Quotazione Moto & Scooter

Cerca

Seguici con

ADV
Motogp

MotoGp 2007: una stagione imprevedibile

di Marco Masetti il 10/07/2007 in Motogp

Stoner in testa al mondiale, la Honda che non vince. Capirossi e Melandri in crisi, le Suzuki e le Kawasaki da podio. Nessuno si sarebbe aspettato un campionato così. Il punto prima del Gp di Germania

MotoGp 2007: una stagione imprevedibile
Uno scatto che riassume bene questa stagione: Stoner che precede Rossi e Pedrosa
Ma chi se lo aspettava?”. È questa la domanda che si sente sempre più spesso risuonare nel paddock. Spesso usata come scusa, testimonia che parecchi “strateghi” delle due ruote ogni tanto dovrebbero fare un bagno di umiltà ,su tutti quelli della Honda che a metà stagione non hanno ancora vinto nonostante le sei moto al via. Ma anche in Casa Yamaha dove, le prestazioni della M1 ritenute vincenti, si sono rivelate molto inferiori rispettoalla concorrenza.
Per fortuna loro hanno Valentino Rossi, ma la quattro in linea di Iwata è carente in quanto a CV.
In Ducati, invece, la domanda se la pongono, ma in un altro senso: chi se lo sarebbe aspettato Casey Stoner in testa al mondiale con 21 punti vantaggio su Rossi? Proprio Casey che è approdato a Borgo Panigale dopo l’uscita di scena di Sete Gibernau, e il no di Fausto Gresini al passaggio di Marco Melandri.
Chi se lo aspettava poi che la Suzuki e la Kawasaki andassero così bene? Certo, hanno le valvole pneumatiche che consentono ai motori di girare in alto (ben oltre i 17.000 giri) senza l’erogazione sgarbata delle distribuzioni a molla, ma Jan Witteveen (ex direttore tecnico Aprilia in procinto di passare al comando della KTM) ha fatto capire in un’intervista: “Non è che la Suzuki e la Kawasaki hanno fatto miracoli, sono la Honda e la Yamaha ad aver sbagliato i conti con le 800”. Pochi giri e quindi “scarsa” potenza, oppure difficoltà di controllo dell’erogazione: ecco i problemi della due più titolate moto giapponesi, sempre secondo Witteveen.
Intanto gli uomini passano sopra queste problematiche che stanno tra il computer, il banco prova e la riunione di marketing. La lotta è a due, poche storie: Stoner contro Rossi. Due tipi tosti. Il campione che ha vinto a raffica, forse il più grande pilota mai visto, di sicuro il top dell’era moderna, e il ragazzino con le lentiggini cresciuto con pochi mezzi e tanta fame di vittorie.
Al Sachsenring, bizzarro circuito un po’ lento e un po’ veloce nell’ex Germania Democratica, sarà ancora battaglia tra di loro per il titolo, ma di cose interessanti da osservare ce ne sono parecchie.
Daniel Pedrosa (bravo e spesso a podio, ma mai grintoso nei duelli) contro Nicky Hayden, il campione del mondo più uscente che si sia mai visto. In pratica, già ai test di gennaio era dato per sconfitto, da pubblico e critica. Nicky, complice una Honda RC212V che ha deluso, si è adeguato, ma con l’onestà di chi ci vuole provare.
Due piloti che in Germania si devono assolutamente riscattare sono Marco Melandri e Loris Capirossi, italiani in crisi nera e con tanta voglia di cambiare aria. Ma non è facile trovare ingaggi se non si fanno risultati, quindi, gas! Altrimenti si rischia il posto.
Al Sachsenring ci sarà anche un altro italiano al via, Michel Fabrizio, 22 anni romano, un figlio e un altro in arrivo, bel talento naturale che ha trovato sotto l’ala della Honda una Casa ideale. Chiamato a sostituire Toni Elias che si è rotto il femore ad Assen (e che vedremo in pista a Brno o a Misano), Michel guida la quarta Moto GP della sua carriera. Infatti ha corso con la WCM, l’Aprilia e con la Honda RC211V disputando solo le prove del GP di Gran Bretagna dello scorso anno. Era stato schierato al posto di Elias infortunato, ma si ruppe una clavicola in prova. Speriamo che gli vada meglio con la RC212V gestita dal capotecnico Fabrizio Cecchini (uno bravissimo, specie con i giovani). Poi Michel lascerà la moto a Miguel Duhamel, canadese, quasi 40 anni pilota Honda nel campionato AMA (e che ha vinto 5 edizioni della 200 miglia di Daytona). Scelta dettata dall’esperienza del pilota americano che da una vita corre sulla pista di Laguna Seca.
Bene, nella speranza che anche il team Pramac e le sue Ducati satellite inizino a raccogliere qualcosa con Alex Barros e il pilota di casa Alex Hofmann, unico tedesco della Moto GP, prepariamoci ad una rovente gara. Ma naturalmente, attenti a quei due, Valentino e Casey.

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

In 250 e in 125 non si parla di mercato (se non per chi è in predicato di passare in Moto GP) a dire il vero non si sa neppure quale sarà il futuro tecnico (ma ci sarà un futuro mondiale per entrambe, viene da pensare?), eppure ci aspettano due gare bellissime.
In 125 Mattia Pasini ha il ruolo titanico di quello che può solo vincere. In classifica è settimo a 66 punti contro i 138 del leader Hector Faubel, ma tutti hanno paura. Mattia è il più bravo, il più veloce ed è solo per un disastroso avvio di stagione con una serie paurosa di guai meccanici che di fatto lo hanno bloccato in fondo alla graduatoria, ma attenzione: Pasini ha vinto le due ultime gare. E Faubel, Talmacsi, Gadea, Pesek e Koyama (unico pilota che non usa un’Aprilia ma una KTM) tremano…
In 250 la sfortuna ha fatto piovere per due giorni durante i test Honda dei primi di luglio. Capita, del resto Brno non è l’Andalusia, ma queste prove dovevano permettere a Andrea Dovizioso di deliberare il materiale evoluzione di motore per la sua Honda per farlo funzionare al meglio. Il forlivese del team Scot va in Germania senza conoscere realmente il potenziale di cui può disporre. Peccato. Intanto, Jorge Lorenzo sogna di piantare un’altra bandiera nera nel bel mezzo del Sachsenring, mentre Alex De Angelis ha un altro desiderio: esplorare l’unico gradino che ancora non ha esplorato in stagione, quello più alto. Gara rovente, ma con l’incognita Honda.

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV
ADV

Correlate

ADV