Anteprime
Keeway RK V125C: una vera custom con bicilindrico a V (ma è 125 cc...)
Era da tanto che non si vedeva una vera cruiser per patente A1. Oltre alla seduta e all’estetica generale che reincarnano lo stile diventato di moda in America tempo fa, Keeway RK V125C sfrutta un motore bicilindrico capace, nel suo piccolo, di regalare un buon feeling alla guida
Ogni tanto sembra che alcune cose non si possano più fare. Se si pensa ai 20 anni tra il 1980 e il 2000 quasi tutte le case hanno azzardato con soluzioni non adottate da altri, a volte con dei grandi fallimenti, altre creando il punto di riferimento per la realizzazione di alcune tipologie di moto.
Oggi sembra tutto più stagnante. C’è ancora qualche grande marchio che tenta per portare innovazione ma per lo più c’è la corsa collettiva al perfezionismo (esempio: tutti i grandi marchi stanno arrivando con la loro trasmissione automatica). E tutto questo probabilmente è dovuto a un fattore di costi e ricavi, ovvio sono aziende, però c’è ancora qualcuno che realizza modelli che non sono innovativi ma semplicemente con la vecchia filosofia adattata alle nuove tecnologie.
Un esempio è proprio la protagonista del nostro test. Keeway RK V125C non ha niente di nuovo ma sfoggia questo bicilindrico a V da appena 125 cc che regala ai veri neopatentati la possibilità di vivere da subito la vera cruiser.
L'hanno resa grande
Parliamo pur sempre di una “motina”: una 125 deve essere contenuta in termini di peso e dimensioni ma Keeway è riuscita a darle un’aria da più grande. Il motore di per sé più ingombrante dei classici mono, il serbatoio da ben 19 litri, l’interasse importante dovuto alla forcella ben inclinata (come deve essere per una cruiser) e in generale un telaio largo la fanno sembrare più grande di quello che è, tanto che una persona di 190 cm di statura trova facilmente il suo spazio a bordo. L’estetica poi riprende a pieno le classiche cruiser. L’anteriore semplice, a tratti spoglio, con faro a LED tondo e cavi a vista, manubrio ampio e display anche questo tondo ma efficace, indica solo i dati principali di viaggio. Il serbatoio contribuisce anche nell’estetica con la sua forma a goccia. Dietro segue la sella a due posti con cuciture a vista e parafango in metallo e si chiude con faretto a LED. Lateralmente spuntano le coperture dell’iniezione e dell’airbox con le scritte Keeway e RK V125C, lo scarico a vista con uscite dei collettori laterali è caratteristico ma la sua estetica stona un po’ nello stile generale della moto.Caratteristiche tecniche
È vero, il motore fa la sua scena ma Keeway ha voluto mantenere relativamente basso il prezzo, perciò per bilanciare il tutto ha mantenuto la ciclistica abbastanza semplice. Partiamo con il propulsore, già accennato bicilindrico a V, 6 valvole, da 125 cc EURO 5 ad iniezione e con raffreddamento a liquido eroga poco meno di 14 cv a 8.500 giri/min e 14,4 Nm di coppia a 6.500 giri/min, già si notano le differenze rispetto ai classici monocilindrici. Il comparto sospensioni è composto da una forcella a steli rovesciati con 110 mm di escursione e doppio ammortizzatore posteriore da 34 mm regolabile nel precarico su 5 livelli, mentre l’impianto frenante fa affidamento su un sistema idraulico con disco da 296,5 mm all’anteriore e 240 mm dietro, dotato di CBS. Gli pneumatici sono da 120/80 davanti e 140/70 dietro, entrambi montati su cerchi da 17”.Ergonomia azzeccata
Come già detto tutti possono sedersi comodamente sulla RK V125C, i più alti grazie alle dimensioni generali della moto mentre per stature minori l’altezza della sella da terra di 690 mm permette in ogni caso di poggiare bene entrambi i piedi per terra. Tra l’altro la sella con questa forma a “conca” regala un buon appoggio per la parte bassa della schiena, sorreggendola. La triangolazione è corretta, le braccia si distendono sull’ampio manubrio lasciando le spalle rilassate e anche le gambe vanno avanti verso le pedane. Il comfort in generale è quindi buono, soprattutto per spostamenti brevi e medi, nelle lunghe distanze invece si fanno sentire la sospensione a corsa corta posteriore e la sella un po’ dura, affaticando la schiena che subisce tutto.E per il passeggero la situazione non è delle migliori con uno spazio in sella davvero ridotto e pedane vicine che costringono a rannicchiare le ginocchia.
Feeling da vera custom
Alla carta ci siamo, le caratteristiche sono davvero da piccola Harley, ora però arriviamo alla guida e c’è da fare una riflessione; perché le cruiser utilizzano tutte motori con cilindrate sopra alla media? La risposta è semplice, perché vengano chiamate cruiser devono dare quel feeling particolare di spinta forte ma mantenendo velocità non troppo elevata che si ottiene avendo tantissima coppia e non troppa potenza. Serve quindi un motore a corsa lunga.E la RK V125C è in effetti così, con alesaggio di 42 mm e corsa di 46 rispetta le regole, ma alla fine si parla sempre di un 125 cc… Il motore non ha un grande spunto, causa i due cilindri e ovviamente le strozzature dovute all’omologazione, ma lei non vuole essere rapida, perciò non risulta un grande problema. Una volta che la moto è lanciata, il motore risulta piacevole e la possibilità di girare a regimi maggiori rispetto a una monocilindrica permette cambiate un filo meno frequenti. Si viaggia costanti senza fatica intorno ai 5000 giri/min, che equivalgono a circa 60 km/h in sesta marcia ma si può arrivare fino a 80 km/h subendo qualche vibrazione dalle pedane con un massimo di poco più di 100 km /h.
Il cambio è preciso ma la leva ha una corsa esagerata, sembra rotta a primo impatto, e costringe ad alzare la gamba ogni volta che si cambia anche con uno stivaletto.
La RK V125C rimane una moto da guidare tranquillamente, anche per far funzionare al meglio la ciclistica. La forcella lavora bene, l’escursione e il diametro sono un po’ contenuti ma tutto sommato riesce ad attutire anche gli urti maggiori, dietro i due ammortizzatori fanno quello che possono con i 35 mm di corsa, in questo caso i colpi sono spesso secchi. Tra le curve la Keeway ci prova, non è bloccata in posizione verticale ma ovviamente le pedane toccano presto, molto più piacevoli i rettilinei nelle statali. C’è però da dire che il peso di 164 kg, non troppo contenuto per una 125, non si fa sentire essendo tutto nella parte inferiore della moto; perciò, anche le manovre a bassa velocità in città non sono un’impresa. E qui trova senso, è vero che preferisce i rettilinei ma tutto sommato se la cava bene nel traffico e le gambe spostate in avanti evitano il calore che arriva dal radiatore.
Perciò alla fine dei conti fa davvero la cruiser, con quasi gli stessi pregi e difetti ma molto più lentamente. Velocità di crociera bassa e poca ripresa la rendono piacevole quando lanciata sui rettilinei nelle strade di campagna e per iniziare direi che permette davvero di vivere le stesse emozioni anche se in piccolo.