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Kawasaki Z900: ecco la naked che da oggi vorrete comprare (e non solo per il prezzo...) +VIDEO+

Federico Garbin
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Kawasaki Z900: ecco la naked che da oggi vorrete comprare (e non solo per il prezzo...) +VIDEO+
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Rinnovata nei contenuti tecnici e nella dotazione, la nuova Kawasaki Z900 vuole imporsi nel segmento delle naked sportive: prezzo da media (9.990 euro), contenuti da maxi. Tanta elettronica ma anche tanta attenzione al dettaglio. La Z è tornata!

Kawasaki vuole continuare a imporsi nel mondo delle naked di cilindrata medio alta. Lo vuole fare, ovviamente, continuando la stirpe nobile e vincente della famiglia “Z”, ri-nata nella sua forma più moderna e attuale nell’ormai lontano 2003 (la sigla è legata anche alle storiche sportive svestite degli anni settanta). Quella dei primi duemila fu una moto di rottura con i canoni classici in voga nel periodo, e tutti la ricordiamo per quei capisaldi estetici e stilistici che hanno cambiato per sempre il segmento naked. I quattro scarichi puntati al cielo, per fare l’esempio più evidente, ma anche i cerchi bicolore o, semplicemente, le sue linee appuntite dal sapore tipicamente giapponese. Il riassunto di questo stile è una parola nipponica, ça va sans dire, strettamente legata alla stirpe “Z”: Sugomi style. Semanticamente e non testualmente, la possiamo tradurre con bilanciamento fra stile e contenuti tecnici. Fatto questo doveroso incipit, direi che non è azzardato dire che la nuova Z900 è la più Sugomi fra le Sugomi. Ora vi spiego perché…  

KAWASAKI Z900: UN PREZZO DAVVERO AGGRESSIVO

Senza ripercorrere tutti questi ultimi 20 anni, né sradicare matrici troppo lontane, sulla nuova Z900 i colletti bianchi di Akashi hanno scommesso forte. Partendo da una mano buona, che è la versione precedente, hanno aggiunto ciò di cui maggiormente si sentiva la mancanza: elettronica. Inoltre, perché questa è la parte succulenta del piano, hanno deciso per una commercializzazione molto, molto a buon mercato. Prezzo di partenza: 9.990 euro, per la standard nella colorazione nera, 250 euro in più per le altre due livree. A 12.240 euro, invece, c’è la versione SE, con una dotazione di tutto rispetto che più avanti vi racconterò. Guerra aperta ai prodotti cinesi, dunque, ma anche alla nuova Hornet 1000 e alla Yamaha MT-09 (entrambe sotto gli 11.000 euro). In questo gioco a tre rimane indietro solo l’altra giapponese, Suzuki, che è, al momento, proposta ad oltre 13.000 euro e di fatto gioca un altro campionato.  

KAWASAKI Z900: LE DOTAZIONI 

Occorre dire che Kawasaki le carte buone le ha giocate tutte, e subito. Ecco il pacchetto, dunque: IMU, ABS Cornering, controllo di trazione con interventi monitorati dalla piattaforma inerziale, 4 mappature di cui una regolabile e idonea alla esclusione del traction, quick-shifter bidirezionale. Non è tutto perché il corredo prevede anche il cruise control e un bel display TFT da 5” con predisposizione per la navigazione turn-by-turn. Tra l’altro, con controllo vocale (tramite interfono) e in lingua italiana. Per attivare queste funzioni, basta scaricare l’app Rideology. È tutto? No, ci sono anche sospensioni regolabili (in compressione e precarico, sia il mono che la forcella), impianto di illuminazione full led e i nuovi pneumatici Dunlop Sportmax Q5A, che contribuiscono in modo significativo a migliorare le performance della moto, soprattutto rispetto alla precedente versione...  

