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Urban Mobility

Il paradosso dello scooter sharing: sale la richiesta, ma gli operatori chiudono bottega

Marco Gentili
di Marco Gentili il 29/11/2023 in Urban Mobility
Il paradosso dello scooter sharing: sale la richiesta, ma gli operatori chiudono bottega
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In Italia la domanda di scooter condivisi cresce, ma a oggi solamente una società è rimasta attiva. Che cosa succede? Ne abbiamo parlato con Enrico Pascarella di Cooltra

Il paradosso dello scooter sharing: sale la richiesta, ma gli operatori chiudono bottega

Il fenomeno dello scooter sharing, che da 2015 a oggi ha visto in Italia il fiorire di numerosi servizi con mezzi in condivisione, non conosce crisi. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla mobilità condivisa, il fatturato del mercato italiano della mobilità è in crescita: la sharing mobility ha superato i 178 milioni di euro nel 2022, con un aumento del 38% rispetto al 2021 e più che raddoppiando il dato del 2020.

Ma di fronte a un aumento di fatturati e di corse giornaliere, stiamo assistendo a un fenomeno paradossale: aumenta la richiesta, mentre l'offerta è in costante diminuzione. A conti fatti, con la chiusura di Cityscoot a causa delle difficoltà finanziarie della casa madre francese, oggi in Italia resiste solamente Cooltra. 

Enrico Pascarella, regional manager di Cooltra: siamo di fronte a una bolla che è scoppiata?

"La sharing economy non è una scienza esatta. Tutti, chi più chi meno, hanno commesso degli errori in questi anni. Per alcuni questi errori sono stati fatali, per altri invece hanno pesato meno. Alcuni big del settore hanno puntato sull'Italia poi hanno avuto problemi finanziari, altri si sono aggregati o sono stati acquisiti da soggetti che poi sono falliti. Altre invece erano start-up che non sono riuscite a stare a galla, o che hanno subìto le decisioni strategiche della sede centrale".

Alla fine si gira sempre intorno a un discorso economico.

"Va detto chiaramente: chi opera nel mondo dello scooter sharing deve mettere in conto di lavorare in perdita per qualche anno. Noi, che abbiamo debuttato nel 2017, abbiamo chiuso il primo bilancio in attivo nel 2022. Ci vogliono le spalle larghe per riuscire a diventare sostenibili in questo settore".

Anche altri soggetti le avevano, penso ad Acciona.

"La nostra casa madrea spagnola ha creduto sempre nel mercato italiano, e si vedono i frutti. Altri magari si sono stufati presto di continuare a vedere bilanci in rosso".

La politica delle tariffe a prezzo basso non ha aiutato.

"La corsa al ribasso delle tariffe ha avuto come conseguenza servizi scadenti e clienti scontenti. Prendiamo il nostro caso: non siamo mai stati i più economici sul mercato, anzi mi verrebbe da dire che uno scooter a noleggio con noi è sempre stato più caro rispetto agli altri. Però, a differenza di altri, i nostri mezzi erano sempre facili da reperire, erano puliti e con la batteria a posto, e soprattutto la app non aveva problemi di funzionamento. Il servizio costa, ma la clientela lo capisce".

Siamo quindi in una situazione strana, in cui vi trovate vostro malgrado monopolisti.

"La parola non mi piace molto, ha una connotazione negativa, diciamo che siamo stati gli Highlander del settore... Chiaro che per noi (Cooltra oggi ha 3.500 mezzi tra Roma, Milano e Torino; ndr) questa situazione comporta uno sforzo. Dobbiamo offrire di più anche agli orfani delle altre compagnie, rendere il servizio ancora più capillare".

Quali sono i segreti per il buon funzionamento di un servizio di sharing?

"La facilità d'uso del servizio è la prima cosa: prendere uno scooter a noleggio deve essere facile, la app deve funzionare sempre e in modo impeccabile. Poi c'è chiaramente la buona distribuzione dei veicoli sul territorio e la loro manutenzione. Ma più di ogni altra cosa serve una politica di lungo periodo: noi abbiamo sempre reinvestito in tecnologie e servizio".

Quanto conta la scelta del mezzo?

"Moltissimo. Deve essere maneggevole, non troppo pesante, essenziale per una ottimale gestione dei ricambi. Noi, dopo un primo tentativo con un altro fornitore, abbiamo trovato la nostra quadratura con gli Askoll. E la soddisfazione è reciproca: noi acquistiamo i mezzi per le nostre flotte, e loro hanno grazie a noi un veicolo per far conoscere il loro prodotto. Alcuni casi di insuccesso dello sharing in Italia sono riconducibili proprio alla scelta di uno scooter poco azzeccato per il nostro mercato".

Come farete, quindi, per far fronte a una domanda di mobilità in sharing che è in costante crescita?

"Dobbiamo concentrarci sulle città dove lo sharing funziona, quindi Roma, Milano e Torino. Da aprile porteremo in strada più mezzi, e magari amplieremo anche le cilindrate disponibili per gli utenti. In futuro, poi, potremo valutare di aprire in nuove città, ma il focus del 2024 è quello che ho appena detto".

 

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