Motogp
Welkom: incognita mondiale
Sul più misterioso dei circuiti potrebbe finire con sei Honda in fila, ma anche con Rossi e le due Ducati sul podio. E infatti l'analisi di Marco Masetti, alla vigilia del campionato più incerto della storia, è un labirinto di punti interrogativi
Lo dicono tutti e hanno ragione: il motomondiale edizione 2004 sarà il più incerto e combattuto dal 1949, data di avvio della serie A del motociclismo. Il 18 aprile sulla Phakisa Freeway, ovvero la pista sudafricana di Welkom, inizierà l’attesissima stagione di corse, la lunga cavalcata che ci porterà a fine ottobre a Valencia con tre nuovi campioni del mondo. I motivi di interesse sono praticamente infiniti, ma noi, cerchiamo un diverso percorso di analisi: quello delle incognite.
In MotoGp la certezza è una sola: tutti contro Rossi, l’uomo che doveva lasciare spazio agli altri dopo il passaggio alla Yamaha ma che invece è ancora il mostro sacro, il totem che domina il villaggio.
La stagione di test ha detto che il Dottore, anche in sella alla M1 che ha fatto crescere in pochi mesi fino a livelli impensabili, è fortissimo. Ma Rossi non è invulnerabile. Ad esempio, nessuno sa con certezza se il suo distacco dalle Honda sia identico su tutte le piste: anzi, non sappiamo nemmeno se sia un reale vantaggio o un ritardo... Colpa dello sviluppo delle moto e del clima che, di fatto, ha dimezzato le prove (ai test IRTA in Spagna, tra Barcellona e Jerez, si è girato un solo giorno) togliendo riferimenti importanti.
Su Rossi abbiamo due certezze: che è il pilota più forte e motivato e che qualche volta è andato più veloce delle Honda. Però noi - ma anche lo stesso pilota e la sua squadra - ignoriamo ancora quale sarà il comportamento della sua Yamaha a fine gara, con le gomme alla fine, e se in bagarre riuscirà a rispondere agli attacchi del resto del branco. Da qui iniziano le incognite.
La prima incognita è Welkom, la pista dove in assoluto si hanno meno dati perchè nessuno ci prova e ci si va solo per la gara. E’ un tracciato facile, però è posto a 1400 metri di altezza, un'altitudine che riduce la potenza delle moto. Bisogna scoprire se questo fenomeno è uguale per tutti o se qualcuno riuscirà a minimizzare la perdita e poi quanto questo calo si rifletterà sull’equilibrio generale delle moto. Una fattore però è noto: le MotoGp sono congegni molto sofisticati, nei quali ogni aspetto è correlato all’altro. Insomma, se succede qualcosa nella ciclistica, questo si può ripercuotere sul motore, sulla durata delle gomme, sulla staccata… Difficile indovinare tutto.
Inoltre in Sudafrica può fare molto caldo, altro elemento che può cambiare le carte in tavola, causando deterioramenti delle coperture a fine, nei momenti decisivi della gara. Come non bastasse c’è un asfalto che, nonostante sia stato rifatto di recente, è avvallato come una pista da cross, poi c’è la sabbia che arriva e toglie grip… Ma non basta!
Contro Rossi c’è l’armata Honda che però si presenta in maniera non troppo compatta a Welkom. Alex Barros e Nicky Hayden si schierano con le loro 211 ufficiali in versione 2004, una moto potente ed evoluta che però non ha convinto tutti nel corso dei test, anche perché i team satellite non l’hanno potuta provare molto. Biaggi a Jerez l’ha bocciata sonoramente, trovandola problematica soprattutto in staccata. Tamada si è visto in grande difficoltà con le nuove coperture Bridgestone che erano perfette sulla vecchia 211 e meno sulla nuova.
