Abbiamo testato la moto più esagerata in commercio: 2.458 cc, 182 CV e oltre 300 kg di peso. Impossibile da guidare? Tutt'altro: ecco com'è andata!
La Triumph Rocket 3 è una muscle cruiser politicamente scorretta fin dal suo debutto, ormai 20 anni fa, quando scese in campo forte di un motore da 2300 cc, il più grande montato su una moto di serie. Ma non erano gli anni nei quali si faceva troppa attenzione al contenimento dei costi, dei consumi e degli acquisti ponderati. Almeno nel campo delle due ruote.
E’ infatti da relativamente poco tempo che c’è un prepotente ritorno sul mercato di moto “ragionevoli”, la vendetta delle medie cilindrate utili e funzionali alla vita di tutti i giorni. Ed è proprio in quest’ottica che a Hinckley decidono di andare controcorrente e, fregandosene, alzano l’asticella e anabolizzano ulteriormente la loro cruiser portando la cilindrata del tre cilindri in linea montato longitudinalmente fino a 2.458 cc. Ed è di nuovo record! Così come lo è il dato di coppia massima che tocca un picco di 225 nm a soli 4000 giri.
Numeri che impressionano vista anche la potenza massima che si attesta a 182 cavalli a 7000 giri. Ben 15 in più rispetto al modello precedente. Dati esplosivi che, letti sulla cartella stampa, ci fanno pensare a quale possa essere la necessità di ricercare questi numeri. Per questo serve un test, approfondito il più possibile, per andare a scoprire dov’è la logica nascosta nella produzione di questa moto unica. E c’è, eccome se c’è!
TRIUMPH ROCKET 3 STORM GT: COM'E' FATTA
A cominciare proprio dal suo straordinario propulsore che appena prende vita regala il primo brivido di emozione. Il bialbero inglese gira al minimo con il tono di scarico di chi non ha nulla da dimostrare e non teme confronti. Non saprei spiegare se si tratta di una sensazione dettata dalla conoscenza di quello che ho sotto al sedere ma in sella alla Rocket 3 serve pochissimo per sentirsi potenti e padroni assoluti della strada. Ogni minima rotazione del comando del gas prevede un ruggito sordo che arriva dalle due gigantesche bocche di cannone cha hanno la funzione di terminali di scarico.
Due sono le versioni disponibili della serie Storm, la R e la GT, che si differenziano per una posizione in sella diversa dettata dal differente posizionamento delle pedane del pilota e da un manubrio con una diverso andamento. Posizione tradizionale per la versione R mentre decisamente distesa per la GT, in pieno stile cruiser, che impongono al pilota una seduta con gambe e braccia molto allungate.
Le Storm sono poi identificabili grazie a colorazioni dedicate dove il nero e i toni scuri in generale la fanno da padrone.
Sono verniciati in nero opaco motore, collettori, scarichi e molte parti delle sovrastrutture come i foderi, le piastre forcella e la protezione del forcellone. In nero lucido sono invece i cerchi in alluminio dal design dedicato, da 16 pollici il posteriore che calza un gigantesco pneumatico Avon 240/50 e da 17 pollici l’anteriore con gomma 150/80. I colori carrozzeria disponibili per la Gt sono tre, tutti a doppia tonalità.
L’enorme motore tre cilindri trova posto in un telaio in alluminio che alterna elementi forgiati ad altri fusi. Le sospensioni sono di pregio con forcella Showa a steli rovesciati da 47 mm di diametro e 120 mm di escursione regolabile in compressione e in ritorno. L’ammortizzatore, sempre Showa con serbatoio separato e 107 mm di escursione, é completamente regolabile con regolazione del precarico idraulico.
Viste le prestazioni in gioco e il peso, che fa fermare la bilancia a 317 chili in ordine di marcia, l’impianto frenante deve essere più che adeguato. Troviamo così delle spettacolari pinze Brembo radiali Stylema monoblocco che agiscono su una coppia di dischi anteriori da 320 mm di diametro. Sempre monoblocco la pinza posteriore su disco da ben 300 mm di diametro.
TRIUMPH ROCKET E STORM GT: L'ELETTRONICA
Anche per la sua muscle cruiser Triumph decide di non lesinare alla voce “elettronica” dotando la Rocket di un bel pacchetto comprensivo di tre mappe motore, road, rain e sport, con setting degli ausili alla guida preimpostati ed una personalizzabile, la rider, nella soglia di intervento del controllo di trazione e nella risposta la comando del gas ride by wire. Il sistema ABS e il traction control sono cornering.
Entrare nei menù di regolazione è pratico ed intuitivo grazie al joystick con retroilluminazione, come tutti i comandi, presente sul lato sinistro del manubrio mentre è poco comprensibile la scelta di fornire la connessione al pannello TFT a colori solo come optional visto il livello premium generale. Anche in virtù del fatto che sulla Rocket 3 è stata posta una grande attenzione ai particolari con pedane poggiapiedi regolabili, cruscotto anch’esso regolabile nell’inclinazione per essere sempre visibile dal pilota, schienalino passeggero con diverse possibilità di altezza, cruise control e sistema di accensione keyless.
