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Urban Mobility

E-bike, ANCMA: quelle con walk assist non sono ciclomotori

Redazione
dalla Redazione il 01/10/2020 in Urban Mobility
E-bike, ANCMA: quelle con walk assist non sono ciclomotori
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La sentenza del tribunale di Palermo: ingiusti sequestri e multe a negozianti e aziende che producono questi veicoli

“Giustizia è stata fatta: le e-bike con walk assist non sono equiparabili ai ciclomotori”. Una sentenza della quinta sezione civile del Tribunale di Palermo mette la parola fine a una lunga battaglia condotta da alcuni proprietari di biciclette a pedalata assistita e da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), insieme alle aziende produttrici e ai negozianti, contro una lunga serie di multe e sequestri ingiustificati sul territorio nazionale e in particolare nella città di Palermo. Oggetto del contendere il walk assist, un dispositivo che consente di avviare il motorino elettrico senza usare i pedali con l’obbiettivo di muovere la bicicletta fino a una velocità massima di 6 km/h. In pratica una leggerissima assistenza alla spinta per spostare a mano il veicolo in condizioni di difficoltà come, ad esempio, ripartenze in salita, presenza di fondi viscidi o movimentazione delle biciclette a pieno carico.

 

INTERPRETAZIONE ERRATA 

La presenza di questo dispositivo su molte e-bike ha tuttavia indotto durante alcuni controlli della Polizia Locale, ad assimilare questi mezzi ai ciclomotori. “Questa episodica ed errata interpretazione – si legge in una nota diffusa stamane dall’associazione – ha prodotto multe per svariate centinaia di euro e sequestri (guida senza casco e mancanza di assicurazione), colpendo soprattutto gli ignari utenti della strada e indirettamente anche le imprese costruttrici che hanno messo sul mercato le loro biciclette rispettando le norme europee e nazionali vigenti”.

“Sono quasi tre anni – prosegue il comunicato - che seguiamo questa vicenda a fianco delle consociate, con interlocuzioni serrate a tutti i livelli istituzionali, oggi possiamo dire finalmente di avere ottenuto giustizia in un ambito della mobilità su due ruote in forte espansione che, con immutata fiducia nell’operato delle Forze dell’Ordine, richiede comunque attenzione per i fenomeni di illegalità legati alla manomissione dei motori elettrici per aumentare potenza e velocità”.

 

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