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Motogp

Fabio Quartararo: "Rossi è il mio esempio"

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Il significato dei suoi simboli, la passione per Rossi da bambino, l’analisi di questa strana stagione ai tempi del Covid19. Dopo la vittoria di Barcellona, che gli ha ridato il sorriso, il pilota francese si racconta e... guarda (molto più da vicino) al Mondiale

Domenica a Barcellona Fabio Quartararo si è tolto un peso: è tornato a vincere. Lo ha fatto con autorità, ritrovando quella fiducia persa dopo le due affermazioni consecutive a Jerez nell’avvio di stagione. Oggi è in testa alla classifica del campionato e guarda verso Le Mans con ritrovato ottimismo. In questo Mondiale ai tempi del Coronavirus che non conosce soste, mette a dura prova tutto il paddock e in cui manca il re delle ultime stagioni Marc Marquez, Quartararo sa che tutto può ancora succedere. “Penso che questo 2020 sia veramente strano, si corre due volte sulla stessa pista, manca Marc, e anche non vedere nessuno in giro nel Paddock fa sempre effetto”. Dopo la terza vittoria il suo morale è però tornato alto. “Mi sembra che stia andando sempre meglio, non so dire se sia l’inizio di qualcosa, o di un percorso fatto di vittorie, ma lo spero tanto. Anche in altri sport i piloti francesi stanno facendo bene, e andare bene in MotoGP è quello che voglio fare io. Incrocio le dita e cerco di fare sempre meglio ogni gara”.

"Valentino è stato il mio esempio, il mio modello quando ero piccolo. Ricordo con nitidezza avevo sei anni e lui ha vinto a Jerez, ecco io in quel momento ho deciso che io avrei voluto essere esattamente come lui, avrei voluto vincere e vincere ancora, senza mai perdere la passione e la motivazione. Lui è stato per me il migliore esempio in assoluto"

Il migliore delle Yamaha

Con Franco Morbidelli in ascesa, Maverick Viñales che alterna alti e bassi e Valentino Rossi che nelle ultime gare ha commesso errori, oggi il migliore fra i piloti Yamaha è proprio lui che guardando indietro ha proprio in Valentino Rossi un suo ispiratore. “Valentino è stato il mio esempio, il mio modello quando ero piccolo. Ricordo con nitidezza avevo sei anni e lui ha vinto a Jerez, ecco io in quel momento ho deciso che anche io avrei voluto essere esattamente come lui, avrei voluto vincere e vincere ancora, senza mai perdere la passione e la motivazione. Lui è stato per me il migliore esempio in assoluto”.
Per questo oggi il solo fatto di essere nella MotoGP è un sogno realizzato. “Correre in MotoGP accanto ai top rider è davvero una cosa speciale. Prima quando correvo in Moto 2 era bello ma sinceramente non potevo immaginare che sarei arrivato così in alto in MotoGP e così in fretta già 9 podi alle spalle e tre vittorie… è una sensazione bellissima, mi rende felice, è un sogno per me lottare per il podio con dei piloti che per me erano dei modelli”.

"Se io fossi un animale penso che vorrei essere una tigre. Ne ho una tatuata sul mio braccio"

—Fabio Quartararo,

Perchè Fabio Quartararo lo chiamano "El Diablo"

Sorridente, sempre con modi gentili, eppure sul suo casco c’è disegnato un diavolo e sulla sua tuta compare la scritta El Diablo, ecco perché ci spiega Fabio: “Quando correvo da bambino il mio principale rivale mi chiamava così, e quando anche cambiavamo sport, sia che andassimo in bici o giocassimo a pallone al pomeriggio tutti gli amici hanno iniziato a chiamarmi Diablo, e penso che sia bello mantenere questo soprannome perchè mi fa ricordare questa bella storia”.
Sul casco c’è un diavolo, ma se fosse un animale chi vorrebbe essere Fabio? Ecco la sua risposta: “La tigre è il mio animale preferito, dice sorridendo. É bellissima, è aggressiva e ha una forma incredibile. Se io fossi un animale penso proprio che vorrei essere una tigre e per questo ne ho una tatuata sul mio braccio”. Parlando sempre di tatuaggi fra i piloti insieme a Scott Redding è uno di quelli che ne ha di più e non si ferma, anzi sa già quale sarà il prossimo: “Ho lasciato uno spazio l’anno scorso in un posto preciso dicendomi che lì avrei fatto il tatuaggio per la mia prima vittoria. Speravo di non dover aspettare troppo, e poi ho vinto a Jerez quindi è quello il tatuaggio che farò a fine anno”.  
Restando sui simboli anche il suo numero ha un significato ci spiega: “Ho scelto il 20 perché sono nato il 20 aprile, e quando ho iniziato a correre insieme ai miei genitori abbiamo scelto di mettere il 20 sulla mia prima moto e non l’ho mai voluto cambiare”. Prima di salutarci quando gli chiediamo qual è il suo posto preferito al mondo non ha dubbi: “Il mio posto preferito è in sella alla mia moto. Indipendentemente da dove io sia, che sia una pista italiana, spagnola, americana, quello per me non cambia; il mio posto preferito è in sella alla mia moto perché è lì che mi sento veramente felice”.
Fabio Quartararo: "Rossi è il mio esempio"
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