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Quanti errori nei soccorsi a Simoncelli

di Marco Masetti il 25/10/2011 in Motogp

Il pilota dopo l'incidente a Sepang era già in condizioni disperate ma i barellieri hanno commesso errori grossolani. Non deve più capitare

Quanti errori nei soccorsi a Simoncelli
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Le immagini amatoriali, pubblicate su youtube e riprese da Repubblica.it che riguardano i soccorsi a Marco Simoncelli sono agghiaccianti. Non le mostriamo per cercare sensazione e neppure per polemica, ma per far vedere come non va soccorso un pilota in quelle condizioni. E sperando di non vederle mai più in futuro.
I soccorritori mettono il corpo su una barella a cucchiaio (cioè che si apre da sotto) invece di usare quella "spinale" radiocompatibile che quindi può essere portata anche nella sala RX e che immobilizza il traumatizzato. Ma soprattutto il corpo andava immobilizzato usando i cunei e il collare e fermando ("ragnando" è il termine tecnico) con cinghie elastiche il corpo. Il protocollo di soccorso è questo.
Come non bastasse, e lo si nota nel filmato, un barelliere scivola (a 0.25minuti) e Marco sbatte a terra. Quando i barellieri si rialzano, si vede il braccio che penzola e la testa che si muove, cose assolutamente pericolosissime. Alla fine si vede persino il padre di Marco, Paolo Simoncelli che aiuta gli impacciati soccorritori a caricare sull'ambulanza il corpo del ragazzo, dimostrandosi molto più lucido di loro nonostante sulla barella ci sia suo figlio.
Con tutta probabilità usando anche la corretta procedura di soccorso, Marco non si sarebbe salvato, considerando le lesioni riportate nell'incidente. Ma quello che si è visto nel filmato amatoriale fatto a Sepang, e sottolineato dalle urla di disappunto del pubblico, è un esempio di come non bisogna soccorrere un pilota in pista.
La Dorna e la Federazione Internazionale parlano sempre di ricerca della massima sicurezza, ma a Sepang si sono viste cose che pensavamo scomparse da tempo: soccorsi inadeguati e la mancata segnalazione della pioggia durante le prove della Moto2 che sono costate la caduta di Marquez e Smith. Tutto da rifare, un modo vero per onorare Marco.

Come dichiarato ieri dal padre di Marco Simoncelli, per lo sfortunato pilota non ci sarebbe stato comunque nulla da fare, indipendentemente dalla qualità dei soccorsi. Ciò non toglie che il filmato che dimostra l'impreparazione del personale presente a Sepang meriti di essere denunciato e discusso. Qualcosa di simile era già successo a Tomizawa un anno fa, e forse per il mondo della MotoGP (e non solo) è giunto il momento di interrogarsi sulla qualità dei servizi di pronto soccorso a bordo pista garantiti ai piloti. Perché certe scene non debbono ripetersi più. Questo è lo spirito del nostro articolo.

Articolo aggiornato il 26 ottobre
A riguardo abbiamo ricevuto anche un intervento dal Dott. Niccolò Grieco*, cardiologo, in forza al 118 Elisoccorso di Milano.

"Scusate se mi permetto, ma facendo per mestiere il soccorso, vorrei aggiungere qualcosa al vostro articolo. L'utilizzo della barella a cucchiaio, piuttosto che di quella spinale, per sollevare il ferito, è assolutamente indicato. Altrimenti sarebbe necessario muovere il pilota prima di averlo correttamente immobilizzato. Quindi tanto di cappello per questa scelta dei malesi, forse è la prima volta che la si vede. Piuttosto succede spesso di vedere i soccorritori che cadono mentre trasportano il ferito. Succede perché tentano di correre. Questo non si fa mai: è impossibile correre sullo sterrato della via di fuga con 80 kg in mano e non cadere.
Mi interessa però sottolineare un'altra cosa, la più importante. Quello che realmente potrebbe aver causato un danno ulteriore al povero Simoncelli è che nessuno si è accertato se era in arresto cardiaco prima di muoverlo. Lo si vede dal filmato.
I feriti con il cuore in arresto non vanno spostati in nessun caso, e il massaggio deve iniziare sul luogo. Perché le probabilità di successo calano del 10% per ogni minuto di ritardo dall'inizio del blocco. Per questo c'è una procedura codificata a livello internazionale, che prevede la valutazione del respiro e dei segni di circolo del sangue per 10 secondi". Purtroppo a volte affidare il trasporto di un ferito grave dalla pista alla clinica del circuito ai commissari di percorso può rivelarsi molto più dannoso che benefico. Si poteva fare qualcosa in più per Simoncelli? Difficile dirlo da qui. Di certo alcuni protocolli del primo soccorso non sono stati rispettati".

*Nic per noi, visto che è "anche" uno dei moderatori del nostro Forum
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