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Energica Experia: come va l'elettrica più evoluta al mondo
Tanta tecnologia e tanta autonomia : la Energica Experia prova così a rendere possibile fare del turismo in elettrico, contando su dotazioni, abitabilità e protettività a livello delle migliori
Un viaggio in moto è sempre un’avventura; se la moto è elettrica l’avventura è doppia, al punto che finora fare del turismo con una moto di questo tipo non era nemmeno immaginabile; ma a furia di ingrandire le batterie e aggiungere colonnine ormai è possibile, anche se i modelli che lo permettono sono ancora pochi, fra i quali spicca la Energica Experia.
22,5 kWh: eccolo qua il numero magico. La Model S, l'ammiraglia di Tesla, di kWh ne ha 100 per un’autonomia di circa 500 km; la Experia di batteria ne ha un quinto – comunque tanta per una moto, che ha vincoli di peso e ingombro ben diversi da un’auto, ma l’autonomia in proporzione è doppia, perché con un kWh percorre circa 10 km contro 5 km, e così arriva a fare un paio di centinaia di km. Poco? Tanto? Abbastanza, diremmo, anche perché Energica è l’unica, con Harley-Livewire, ad offrire di serie il sistema di ricarica ultraveloce a corrente continua, che in 40 minuti riporta la batteria all’80%. E se pensiamo che l'energia stoccata nella sua batteria equivale a circa due litri di benzina, beh… farci 200 km è un piccolo miracolo.
Il "miracolo" della trazione elettrica
Come è possibile questo miracolo? Beh, il “trucco” se vogliamo è che l’elettricità è la forma più pregiata di energia, facile da trasformare ad esempio nell’energia meccanica che serve a muovere la moto. Questo consente al gruppo batteria-motore elettrico di avere un’efficienza complessiva superiore al 90%, contro il 30-35% di un motore a scoppio. Se l’efficienza è tre volte tanto, è come se quei 2 litri diventassero 6, comunque pochi per farci 200 km; il resto dipende dalle altre efficienze della piattaforma elettrica come l’assenza di frizione e cambio, il recupero di energia in rilascio, il fatto che da fermi e a bassa velocità il consumo è praticamente zero.
Comunque l'elettrico di energia a bordo ne ha davvero poca: è un po' come un partire in riserva. Per questo i primi veicoli elettrici erano bassi, leggeri e con le gomme strette: l'opposto di questa Experia, o di una Tesla se è per questo; ma negli ultimi anni il lavoro sulle batterie, gli inverter e i motori elettrici ha permesso di offrire un pacchetto senza rinunce in termini di abitabilità, protettività e prestazioni; e la Experia in questo senso è davvero fra le migliori.
una crossover premium, con tutto il DNA sportivo di Energica e il massimo della tecnologia per offrire 200 km di autonomia reale, che possono salire a 400 km in città
Energica Experia: come è fatta
Come tutti i veicoli elettrici, la Experia è costruita attorno alla grande batteria. Le estese carene fanno un buon lavoro nell’occultarla, ma spunta in tutta la sua imponenza non appena si apre il vano del falso serbatoio, che occupa quasi per intero.
Leggermente ruotata all’indietro per migliorare il posizionamento del baricentro, è raffreddata ad aria ma con tutta una serie di accorgimenti che Energica ha sviluppato anche grazie all’esperienza della MotoE. Il raffreddamento è infatti un tema cruciale anche sui veicoli elettrici. La ricarica avviene con un caricabatteria integrato da 3,3 kW collocato nel codino, che permette di ricaricare in circa 6 ore. Si potrebbe far meglio con un caricabatterie più grande, che però avrebbe aumentato il peso e richiesto un raffreddamento attivo, con le ventole; a Modena hanno preferito non andare oltre, offrendo la possibilità di ricaricare in corrente continua dalle colonnine Fast Charge.