TRIUMPH ROCKET 3 STORM GT: COME VA
Quindi una muscle cruiser così imponente e performante, con un chilometrico interasse di 1677 mm, in fin dei conti come si guida? Ed è davvero alla portata di tutti? Comincio subito col dire che sì, la Rocket 3 si guida, eccome! Ed è la prima fantastica sorpresa. La sella a 773 mm da terra aiuta ad avere subito una buona percezione di controllo e stabilità, i piedi sono entrambi saldamente appoggiati a terra. Cambio preciso e silenzioso, l’esemplare a mia disposizione era dotato di quickshifter bidirezionale fornito come optional. Dentro la prima e si apre un mondo sconosciuto. C’è, fin dai primi metri, la sensazione che il comando del gas corrisponda ad una leva per spalancare una gigantesca paratia che cerca di contenere una spinta pronta a scatenarsi.
Cambio marcia sempre intorno ai duemila giri e la Rocket acquista velocità in un modo che non mi era mai capitato di provare. Accompagnata da un sound di scarico e di meccanica che diventa presto ipnotico. Guido di notte nella città semi deserta, condizione ottimale per accelerare i sensi e godere a pieno delle emozioni che regala la guida della Storm Gt. Anche rimanendo sotto al regime della spaventosa coppia massima si viaggia con un passo incredibilmente veloce. La risposta del gas è precisissima, il cambio elettronico funziona perfettamente e la Rocket risulta molto più facile ed intuitiva di quello che si potrebbe pensare.
La discesa in piega è progressiva e ben più veloce delle mie aspettative. Regala grande confidenza oltre ad una luce a terra che permette angoli di tutto rispetto. Anche i cambi di direzione vengono digeriti con una certa facilità rivelando doti dinamiche di assoluto rilievo. Le sospensioni lavorano bene, la forcella meglio del mono che risulta un po’ secco sulle sconnessioni più accentuate rimandando qualche contraccolpo sul cardano.
In movimento il peso della Rocket viene un po’ mitigato ma non bisogna dimenticarsi di essere alla guida di una moto che pesa pur sempre più di 300 kg. Ed eventuali manovre di emergenza potrebbero richiedere un certo mestiere. La cruiser inglese è quindi incredibilmente efficace nella sua resa dinamica ma richiede al pilota impegno e concentrazione quando si decide di esplorarne il limiti, seppur alti. Risulta invece perfetta quando si guida godendosi il viaggio, forte di un motore assolutamente privo di vibrazioni e una posizione in sella super confortevole grazie anche alla sagomatura del supporto lombare. Semplice da utilizzare e decisamente irrinunciabile la presenza del cruise control che rende i trasferimenti a velocità costante ancora più godibili.
TRIUMPH ROCKET 3 STORM GT: PREGI E DIFETTI
Naturalmente resisto poco alla tentazione di andare a scoprire cosa succede se, invece di infilare la marcia successiva, rimango attaccato al gas per varcare la fatidica soglia di 4000 giri indicati. In terza marcia insisto e vado a cercare il fondo corsa della manopola del gas venendo proiettato in una realtà parallela. La spinta è quella di un uragano che arriva nella schiena con una violenza che sulle prime coglie di sorpresa. La Rocket si proietta in avanti con la veemenza di una sportiva con il suo tre cilindri che cambia tono di voce trasformandosi in un ruggito inconfondibile. La strada corre sotto alle ruote in maniera così veloce che è prevista una soglia di attenzione altissima. Così alta che, in caso contrario, si corre il rischio di incappare nel limitatore se non si è sufficientemente pronti ad inserire il rapporto successivo. Con il cambio che in questo frangente diventa se possibile ancora più rapido e preciso. E la corsa, furiosa, sembra non avere fine se non per i limiti dettati dal buon senso e dai limiti del codice della strada.
Certo, conosco bene i dati dichiarati di questa moto ma viverli sulla propria pelle è cosa ben diversa. Non riesco a smettere di rimanere stupito su come questa gigantesca cruiser inglese possa proiettarmi in avanti con così tanta cattiveria. Davvero un esperienza nuova.
E a prestazioni, e pesi, non dimentichiamolo, di questo livello deve corrispondere un impianto frenante adeguato che sulla Rocket 3 è un’altra della cose che mi ha stupito. La frenata è straordinariamente potente e modulabile ed è sufficiente la minima pressione alla leva per ottenere decelerazioni repentine. Senza accusare mai la minima fatica nemmeno dopo ripetute frenate profonde. Va prestata solo un po’ di attenzione in più nell’uso del posteriore che è molto potente e può innescare qualche leggera pulsazione dovuta all’intervento dell’abs. In generale comunque una resa da riferimento.
TRIUMPH ROCKET 3 STORM GT: QUANTO COSTA
Rientro a casa nel cuore della notte con l’adrenalina alta che mi renderà difficile prendere sonno. La Rocket 3 Gt mi ha fatto innamorare per come va, per com’è fatta, benissimo, e per quanto si fa guardare. Certo, per questa moto serve un grande garage e un grande portafogli, visto che il listino dice 26.495 euro.
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