Le due mono stradali di Husqvarna si presentano all'appuntamento col 2024 rinnovate per il 90%. Le modifiche riguardano motore, ciclistica ed elettronica. Lo stile è sempre lo stesso, inconfondibile. Ecco come vanno
Husqvarna mette mano in maniera pesante alle sue due piccole mono, Vitpilen e Svartpilen, intervenendo su circa il 90% dei loro componenti. Lo fa però lasciando quasi invariato il design che fin dal debutto, grazie ad uno stile davvero minimalista e di rottura, ha destato molto scalpore facendo inevitabilmente parlare di loro. Il più classico esempio di quando si dice “non importa se bene o male, l’importante è che se ne parli”.
Prima grande novità è proprio il motore, il cuore pulsante di Vitpilen e Svartpilen. Una totale riprogettazione, in particolar modo della testa quattro valvole, ha permesso di ridurne gli ingombri e il peso in maniera significativa nonostante l’aumento della cilindrata di 25 cc. Molta attenzione è stata dedicata alla diminuzione delle vibrazioni grazie ad un trattamento al plasma per il cilindro che riduce gli attriti. I 399 cc del mono erogano 45 cavalli di potenza massima a 8500 giri con una bella coppia di 39 nm a 7000 giri.
CICLISTICA E SPECIFICHE TECNICHE
Il telaio è totalmente rivisto, confermato il traliccio in tubi di acciaio, ma con quote diverse. Si apre leggermente l’angolo del canotto di sterzo ed è complessivamente più rigido. Il telaietto posteriore, anch’esso a traliccio, è imbullonato. Altra novità è il forcellone curvilineo in alluminio pressofuso che si collega all’ammortizzatore, ora disassato, per permettere la presenza di una scatola filtro di dimensioni più grandi, senza leveraggi.
Il pacchetto sospensioni è marchiato WP e vede una forcella Apex a steli rovesciati da 43 mm di diametro regolabile in compressione ed estensione, con registri separati sulla sommità degli steli, su cinque posizioni. Di pregio la lavorazione in alluminio forgiato delle piastre forcella. WP Apex anche l’ammortizzatore che prevede la possibilità di essere regolato nel precarico e nel ritorno idraulico. Per entrambe le versioni l’escursione delle sospensioni è di 150 mm.
L’impianto frenante ByBre vede pinza anteriore a quattro pistoncini ad attacco radiale che lavora un disco da 320 mm di diametro. A doppio pistoncino flottante la pinza posteriore che agisce su disco da 240 mm di diametro.
Visto lo stile diverso, più scrambler quello della Svartpilen e decisamente più cafe racer quello della Vitpilen, cambiano i cerchi che sono a raggi per la prima con pneumatici Pirelli Scorpion STR mentre sono in alluminio a sei razze quelle della Vitpilen con pneumatici Michelin Power 6.
RITOCCHI ESTETICI ED ELETTRONICA
Esteticamente non ci sono grandi differenze rispetto alla versioni precedenti. Rimangono entrambe decisamente minimaliste con la Vitpilen che abbandona però il portatarga sopra alla ruota per uno più tradizionale sottosella. Lo scarico, totalmente riprogettato, trova adesso posto sotto al motore e non corre più lungo il fianco destro delle moto. Piccole novità anche per la posizione in sella dato che Vipilen guadagna un manubrio tradizionale abbandonando i semimanubri della precedente versione e regalando al pilota una posizione in sella con polsi meno caricati. Altezze delle selle identiche, 820mm da terra e pesi che si discostano poco, 151 kg per Vitpilen contro i 159 della Svartpilen.
Significativo, per il segmento di appartenenza, il pacchetto elettronico. Arrivano le mappe motore, street e rain, che cambiano la risposta del comando del gas ride by wire. La piattaforma inerziale a sei assi gestisce poi il controllo di trazione MTC e l’ABS cornering con la possibilità di disinserire il posteriore nella modalità supermoto. Interessante poi la presenza del quickshifter bidirezionale Easy Shift, che può essere disinserito, e della frizione antisaltellamento.
