Motogp
L'addio di Harada
L’ex campione del mondo della 250, tra le lacrime ha dato a Valencia l'annuncio del suo ritiro dal motociclismo attivo: “Non posso più vincere”. Farà il talent scout. A salutarlo tutto il Gotha del motociclismo
Lacrime, lacrime vere, quelle versate da Tetsuya Harada che oggi, a Valencia, alla vigilia dell’ultimo GP dell’anno ha dato l’addio al motociclismo attivo. In azione da dodici stagioni (debutto a Suzuka nel Gp del Giappone del 1990), campione del mondo nel 1993 con la Yamaha 250, 17 vittorie, 55 podi tra 250 e 500.
“Basta, non posso più vincere e io, se non corro per la vittoria, preferisco ritirarmi”. Per ora, per il pilota giapponese, c’è una lunga vacanza con la moglie Miyuki, ma in realtà c’è chi indica il suo futuro sotto il segno di una nuova professione, quella di talent scout di giovani piloti.
All’interno dell’hospitality del suo team Honda Pramac, il trentaduenne pilota giapponese ha ricevuto i saluti di tutto il paddock: da Ida, presidente Honda Europa, a Ivano Beggio, presidente Aprilia, da Yoda ingegnere della M1 a Kanazawa, presidente HRC, a Carmelo Ezpeleta, presidente Dorna, da Biaggi a Velesi, suo team manager nell’anno del mondiale.
Grande rispetto, grande onore, per un grande che, in punta di piedi lascia la pista, per trovare i talenti di domani.
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