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Prove della redazione

Suzuki Burgman 400

Fabio Cormio il 06/05/2012 in Prove della redazione
Suzuki Burgman 400
Suzuki Burgman 400
400 cc / 25.0 kW (34CV) / 1 cilindro orizz. / Euro 3
€ 6490 c.i.m.

Parola d'ordine «versatilità». In colonna tra le auto, in tangenziale, in autostrada: il capostipite degli scooteroni convince ovunque, beve poco e stiva un sacco di bagagli. Non per niente è sempre il riferimento della categoria

Ma non l'abbiamo appena provato?» chiedo al direttore che mi ha assegnato il test di questo mese. «Massì - insisto - l'abbiamo avuto qui al massimo un paio di mesi fa!». E invece - ci credereste? - la risposta è «no». Era da parecchio che noi di Dueruote non salivamo sul Burgman 400, il maxi giapponese che, malgrado il passare del tempo, sta sempre là, in cima alle classifi che di vendita. Dopo le canoniche prove e comparative, per lo scooterone di Hamamatsu è quindi arrivato il momento di uno dei banchi di prova più impegnativi, la nostra «Settimana con». Il Burgman 400 rappresenta per noi tester il naturale termine di paragone quando proviamo i maxiscooter ed è talmente amichevole e intuitivo che pare di conoscerlo da sempre: ecco perché ci sembrava di averlo appena guidato. Il Burgman arriva in redazione nella sua candida livrea (il bianco da un paio d'anni sembra essere il colore «d'ordinanza» delle moto in prova) e già mentre lo spostiamo da fermo ritroviamo uno dei grandi pregi di questo modello: il baricentro basso, talmente basso che le manovre da fermo, considerando gli oltre due quintali in ordine di marcia, non rappresentano un problema. Sì, perché il Burgman è estremamente bilanciato e anche sollevarlo sul cavalletto centrale non comporta il rischio di ernie al disco (occorre, paradossalmente, uno sforzo maggiore per farlo scendere): è comunque disponibile di serie la stampella laterale. Baricentro basso significa che su questo scooter (ma è una caratteristica comune all'intera famiglia Burgman) è tutto rasoterra, a partire dalla sella, enorme, ben imbottita e posta a 71 cm dal suolo.

Dov'è il volante?

Sedendo a schiena dritta e gambe allungate ci si sente ben inseriti a bordo, protetti dallo scudo anteriore particolarmente ampio e dal grande parabrezza: i piloti alti più di uno e ottanta - è il mio caso - potrebbero lamentarsi per l'eccessiva vicinanza della sella al retroscudo, ma basterà armeggiare un po' col supporto lombare, regolabile su cinque posizioni, per ovviare almeno parzialmente al problema. Di solito, tornando a casa dall'ufficio, soprattutto quando è buio, passo attraverso il centro, perché, se posso, in scooter preferisco evitare la tangenziale: non mi sento abbastanza protetto. Una sensazione che col Burgman svanisce d'incanto. Sarà il quadro strumenti degno di una limousine forse lo scarso livello di vibrazioni, sarà la bolla aerodinamica che avvolge offrendo riparo dalle intemperie, sarà la potenza del gruppo ottico che assicura visibilità notturna (più probabilmente la somma di questi fattori), ma in sella al Burgman pare quasi di guidare un'automobile. Il maxiscooter Suzuki, animale urbano per antonomasia, già dal primo giorno di «convivenza» col sottoscritto si rivela un perfetto commuter per gli spostamenti su tangenziali, autostrade e tratti cittadini a scorrimento veloce. Tra i 90 e i 120 orari il mono giapponese ha ancora a disposizione una buona riserva di potenza e - anche se la ripresa non brilla facendo il confronto con certi concorrenti - i sorpassi dei veicoli lenti sono una pratica che si svolge rapidamente. Sui curvoni veloci la stabilità è da riferimento, merito della buona distribuzione dei pesi già citato baricentro basso ma anche del chilometrico interasse. I primi, sensibili ondeggiamenti si manifestano a velocità superiori a quelle consentite in autostrada e durante la sempre critica fase di sorpasso dei tir.

