stella della MotoGP è stato dunque un po' fortunoso, ma comunque meritato: Garry ha infatti infiammato la platea di Phillip Island (e quella televisiva) con derapate incredibili. "In realtà non volevo scivolare così tanto, ma Martin era velocissimo e ci davo dentro per non perdere il contatto - ha detto McCoy - Se fossi partito meglio sarei potuto arrivare al podio anche in gara-1".
In testa al Mondiale c'è ancora Toseland ma Vermeulen ha portato la Honda Fireblade a soli cinque punti dalla Ducati. "Ogni volta la moto va meglio e siamo sempre più vicini alla 999, ancora non siamo pronti per vincere, ma lo saremo presto" Chris non nasconde fortissime ambizioni.


Pierfrancesco Chili ha salvato con un magnifico terzo posto una giornata che aveva preso una brutta piega. Il secondo podio stagionale è arrivato in sella alla vecchia 998 e dopo una bellissima lotta con il sempre più convincente Marco Borciani. "Nella prima manche mi sono voluto ostinare a correre con la 999 ma con quella moto proprio non mi trovo, sono salito sulla vecchia e ho ritrovato me stesso, anche se ci avevo fatto solo sette giri nelle prove - ha detto Frankie, che poi non ha mancato l'occasione per lanciare una frecciata alla Ducati - Dico grazie ai ragazzi della Ducati Fila che mi hano dato una bella mano".


ha scalato due posizioni finendo sesto ma a fine giornata era comuque arrabbiatissimo. "Nella prima manche ho avuto problemi di frizione, ho cambiato moto e assetto ma anche la seconda è stata un mezzo disastro, è stato un grosso peccato aver buttato via questa gara, Phillip Island è una delle mie piste preferite e se fossi stato a posto avrei potuto fare la differenza". In ogni caso Haga resta a soli 18 punti dalla vetta.
Sanchini ha fatto un passo indietro, settimo, ma ha confermato il buon potenziale della Kawasaki. E anche il suo.

Régis Laconi al terzo tentativo è finalmente riuscito a portare al successo la Ducati 999 ufficiale. Del resto i temponi strabilianti realizzati in prova e nel warm up lasciavano ben poche speranze agli avversari: il francese d'origine sarda in questo momento è una spanna sopra tutti.
Leon Haslam, 21 anni, per un giro ha cercato di vendere cara la pelle, è rimasto davanti fino all'ultima curva quando una nuvola di fumo bianco ha avvolto la sua moto: motore rotto e fine dell'attacco. Uscito un'inglese, Laconi se n'è trovato subito sotto un altro: James Toseland, due volte a terra venerdi e solo sesto sabato, ha ritrovato la vena migliore appena in tempo per giocarsela quasi alla pari con il compagno di squadra. La schermaglia è durata tre giri, poi nel curvone più veloce e difficile di Phillip Island, Laconi ha risolto con un brillante sorpasso il duello in famiglia salutando tutti.


Toseland sembrava avere problemi tecnici: la sua ruota posteriore fumava in uscita dall'ultima curva, ma non era olio, bensi fumo di gomma! Anche Martin e McCoy hanno offerto grandi derapate a ruote fumanti che hanno mandato il pubblico in visibilio: la Superbike è sempre un grandissimo show!
Toseland però non era a posto al cento per cento e si è visto raggiungere da Martin e da un determinatissimo Vermeulen con la Honda Fireblade. Tra i due è stato proprio il giovane iridato della Supersport a rivelarsi più pericoloso: all'ultimo passaggio, dal tornantino è entrato duramente all'interno di Martin guadagnando di forza la seconda posizione. Martin ha dovuto allargare la traiettoria aprendo la porta pure a Toseland che ha centrato il terzo podio consecutivo. La Honda è finita a soli 7 secondi dalla migliore Ducati e c'è da scomettere che tra non molto il duello sarà ravvicinato.


McCoy, partito un po' a rilento, si è avvicinato nel finale ma senza lo slancio che sarebbe stato necessario per mettere il becco nel duello che valeva il podio. La 999 del team Caracchi ha realizzato la velocità più alta mai segnata in Superbike, 314,3 km/! Il motorista della squadra, Marco Mozzone ha compiuto davvero un lavoro stupendo, visto che la 999F04 Factory di Laconi non ha superato i 298,6 km/h.


La prima manche ha proposta anche la grandissima prova di Mauro Sanchini, sesto: la Kawasaki ZX-10, pur ancora in versione quasi standard, è una signora moto. "Sono sfinito, ho infilato Chili e Haga e mi sembrava di sognare" ha detto il pesarese. Che ha preceduto in volata il sempre ottimoMarco Borciani. Deludenti le prestazioni di Haga e Chili, ottavo e nono: entrambi hanno pagato problemi d'assetto e di aderenza.


La Supersport ha scoperto una stella: Joshua Brookes, che ha 21 anni, abita a Sydney e corre per la Honda Australia. A Phillip Island, all'esordio assoluto in una gara iridata, li ha messi tutti in riga. L'ostacolo più duro è stato il connazionale Kevin Curtain che con la Yamaha-Germany ha tentato di resistere fino in fondo. Senza successo però, perché nell'ultimo curvone Brookes si è affiancato prendendo la migliore traiettoria per imboccare il tornantino. E siccome la Honda CBR-RR ha un gran motore, la scia non è bastata a Curtain per confezionare la beffa sulla linea d'arrivo.
La Honda ride a metà perché la formazione di punta, cioè Ten Kate, è incappata in un'altra giornataccia: Muggeridge era con i primi, ma ha dovuto rallentare per un problema al motore che lo ha retrocesso in dodicesima posizione. E' andata male anche a Parkes "perché la gomma ha girato sul cerchio e non potevo spingere".


La CBR-RR campione del mondo continua a fare temponi in prova, ma intanto ci sono tre Yamaha davanti nel Mondiale. In testa c'è Jurgen van den Goorbergh che ha racconto un prezioso terzo posto, mentre Fabien Foret non è andato oltre il sesto per problemi di aderenza e assetto. Il francese ha bruciato in volata Alessio Corradi che rialza timidamente la testa. Sulla Ducati di Lorenzo Lanzi si è rotto lo scarico: nono.


La prima Suzuki è quella di Chambon, decimo. "Abbiamo problemi al telaio ma non riusciamo a venirne fuori, e dire che qui abbiamo girato per cinque giorni la settimana scorsa" è stata la sconsolata disamina del team manager Francois Batta.


SBK Australia: gare a Laconi e McCoy
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