Tutti i settaggi sono rapidi ed intuitivi grazie all’utilizzo dei tasti retroilluminati posizionati sul lato sinistro del manubrio e sono visualizzabili sul bel pannello TFT a colori da 5 pollici connettibile al proprio smartphone. Telefono che può essere ricarico grazie alla presenza di una presa usb.
IL TEST SU STRADA: PREGI E DIFETTI
Le molte novità tecniche portano ad interessanti miglioramenti anche nella resa globale delle due mono svedesi. Il mono dalla cilindrata aumentata era e rimane un riferimento assoluto. Basta superare di poco i 3000 giri indicati per percepirlo fluido e progressivo. La risposta al comando del gas è precisa e priva di on off permettendo una guida rilassata senza avvertire mai pistonate poco gradevoli se non scendendo sotto i duemila giri in un rapporto alto. La spinta diventa significativa intorno ai 6000 giri indicati, poco sotto al regime di coppia massima, per non esaurirsi fino alla soglia del limitatore a 10000 giri. Un plauso va all cambio elettronico che funziona alla grande quando si guida aggressivi senza però perdere di precisione e fluidità anche a ritmi più blandi.
Miracolosa la quasi totale assenza di vibrazioni anche ai regimi costanti con i trasferimenti che risultano tutto sommato comodi se non per la totale esposizione all’aria. Bene, molto bene, le sospensioni che hanno un funzionamento sempre efficace. Copiano e leggono l’asfalto con precisione, danno sempre un valido sostegno con pochi trasferimenti di carico e sono sensibili alle regolazioni. A ritmi sostenuti trasmettono al pilota la sicurezza necessaria mantenendo le moto rigorose e facili tra le curve. La rapidità del loro anteriore, che in alcuni frangenti correva il rischio di avvicinarsi al nervosismo, è confermata ma con un equilibrio generale decisamente migliorato.
Svart e Vit restano super veloci nella reazioni ma perdono quasi completamente la tendenza a trasmettere al pilota poche informazioni con la ruota anteriore, soprattutto quando ci si avvicina al limite. In percorrenza seguono con un buon rigore la linea impostata con un anteriore stabile e solido. Piccola differenza tra Vit e Svart dovuta principalmente alla scelta dei cerchi ruota. Quelli a raggi leggermente più pesanti della Svart la rendono ancora più rassicurante e controllata nelle reazioni rispetto alla gemella che si muove sempre come un furetto con il suo anteriore che conserva quel briciolo di follia che tutto sommato non ci dispiace. La frenata è adeguata anche se avremmo gradito un minimo di mordente in più nella primissima fase di intervento.
La potenza però non manca di certo e il sistema ABS funziona alla grande, abbiamo guidato per diverse ore sotto ad un’acqua torrenziale, non entrando mai in funzione in maniera inaspettata. Stesso discorso per il controllo di trazione che vigila silentemente e che, quando interviene, lo fa in maniera poco invasiva palesandosi solo con la spia di allert sul cruscotto. Valida in questo caso la possibilità di impostare la mappa rain che mitiga la risposta del mono quando le condizioni di aderenza sono particolarmente difficili.
QUANTO COSTANO?
Prezzi praticamente identici, 6.680 euro per Vitpilen e 6.780 per Svartpilen. Visto quello che offrono le due mono svedesi sono cifre molto interessanti. Le moto sono ben realizzate con una grande attenzione ai particolari, sono facili ma allo stesso tempo in grado di accontentare anche utenti smaliziati e alla ricerca di una guida che dia soddisfazione. Si prestano ad un uso molto ampio che va dal commuting urbano nella vita di tutti i giorni a giornate di guida fuori porta, con Vitpilen più portata ad accontentare piloti solitari e Svartpilen che offre spazio anche per un eventuale passeggero che troverà comoda la porzione di sella a lui dedicata. Non ultimo hanno un design che le rende inconfondibili attirando sempre l’attenzione.
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