City car...go

Imbambolato come l'asino di Buridano, che moriva di fame non sapendo quale dei due identici cumuli di fieno mangiare per primo, al casello vengo ridestato dai clacson delle auto in coda mentre cerco di decidere in quale cassettino infilare il biglietto dell'autostrada. Sì, perché sul Burgman c'è un'attenzione agli spazi difficilmente riscontrabile altrove: nel retroscudo, sotto il manubrio, sono ricavati due vani (profondi e facilmente apribili anche indossando i guanti), oltre a un cassetto, più ampio e dotato di serratura, capace di contenere cellulare, guanti e accessori vari. La capacità di carico, maggiore della versione 650, va oltre le aspettative. Me ne accorgo quando, il mercoledì, arriva il momento della spesa settimanale: i sessantadue litri dell'enorme sottosella fagocitano senza problemi due sacchetti del supermercato e alcune bottiglie d'acqua stese in orizzontale. Per dare un riferimento più convenzionale, sotto la sella si stivano due caschi integrali e una tuta antipioggia.

Libellula da due quintali

Dal punto di vista della funzionalità e dell'ergonomia, il Burgman 400 è una spanna sopra la concorrenza. Non mancano, tuttavia, cadute di stile, come l'assenza dello schienalino per il passeggero che è sempre stato di serie (fin dalla prima versione del 1999) e oggi è un optional a pagamento. A proposito di accessori: per il Burgman, come per ogni bestseller che si rispetti, i produttori di componenti aftermarket fanno a gara a chi offre di più: portapacchi, top case, borse laterali, copertine, manopole riscaldate, deflettori, parabrezza (quello di serie vibra in velocità). Quasi tutti enfatizzano le ottime doti di viaggiatore del maxi giapponese che però è prima di tutto un cittadino doc. Nei tanti spostamenti fatti durante la settimana, tra semafori e rotaie del tram, tra corsie preferenziali e circonvallazioni, il Burgman non ha mai deluso le aspettative: tenendo conto della lunghezza e del peso, la maneggevolezza è insospettabile. Il raggio di sterzata è ridotto, quindi occorre poco spazio per effettuare manove e inversioni, mentre per i più smaliziati lo slalom tra le auto in colonna è operazione tutt'altro che impossibile. Le sospensioni, tarate sul morbido ma idraulicamente ben frenate (il Burgman è tra i pochi scooter a montatare un monoammortizzatore con leveraggi progressivi) consentono di risparmiare sui massaggi shiatsu anche dopo diverse ore di marcia sul pavé.

Maxiscooter, maxipiacere

Il Burgman 400 si guida bene. L'avantreno è comunicativo e preciso, il pneumatico posteriore da 150/70 garantisce un buon appoggio e la luce a terra non manca: bisogna piegare molto prima di arrivare a sfregare il cavalletto sull'asfalto. L'impianto frenante di tipo tradizionale convince per modulabilità e potenza, anche se persiste la tendenza al bloccaggio del posteriore, peraltro tipica dei maxi a ruote basse. Questo fatto non Impedisce al maxi Suzuki di superare a pieni voti la prova della «Settimana con», nè al sottoscritto di lagnarsi come un vitello quando, il lunedì successivo, arriva l'immancabile momento della riconsegna del mezzo.

Dati Tecnici

 
Suzuki
Burgman 400

Motore

monocilindrico orizzontale a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 81,0x77,6 mm; cilindrata 400,0 cc; rapporto di compressione 11,2:1. Distribuzione bialbero a camme in testa e 4 valvole. Alimentazione a iniezione elettronica. Capacità serbatoio carburante 13 litri. Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

frizione automatica centrifuga. Cambio con variatore automatico centrifugo CVT. Finale a ingranaggi.

Ciclistica

telaio a traliccio in acciaio; sospensione anteriore, forcella da 41 mm non regolabile, sospensione posteriore, gruppo motore-trasmissione oscillante con monoammortizzatore regolabile nel precarico molla, escursioni ruote nd. Cerchi: anteriore 3,00x14”, posteriore 4,00x13”. Pneumatici: anteriore 120/80-14, posteriore 150/70-13. Freni: anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 260 mm e pinze a doppio pistoncino, posteriore a disco singolo in acciaio da 210 mm e pinza a singolo pistoncino.

