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Triumph Trident 660: a volte ritornano
Per la Casa inglese è la moto d’accesso, ma porta comunque contenuti molto ricchi nel segmento delle naked medie. Personale nella linea e curata nelle dotazioni, rilancia il glorioso nome Trident con un inedito triple da 660 cc
Quando a inizio anni 90 John Bloor rilancia il marchio Triumph, in gamma ci sono tre modelli. La sportiva Daytona con motori a tre e quattro cilindri, la turistica Trophy 3 e Trophy 4 e la Trident 750 e 900. La Trident, roadster stradale dalla linea maschia e motori solo a tre cilindri, rappresenta insomma la terza via tra sport e turismo.
Nel 1994 appare la Speed Triple e il suo fascino selvaggio mette immediatamente in ombra la Trident, che esce di scena già nel 1998 per tornare solo ora. Con la Trident 660 la Casa di Hinklet torna ad esplorare strade che erano state un po’ trascurate dopo il successo delle sue naked sportive. La nuova Trident 660, minimalista e moderatamente neo-rétro, è ora una bella moto che diventa un po’ l’anello di congiunzione tra la gamma Classic e la gamma Triple. Si basa sul tre cilindri “piccolo” in una inedita versione 660 cc e recupera l’aspetto del divertimento disimpegnato.
Stile, Triple ed elettronica:
così a Hinckley vogliono alzare l’asticella tra le “medie”
Potenza massima di 81 cavalli a 10.250 giri/min, picco di coppia di 64Nm a 6.250
giri/min, con oltre il 90% della coppia disponibile lungo la maggior parte dell’arco
di erogazione
I segreti della Trident
Si pone anche come modello d’accesso alla gamma inglese, con dotazioni ricche per il segmento di appartenenza e una piattaforma tutta nuova. Il telaio è in tubi d’acciaio e il motore ha 67 elementi diversi rispetto al 765 della Street Triple ed è completamente diverso anche dal 660 attualmente montato sulla Street Triple S A2. Eroga 81 CV a 10.250 giri/min e 64 Nm a 9.750 giri/min, con una curva di coppia praticamente piatta già da 3.600 giri/min ma soprattutto introduce, in una categoria dove l’elettronica è quasi assente, il Ride-by-Wire con due mappe (Road e Rain) integrate con il Traction Control (che è anche disattivabile). C’è poi un display TFT con connettività MyTriumph (optional).
Disegnata dalla mano di Rodolfo Frascoli, mixa
in maniera intrigante passato e futuro
Un mix tra classico e moderno
La linea, sviluppata dal nostro Rodolfo Frascoli, è un bel mix tra elementi classici – come il serbatoio arrotondato con i caratteristici svasi per le ginocchia o lo strumento circolare – e moderni, come il codino stretto e lo scarico corto sotto al motore, che promette una qualità sonora da riferimento per la categoria. La Trident si annuncia come una moto agilissima con i suoi 189 kg in ordine di marcia e le quote appena ritoccate rispetto alla Street Triple per essere ancora più immediata e facile. La sella è stretta e posta da appena 805 mm da terra, e la ciclistica conta su sospensioni Showa (forcella USD con 120 mm escursione e mono con link per 133,5 mm escursione) e freni Nissin con pinze assiali a 2 pistoncini e dischi da 310 mm davanti.
Triumph Trident 660 arriverà in tutte le Concessionarie Triumph Motorcycles a partire da fine gennaio 2021
Arriverà a fine gennaio a 8.195 euro
La nuova Triumph Trident sarà lanciata con quattro colorazioni sobrie ma d’impatto e una nutrita gamma di accessori che vanno dal quickshifter alle borse laterali. Triumph ha poi riposto molta cura nella riduzione dei tempi e dei costi dei tagliandi, per essere in linea con la migliore concorrenza non solo nel prezzo d’acquisto, ma anche nei costi di gestione. Detto questo, gli 8.195 euro richiesti per la nuova Trident 660, in vendita da fine gennaio, sono sicuramente interessanti per una moto che punta a inserirsi tra le protagoniste del segmento smentendo anche il luogo comune per cui le moto europee sono più costose da mantenere delle giapponesi.
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