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Cairoli in Ducati: è ufficiale (quasi)!
Il campionissimo, dopo una carriera (in moto e fuori) con KTM, sarebbe pronto a spostarsi in Ducati... per lasciare un ruolo solo dirigenziale e tornare (anche) a sviluppare la futura moto da cross
Arancio e rosso sono sfumature dello stesso colore. Ma nel mondo dello sport, due cromie così vicine danno vita a due modi differenti di intendere il racing. Da un lato c'è l'arancio di KTM, il Ready to Race, che a forza di titoli mondiali ha dominato il mondo del cross. Dall'altro c'è il rosso Ducati. A Borgo Panigale sono più abituati al grip delle gomme slick sull'asfalto, che non al fango attaccato ai tasselli. Eppure lo sbarco nel cross è ormai cosa che sanno anche i sassi.
RITORNO ALLE ORIGINI
Per entrare a gamba tesa in questo universo sconosciuto, Ducati conosce un solo metodo: prendere i migliori, costi quel che costi. E il primo nome è quello di Tony Cairoli. Esatto, proprio lui, uno dei più grandi di tutti i tempi. L'uomo KTM per eccellenza. Che però, dopo i nove titoli vinti (tra Yamaha e KTM) e il ritiro, ha indossato panni che non gli vanno proprio a genio.
Sotto sotto lui vorrebbe ancora andare in moto, non fare il team manager o l'ambasciatore del marchio. Di guardare gli altri, salutare, decidere, stringere mani, mediare, gestire, fare calcoli e fingere sorrisetti, lui si è già rotto i cabbasisi (come si dice dalle sue parti in Sicilia).
NON E' (SOLO) UNA QUESTIONE DI SOLDI
E allora? Cosa ci sarebbe di meglio che passare in Ducati non per indossare giacca e cravatta, ma per rimettersi il casco in testa e lavorare in prima persone allo sviluppo della moto (cosa in cui probabilmente oggi è ancora il migliore)? Per lui, niente.
Tradimento oppure no? I bene informati propendono per la seconda ipotesi. In Ducati trova di fronte a sé una prateria, una pagina bianca tutta da scrivere, un luogo dove non ha nulla da perdere e tanto da smanettare. Con sè porterebbe il suo nome, i suoi titoli, un'esperienza unica al mondo e anche una fama non proprio lusinghiera di essere "come un T-Rex", uno diretto e poco avvezzo ai compromessi, focalizzato sugli obiettivi a qualunque costo.
Alla fine Tony non andrebbe a Borgo Panigale (solo) per una questione di soldi, visto che anche gli austriaci pagano bene. Si tratta di stimoli, di "richiamo della foresta".
E allora vada come vada, Tony. Non tradisci nessuno, se torni a fare quello che ti piace di più.
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