Dimensioni

lunghezza 2270, larghezza 760, altezza sella 710, interasse 1585. Peso a secco 199 kg.

Prestazioni

potenza 25,0 kW (34 CV) a 7300 giri, coppia 36,3 Nm (3,7 kgm) a 5800 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

In commercio da tre anni, l’attuale versione del Burgman 400 ha accusato, nelle scorse stagioni, due problemi meccanici (ai quali la Suzuki ha generalmente ovviato sostituendo in garanzia le parti interessate): la precoce usura della frizione e la corrosione del serbatoio con conseguente intasamento della pompa benzina. Col tempo questi problemi sono stati definitivamente risolti e gli ultimi esemplari del Burgman, tra i quali quello in prova, ne sono del tutto esenti. Quanto alle prestazioni, il Burgman è al livello della miglior concorrenza (leggi Yamaha Majesty), accusando un certo ritardo solo in ripresa, evidenziato nella nostra prova sorpasso. Le vibrazioni sono sostanzialmente assenti, così come i vortici d’aria che non disturbano la guida. Tipicamente scooteristico il bilanciamento dei pesi che favorisce il posteriore: la maneggevolezza ne guadagna e il feeling con l’avantreno non è compromesso.

Curva di accelerazione

Suzuki Burgman 400

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 1,5 m/s
Temperatura aria 28°C
Pressione atmosferica 1006 mb
Temperatura asfalto 40°C

Rilevamenti

 
Suzuki
Burgman 400

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 143,5 km/h (47,0 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 17,9 s (119,2 km/h)
0-1000 m 34,3 s (139,8 km/h)
0-90 km/h 9,1 s (137,4 m)
0-130 km/h 23,8 s (601,8 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 14,8 s (453,8 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,7 s (85,4 m)
50-0 km/h 2,3 s (23,4 m)

CONSUMO

Urbano 20,5 km/l
Extraurbano 21,3 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 20,1 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 220,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 40,5/59,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 41,5/58,5

Pagelle

 
Suzuki
Burgman 400

In sella

4.5

Perfetta per i piloti di media statura, la posizione in sella è comoda anche per i più alti. Il baricentro è basso e ci si sente ben inseriti.

Comfort

5.0

La sella è acogliente, le sospensioni tarate sul morbido, il parabrezza protettivo. Ci si ricorda di essere su due ruote solo quando piove.

Dotazioni

4.5

La strumentazione è da berlina di lusso e non mancano freno di stazionamento, presa 12 Volt e doppio cavalletto.

Qualità percepita

4.5

Finiture, accoppiamenti delle plastiche e verniciature di livello molto buono, non ottimo come qualche concorrente.

Capacità carico

5.0

Praticamente una citycar. Il vano nel retroscudo è profondo, ma è il sottosella a sorprendere: contiene due integrali e altri oggetti.

Motore

4.0

Ottime l’accelerazione e la velocità di punta, discreta la ripresa. Molto contenuti i consumi, anche in città.

Trasmissione

3.0

Storicamente il tallone d’Achille del Burgman: il problema della frizione difettosa (comunque sostituita in garanzia) è definitivamente superato.

Sospensioni

3.0

La taratura morbida non asseconda la guida troppo aggressiva. Difficile accedere alla regolazione del monoammortizzatore posteriore.

Freni

4.0

Potenti e modulabili, soprattutto l’anteriore. Recentemente è stata introdotta la versione con ABS.

Su strada

4.5

Stabile in autostrada grazie al lungo interasse, ma anche insospettabilmente maneggevole e intuitivo. Guida a prova di neofita.

Versatilità

5.0

Su strada, il Burgman 400 non conosce limiti: è un compagno affidabile in città, ma anche negli spostamenti extraurbani, compresi i lunghi viaggi. Protettivo e solido, veloce e capiente, rappresenta una reale alternativa all’auto.

Prezzo

4.5

Inferiore rispetto ai concorrenti diretti (Yamaha Majesty e Honda S-Wing): facilmente, inoltre, si ottengono sconti in concessionaria.

Pregi e difetti

 
Suzuki
Burgman 400

PREGI

Versatilità, Capacità di carico, Comportamento dinamico, Protezione intemperie

DIFETTI

Ripresa, Ridotta distanza tra sella e pedane

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