Più defilati i piloti del team Movistar di Fausto Gresini, tradizionalmente più allineato con le posizioni dell’HRC. “Macché problemi, le nuove moto vanno bene. Noi i tempi migliori li abbiamo fatti con la versione 2004 e a Welkom correremo con le 2004", commenta Gresini. Però Gibernau, Edwards, Tamada e Biaggi porteranno in Sudafrica le ciclistiche del 2003. Difficile pensare che la scelta sia dettata da motivi affettivi, quindi qualcosa nella crescita della nuova Honda ci deve essere…
Azzardiamo la risposta che ci porta a parlare anche di un’altra moto che nei test ha avuto un andamento non troppo lineare, la Ducati. Sia la 211 che la nuova Desmosedici GP 04 sono nate con un obiettivo: offrire maggiore trazione ai piloti. Ma non sempre le ciambelle riescono col buco e maggior trazione significa anche minor facilità nell’andare di traverso, reazioni imprevedibili in staccata (questo sembra dar fastidio a Biaggi, ad esempio), un maggior lavoro per la gomma. Morale: si va in Sud Africa e ancora non si sa di preciso con quale moto si correrà (la Honda) e con che aspettative (la Ducati).
La squadra bolognese, per bocca del suo manager Livio Suppo, segue la strada dello sviluppo: “Potevamo scegliere tra una moto molto competitiva su certe piste e in crisi su altre - cioè la vecchia - oppure un progetto nuovo con grandi possibilità di crescita - la nuova - e abbiamo optato per il progresso”.
Difficile dargli torto, però anche la Ducati a Welkom avrà parecchie incognite davanti e a questo punto molto cadrà sulle spalle di Bayliss e Capirossi che, secondo noi, dovranno puntare sull’agonismo e la grinta, in attesa che la GP 04 cresca e riesca a diventare la vera alternativa alla Honda. Ricordiamo infine le vecchie Desmosedici del Team D’Antin (a Welkom finalmente con il nuovo sponsor) che potrebbero fare una bella gara, soprattutto con l’arrembante Ruben Xaus. Quindi, tra le incognite, c’è anche il derby in casa Ducati!
E poi c’è l'incognita Yamaha, con la M1 ancora da definire. Ad esempio bisogna capire quanto ci sia di Rossi nei suoi risultati... molto, secondo noi, e quindi il livello raggiunto in gara da Melandri e Checa sarà decisivo per capire a che punto è arrivata la quattro in linea di Iwata.
Le Bridgestone sono in grande crescita e possono far la sorpresa. Lo si è visto a Jerez, quando su di una pista fredda e non perfetta, hanno permesso a Kenny Roberts di scalare la vetta della graduatoria, risultato da tempo precluso alla V4 giapponese. Attenzione anche a questa incognita, soprattutto dopo il ritorno "di forma" del pilota USA.
In giro per il paddock vedremo altre moto interessanti, come le Kawasaki che ci sono sembrate molto equilibrate e destinate a crescere, grazie soprattutto all’arrivo di Nakano, pilota di fascia alta.
Anche le Aprilia potrebbero destinarci una sorpresa… la tre cilindri italiana - più semplice rispetto allo scorso anno - sicuramente non è da podio ma potrebbe andare a punti, magari con Shane Byrne, pilota esordiente con margini di miglioramento notevoli e - dicono al suo box - capacità di apprendimento sorprendenti.
Della Proton si può solo dire che è ancora molto indietro. Sulla carta il progetto è innovativo e con molta tecnologia derivata dalla Formula Uno, ma nella pratica, si sa, questa scuola non ha mai dato frutti interessanti e per ora non è difficile prevedere per Kurtiss Roberts e Aoki una gara in fondo al gruppo: almeno questa non dovrebbe essere un'incognita.
Quindi davanti a noi una pagina totalmente bianca, da scrivere al 100%. Potrebbe finire con sei Honda in fila, ma anche con Rossi e le due Ducati sul podio, con un pilota nettamente primo o con sei nello spazio di tre decimi. Normale, nel mondiale delle incognite!
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