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Le donne e il Motomondiale: un rapporto lungo e difficile

Redazione
dalla Redazione il 20/04/2023 in Piloti
Le donne e il Motomondiale: un rapporto lungo e difficile
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Dall’inglese Beryl Swain, prima donna a partecipare al Mondiale nel 1962, ad Anna Carrasco, vincitrice del Mondiale WSSP300 nel 2018, il percorso per le motocicliste nel Motomondiale è stato lungo e pieno di ostacoli

Beryl Swain è una ragazza inglese, nata e cresciuta nella periferia di Londra, che è diventata famosa per essere stata la prima donna, nel 1962, a competere in una gara del Motomondiale. E non una gara qualsiasi, ma al Tourist Trophy, sul pericoloso circuito dell’Isola di Man. Un evento che però, anziché aprire la strada ad altre donne motocicliste, fece revocare la sua licenza internazionale, attraverso l'introduzione di un limite di peso minimo, che non poteva essere rispettato dalle ragazze, dettato dalla convinzione che lo sport del motociclismo fosse troppo pericoloso per le donne.

Il divieto di partecipazione al Mondiale per le donne durò fino al 1978, quando un’altra ragazza inglese, Hilary Musson, si schierò al via, sempre del Tourist Trophy.

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Gina Bovaird

Negli anni ’80 fu l’americana Gina Bovaird a far parlare di se, debuttando alla 200 Miglia di Imola del 1981 in sella ad una Suzuki RG 500. L’anno dopo disputò alcuni GP in 500 e ancora oggi detiene un primato che nessuna le ha ancora tolto: è l’unica donna ad aver preso il via nella classe regina del Motomondiale. Originaria di Boston, nel Massachusett, aveva venduto tutto quello che aveva per correre, ma non era ben vista dagli altri piloti che la definivano lenta e pericolosa, ma la gente ne applaudiva il coraggio e  divenne una beniamina del pubblico.

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Taru Rinne

La prima donna a togliersi delle belle soddisfazioni nel Motomondiale è stata la finlandese Taru Rinne. Già eccellente pilota di kart in ambito nazionale, nel 1988 si conquistò un posto nel Mondiale 125 e la sua 14^ posizione a Le Castellet le permise di scrivere il proprio nome nei libri di storia del motociclismo. Nell’anno successivo, portò a casa altri 23 punti con due piazzamenti in top ten, ad Hockenheim e Assen.

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Daniela Tognoli

C’è stata anche una pilota italiana nella storia del Motomondiale, Daniela Tognoli, che prima del grande salto nel Mondiale aveva già scritto un pezzo di storia delle due ruote nel nostro paese. Dopo essersi distinta nel monomarca Honda e nelle gare Sport Production femminili, nel 1992 disputò il Trofeo Italia nella classe 125cc, scontrandosi con i colleghi maschi e vincendo la gara di Misano, diventando così la prima ragazza a vincere una gara motociclistica a livello nazionale. Nel biennio 1993 e 1994 ha partecipato al Campionato del Mondo 125, disputando 9 gare in totale e ottenendo come miglior risultato un 24° posto a Laguna Seca.

Le donne e il Motomondiale: un rapporto lungo e difficile

Negli stessi anni, Tomoko Igata ha saputo fare ancora meglio, sempre in 125cc. La giapponese, volto noto nel Campionato Superbike nazionale, in due stagioni ottenne 30 punti. Dopo la prima apparizione in occasione del GP del Giappone del 1992, nel 1994 fu una presenza fissa nella classe cadetta, ottenendo il 14° posto in Australia ed entrando per due volte in top ten nel 1995.

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Katja Poensgen

Fu poi la volta di Katja Poensgen che nel 1995 in Germania divenne la prima donna a vincere la Junior Cup e il Campionato Europeo. Dopo alcune partecipazioni al Campionato tedesco 125cc, a quello Supersport e anche al WorldSSP e all’Europeo Superstock 1000, nel 2001 fece il grande salto nel Mondiale 250cc. dove ottenne un 14° posto nel GP d’Italia, prima donna a centrare un piazzamento del genere nella categoria intermedia.

Negli anni 2000 altre ragazze hanno fatto qualche apparizione iridata come wilcard nella categoria 125, come le ceche Markéta Janáková e Andrea Touskova, la francese Ornella Ongaro e l’ungherese Nikolett Kovács.

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Ana Carrasco

Nel 2012 la spagnola Elena Rosell disputò l’intero Mondiale Moto2, schierata dal Team QMMF Racing (prima su Moriwaki e poi su Speed Up). Non ottenne punti e il suo miglior risultato fu un 19° posto in Malesia.

Nel 2013 un’altra giovane spagnola, già nota nel CEV, di nome Ana Carrasco approda nel Campionato del Mondo Moto3. La murciana conquista nove punti, di cui otto solo a Valencia. Purtroppo i suoi passaggi al team RW Racing GP e all’RBA Racing Team non la vedono incrementare il bottino. Ana passa allora al WorldSSP300 in cui è una presenza costante nelle prime posizioni e nel 2018 riesce a vincere il titolo, diventando così la prima donna a conquistare un titolo mondiale in ambito motociclistico. Dopo altre varie vittorie nel WSSP300 e un brutto infortunio alla schiena, dallo scorso anno è tornata al Mondiale Moto3 con il team BOE SKX.

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Maria Herrera

Nel 2015 sullo schieramento della Moto3 erano presenti addirittura due donne. Oltre ad Ana Carrasco ecco infatti Maria Herrera, altra pilota spagnola, portacolori del team Husqvarna Factory Laglisse. A Phillip Island conquista un 11° posto, ancora oggi il suo miglior risultato. La Herrera nel 2016 e nel 2017 porta a casa altri otto punti e dopo un breve passaggio nel WorldSSP300 passa al Mondiale SuperSport e alla Coppa del Mondo MotoE con il Team Aspar, con cui sarà al via anche nel 2023.

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Shizuka Okazaki

Per finire la lista delle ragazze più veloci del Mondiale non possiamo dimenticare Shizuka Okazaki, giovane e sorridente ragazza giapponese, autrice di due wild card mondiali. Dopo aver vinto due volte la MFJ Women Road Race Championship, passando in seguito in All Japan Road Race Championship, categoria J-GP3 (l’equivalente della Moto3), nel 2016 ha preso parte al Gran Premio di casa, chiudendo in 26^ posizione, mentre nel 2018 è riuscita a migliorarsi, chiudendo in 23^ posizione la gara al Twin Ring Motegi.

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Elena Myers

Ricordiamo infine anche l’americana Elena Myers, che pur non avendo disputato gare nel Mondiale, ha scritto la storia nel suo paese diventando nel 2010 la prima donna a vincere una gara AMA Pro Road Racing nella categoria SuperSport e la prima a vincere due anni dopo al Daytona International Speedway. Grazie a quella vittoria riuscì ad effettuare un test ad Indianapolis sulla Suzuki GSV-R 800cc MotoGP di Alvaro Bautista.

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