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E-bike, multe più severe a chi le modifica
Il Dl Infrastrutture introduce multe fino a 4.339 euro per chi commercializza mezzi illegali, e fino a 3.382 euro per chi li trucca
Nel Dl Infrastrutture approvato a giugno dal Consiglio dei ministri entrano alcune novità destinate a cambiare e regolamentare il settore della mobilità urbana. Le modifiche riguardano l’articolo 50 del codice della strada, ovvero quello che disciplina l’universo dei velocipedi. Vengono quindi istituzionalizzate le e-bike, e sono state stabilite sanzioni stringenti sia per chi commercializza, sia per chi manomette le stesse al fine di raggiungere velocità superiori a quelle previste nelle norma (che, ricordiamo, prevede che il motore elettrico non abbia potenza superiore agli 0,25 kW e che sia erogata in calando man mano che la velocità cresce, fino ad azzerarsi quando si raggiungono i 25 km/h).
Il Dl stabilisce che “chiunque fabbrica, produce, pone in commercio o vende velocipedi a pedalata assistita che sviluppino una velocità superiore a quella prevista dal comma 1 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.084 a euro 4.339. Alla sanzione da euro 845 ad euro 3.382 è soggetto chi effettua sui velocipedi a pedalata assistita modifiche idonee ad aumentare la potenza nominale continua massima del motore ausiliario elettrico o la velocità oltre i limiti previsti dal comma 1”. Una e-bike truccata, quindi, viene equiparata a un ciclomotore, per la cui guida è necessario il casco, la targa e l’assicurazione obbligatoria. Chi le guida va incontro alla sanzioni previste dal Codice per l’infrazione di queste norme.
Il Dl regola anche le e-bike a disposizione dei rider, che possono avere potenza massima fino a 0,5 kW (fatto salvo lo stesso limite di velocità) e devono avere un piano di carico orizzontale per permettere loro di appoggiare le borse con cui trasportano pasti e merci.
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