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Giro di poltrone in MotoGP: ormai i direttori tecnici sono le nuove superstar del Motomondiale
Honda punta su Albesiano per rilanciarsi in grande stile, Aprilia sceglie l'ex KTM e Ducati Sterlacchini. E Dall'Igna? Costa troppo per tutti. Vediamo perché senza un buon direttore tecnico nessuno può vincere in MotoGP
Ormai la MotoGP assomiglia sempre di più al calcio: se vuoi vincere non bastano i fuoriclasse, devi avere il tecnico giusto. Il pilota fa ancora la differenza, ma di suo può metterci qualche decimo: e se la base tecnica della moto paga un secondo al giro dalle rivali, nemmeno il miglior pilota del mondo ce la fa. Vedi il caso di Honda, che negli ultimi anni non è riuscita a imporsi nemmeno con Marc Marquez (non proprio l'ultimo arrivato) in sella.
Intendiamoci: il direttore tecnico ha avuto sempre molto peso; ma oggi il livello della MotoGP si è così alzato che questa figura ha assunto sempre maggiore importanza: deve avere visione su tante aree diverse (meccanica, elettronica, aerodinamica, pneumatici) ed è decisivo per la crescita della moto, del team e dei piloti. E' insomma - permetteteci la forzatura - il vero lasciapassare per la vittoria.
Ecco spiegate le recenti mosse di Honda e Aprilia, che hanno dato il via a un "valzer di poltrone" non molto diverso dal valzer delle selle dei piloti, il cui mercato si è concluso da poco. La Casa giapponese ha deciso di puntare su Romano Albesiano, reduce da un lungo periodo in Aprilia; dal canto suo la Casa di Noale ha scelto Fabiano Sterlacchini, ex KTM e ancor prima braccio destro di Gigi Dall'Igna in Ducati. Ricordiamoci questo nome, perché tornerà spesso in luce.