Motogp
Lucchinelli: “Rossi, un grande ma adesso è meglio che si ritiri”
Il dottore festeggia un quarto di secolo dalla sua prima gara iridata. Per l’ex campione del 1981 però dovrebbe dare la moto a un giovane...
Era il 31 marzo del 1996 e sul circuito di Sepang, in Malesia, faceva il suo debutto nel circus un ragazzo di 17 anni in sella a un'Aprilia RS 125 R del team privato AGV. I festeggiamenti per i 25 anni di onorata battaglia in pista, per Valentino Rossi, arrivano in un momento della carriera in continua e lenta flessione: il pilota che ha in bacheca 9 titoli mondiali e 115 Gp in 415 gare disputate e 235 podi, ma non vince da oltre tre anni. Domenica scorsa in Qatar nella gara d'esordio del 2021 Rossi si è piazzato 12° dopo un promettente quarto posto in qualifica non riuscendo mai a stare nel gruppo dei primi. I problemi che lo affliggevano lo scorso anno non sembrano essersi risolti e come ogni volta che non brilla e scivola in fondo emergono le voci di chi invita il campione a farsi da parte.
IL CONSIGLIO DI LUCCHINELLI
C'è infatti chi non condivide la sua ostinata voglia di restare in sella, comunque, nonostante la prolungata assenza di successi. E tra questi c'è l'ex iridato Marco Lucchinelli che invita Valentino a farsi da parte: “E' stata una novità, un modo diverso di fare le corse, un marziano, un genio però adesso è tornato sulla terra e non si devono trovare più tante scuse. Ora largo ai giovani. Senza nulla togliere al nove volte campione del mondo, adesso basta. Così si porta via la moto ad un giovane. Lui ha sempre corso per vincere ma ora corre per arrivare”, ha dichiarato l'ex pilota iridato con la Suzuki nel 1981. “Non ce l'ho con Valentino, ma con chi continua a trovargli delle scuse. Tranne lui c'è stata negli anni una alternanza. Credo che lui voglia fare sempre meglio e non va certo piano. Ma i giovani hanno quel pelino in più che fa la differenza. E' diventato uno stimolo per i giovani per stargli davanti”, ha aggiunto Lucchinelli secondo il quale il motomondiale senza Rossi non è vero che perderebbe appeal. “Anche gli altri danno spettacolo. E poi le moto adesso non mi sembrano così tanto difficili da guidare perché anche gli esordienti vanno forte subito - ha aggiunto - Un tempo ti rompevi le ossa per tre anni prima di andare forte. Per vincere una gara sì, si può anche fare, ma per vincere un mondiale significa che se ne devono fermare in tanti di piloti”.
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