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Juanfran Guevara, ovvero il coraggio di ritirarsi dal Motomondiale a 22 anni

Marco Gentili il 10/01/2018 in Motogp

La domanda sorge spontanea: cosa è successo? Nel Motomondiale non ci si diverte più? Il business è così estremizzato da portare un ragazzo poco più che ventenne al ritiro dopo pochi anni di gare?

Juanfran Guevara, ovvero il coraggio di ritirarsi dal Motomondiale a 22 anni
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Una vita troppo difficile e stressante, anche per un ragazzo di 22 anni pieno di voglia e motivazioni. Un gioco che non vale la candela. E allora meglio mettersi tutto alle spalle, tornare a studiare, mettere – come dicevano una volta le nonne – la testa a posto per diventare grandi.

Il coraggio di riturarsi a 22 anni

La storia di Juanfran Guevara, pilotino di Moto3 che a 22 anni ha annunciato il ritiro dal circus iridato, racconta molto di ciò che è il motociclismo come professione al giorno d’oggi. Guevara, un terzo posto la scorsa stagione con la KTM del team RBA, definisce la vita del pilota un’esistenza “de puta madre”, insomma una cosa che fa schifo: “Quando a 22 anni ti si annebbia la vista e ti viene diagnosticato lo stress, a quel punto dici a te stesso che devi cambiare qualcosa”, ha detto a un giornale spagnolo.

Quelli nati nel vivaio spagnolo

Guevara è solo uno dei tanti piloti 2.0 prodotti dal vivaio spagnolo, un pollo allevato in batteria sin dalla più tenera età, un Robocop concepito per diventare qualcuno in pista. Magari non sarà stato un fuoriclasse assoluto, ma è stato uno che ha corso ad alti livelli dal 2011 col debutto in 125.

Di sicuro, però, è un ragazzo che ha dei contenuti, oltre a un talento per le corse. Uno che non ha paura di dire basta a un mondo che “non cerca di ingaggiare tanto i piloti quanto gli sponsor che si portano dietro”. In fondo il motomondiale è sempre di più questione di affari, e Guevara è stato saggio nel tirarsi fuori da meccanismi che gli andavano stretti: “Si tratta di un business e ora mi dedicherò ad altre attività, perché non mi vedo valorizzato in quel mondo. Spero solo che serva a cambiare almeno un po' la storia”. Lo speriamo tutti, ma ci crediamo poco.

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