KAWASAKI Z900: PRIMO CONTATTO

Bene, pronti? Via. Posizione in sella raccolta, con il classico serbatoio un po’ incombente della Z, ma abbastanza stretto nella zona di contatto con la sella. Il componente va poi ad allargarsi verso il manubrio senza, almeno che non siate particolarmente dotati in fatto di altezza, obbligarvi ad aprire troppo le gambe. Il manubrio è nuovo, in alluminio e di tipo “fat”, quindi un po' più corposo in termini di diametro, soprattutto in zona riser. Onestamente, non ho notato un diverso rapporto con la ruota né un maggiore braccio di leva in manovra. Comunque, la Z900 ha sempre dato e continua a dare l’impressione di essere una moto svelta e corta, con un avantreno vicino e comunicativo, ora ancor più diretto grazie ai nuovi pneumatici. Le pedane non sono arretrate, la moto è stretta nella zona posteriore e la (mi sbilancio dicendo raffinata) sella è posizionata a 830 mm dal suolo: nessun problema nel toccare terra con i piedi. Se necessario, comunque, c’è la versione ribassata a 810 mm. Il primo approccio, quindi, non imbarazza anche perché nemmeno il peso è esagerato: 213 kg in ordine di marcia, con una molto efficace centralizzazione delle masse. Prese dunque le prime misure, partiamo.  

KAWASAKI Z900: LA PROVA SU STRADA

Anche il quattro cilindri è stato interessato da numerosi interventi: nuovi alberi a camme, una differente rapportatura, differente gestione dell’iniezione. Cure che hanno giovato anche ai consumi, inferiori (stando ai dati dichiarati) del 16% rispetto alla precedente. Detto ciò, la prima considerazione: l’erogazione non è esplosiva ma subito piena, e non si sente la mancanza né di coppia, né di cavalli (che sono 124, in tutto). C’è tanta elasticità, che si traduce nella possibilità di limitare l’uso del cambio, e un buon allungo che finisce senza brusche interruzione una volta superati gli 11.000 giri. Comunque, terza marcia e via, si può uscire svelti anche dalle curve più strette. Non c’è nemmeno da temere per una eventuale esagerata irruenza: la IMU monitora gli interventi del traction con solerzia e anche gli eventuali tagli non sono troppo netti. Bisogna invece prendere un po’ di confidenza con l’impianto frenante perché ha un mordente quasi eccessivo nella prima parte della corsa della leva. Durante la guida più sportiva questa caratteristica si traduce in un affondamento repentino dell’avantreno e un po’ di nervosismo in fase di inserimento. Non ci sono però rimbalzi da parte della forcella, quindi a centro curva e in uscita c’è di cui fidarsi (e i pneumatici che lavorano a dovere aumentano la sensazione di fiducia). Ottimo, sempre rimanendo in tema sospensioni, il rendimento del mono, anche sulle sconnessioni improvvise.  

NUDA MA CONFORTEVOLE

E allora via, a rincorrere un po’ di curve veloci. Bel motore, reattivo, e adatta alla situazione la rapportatura del cambio: prime marce corte, sesta che permette al quattro cilindri di distendersi un po'. Il quick-shifter è abbastanza veloce anche se, in scalata, ho assistito a qualche leggero impuntamento, soprattutto a motore caldo. Per i rettilinei c’è il cruise control, di serie, che si imposta facilmente dal blocchetto elettrico sinistro. Che ve lo dico a fare? Non cercate riparo aerodinamico (almeno senza attingere alla lista di accessori), ma sappiate che il comfort a bordo è comunque buono anche sulle lunghe distanze. Qualche vibrazione alle pedane, ma su frequenze poco invasive, ottima imbottitura della sella. Il nuovo display da 5” è gradevole alla vista e ricco di informazioni; a tal proposito, avrei voluto provare i comandi vocali, ma i tecnici stanno realizzando in questi giorni gli ultimi aggiornamenti. La strumentazione è ricca e chiara, la frizione morbida, la sella ben imbottita. Nulla da dire: a bordo si sta bene.  

KAWASAKI Z900: PREZZI E DISPONIBILITA'

Insomma, coniglio fuori dal cilindro? Sì, perché la Z900 è davvero ben progettata, pensata e industrializzata. Senza dimenticare il prezzo, che qui è il fulcro sul quale dobbiamo imperniare tutte le considerazioni. A guardarla con un po’ di attenzione, troviamo finiture molto curate (i dettagli in alluminio spazzolato, la sella, la bellissima verniciatura del telaio, gli accoppiamenti), una dotazione di serie ricca (l’unica cosa che avrei desiderato in più, viste le condizioni meteo della prova erano le manopole riscaldate) e prestazioni più che sufficienti a divertire anche i più smaliziati. C’è anche la versione SE, che però non abbiamo potuto testare. In più, ha mono Ohlins (S46), Showa anteriore completamente regolabile, pinze freno Brembo radiali e cerchi del bel verde utilizzato per il telaio. Costa, però, 2.000 euro in più. Se volete vedere se una delle due fa al caso vostro, a fine febbraio saranno nei concessionari.
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