Correre sotto la pioggia ha il suo fascino?

Le Mans (FRA) - Sapete quante volte Chris Vermeulen ha provato le gomme da bagnato sulla sua Suzuki GSV-R 800? Nemmeno una e non ha nemmeno provato sotto la pioggia per settare alla perfezione la sua moto, cosa che nemmeno gli altri piloti hanno fatto, ad onor del vero. Quando piove ci vuole una sensibilità estrema e… fortuna.
La fortuna di cambiare moto al momento giusto, di trovare un assetto che più o meno funziona sul bagnato, e di arrivare in fondo stando attenti a non frenare troppo forte.

Vermeulen ha indovinato tutto e ci ha messo parecchio del suo, naturalmente.
In una gara come quella di Le Mans abbiamo visto piloti come Sylvain Guintoli andare a lottare per le posizioni di testa (i francesi in tribuna sembravano matti), vecchi leoni in difficoltà e giovani lupacchiotti che hanno voglia di mordere. In Francia si è visto anche che Casey Stoner va sempre forte e a forza di impegnarsi persino Daniel Pedrosa ha imparato ad andare sull’acqua. In questa gara sono tornati protagonisti i piloti e meno gli ingegneri. Certo, la gara bagnata non è mai bella, ma ha un suo fascino. Quelle gocce di idrogeno e ossigeno cambiano le carte in tavola, trasformano la scienza in caso. Fanno ritornare indietro il calendario di qualche anno. E magari succede che quello che ha fatto la pole si ritrovi a tre giri dal vincitore. Cosa ne pensate, la gara bagnata ha il suo fascino? Oppure si deve fare come in America che quando piove non si corre?

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