La piattaforma Energica di seconda generazione ha la batteria più stretta e alta, il motore EMCE più compatto e il telaio misto traliccio-piastre
Energica anche in ricarica: correnti e potenze gigantesche
Se col caricabatterie da 3,3 kW la batteria della Experia può assorbire fino a 15 Ampère – ovvero tutta la corrente che circola per casa vostra accendendo tutto il possibile: forno, lavatrice, eccetera – con la corrente continua, che bypassa il trasformatore visto che le batterie funzionano appunto in corrente continua, la corrente assorbibile arriva fino a 80 A, un valore veramente gigantesco. Appena si avvia il processo è possibile scegliere la corrente massima e anche il livello di carica desiderato: per preservare la batteria, Energica consiglia di caricare di norma a 15 A, in modo di dar tempo alle celle di equalizzarsi, un delicato processo che avviene quando per salire dall’80% al 100% della capacità. Il Fast Charge è sempre possibile, ma per stressare meno la batteria è meglio alternarlo alla ricarica "lenta".
Il pacchetto batteria-ricarica della Experia è al momento imbattibile: le uniche alternative per chi vuole viaggiare sono le americane Zero SR/S e DSR/X – con batteria da 17,3 kWh e con la possibilità di montare caricatori multipli, ma non la ricarica Fast in corrente continua – e l’altra italiana Tacita T-Cruise Turismo, con oltre 25 kWh di batteria ma anche in questo caso non la ricarica veloce.
compatto, leggero, bello anche alla vista e gradevolissimo nell'utilizzo: il motore EMCE è uno dei punti forti della Experia
Experia: la prima Energica di seconda generazione
La piattaforma Energica di seconda generazione è probabilmente la più sofisticata al mondo per quel che si è finora visto sulle due ruote. Insieme alla batteria, al suo cuore c’è il motore EMCE a flusso radiale, raffreddato a liquido e sincrono, ma alimentato da un sistema “ibrido” a riluttanza assistito da magneti permanenti. Una faccenda da specialisti, ma ci limiteremo a dire che si tratta di una scelta originale nel campo automotive, che consente di generare alte coppie anche a bassi regimi di rotazione e di raffreddare in maniera efficace la struttura. Con una potenza di 102 CV (75 kW) e 115 Nm di coppia, spinge la Experia a 180 km/h (autolimitati), con un’accelerazione come sempre veemente mediata da un solo stadio di riduzione con una cascata di ingranaggi a denti dritti, che produce il caratteristico “fischio” in marcia.
Dal momento che la batteria fornisce una corrente continua, ma il motore ha bisogno di una corrente alternata calibrata con estrema precisione sia nell’ampiezza che nella fase, intervengono l’inverter e il sistema di controllo, con i suoi algoritmi che sulle Energica contano diversi milioni di linee di codice, realizzati in casa negli anni dai tecnici modenesi. La centralina di più alto livello, la VCU (Vehicle Control Unit) gestisce anche il ricco pacchetto elettronico che conta su traction control+anti-wheelie, regolabile su 6 livelli, e ABS Bosch 9.3 MP, entrambi cornering grazie alla presenza di una piattaforma inerziale; non mancano le mappe motore (4) e per la frenata rigenerativa (4), il tutto organizzato in 7 riding mode di cui 3 personalizzabili. A chiudere il quadro, abbiamo il cruise control e le manopole riscaldate.
Più autonomia = più peso
Tanta batteria, lo sappiamo, vuol dire tanto peso: alla bilancia la Experia fa segnare 260 kg, valore importante anche se non lontano da quello di una Adventure col pieno. E con loro la Experia si confronta, essendo una crossover dalle dimensioni piuttosto abbondanti: interasse di 1.513 mm e sella piuttosto bassa, a soli 847 mm per un assetto piuttosto stradale, seduti con il busto eretto, le braccia molto distese e le gambe raccolte.
Il telaio mantiene la classica struttura Energica a traliccio con piastre in alluminio, ed è abbinato a sospensioni ZF regolabili con escursione di 150 mm. Nessun problema in frenata con il doppio disco Brembo anteriore da 330 mm e pinze radiali. Oltre alla protezione offerta dalle ampie sovrastrutture, la Experia è predisposta per il montaggio del tris di borse da 112 litri totali. Buone nel complesso l'abitabilità e la capacità di carico, anche in coppia: l'unico appunto sono le pedane del passeggero molto vicine al lato anteriore delle borse.
c'erano una volta le elettriche snelle e leggere come biciclette. oggi in campo moto, come in quello auto, dimensioni e prestazioni sono allineate a quelle delle controparti a benzina
La Experia in autostrada: autonomia sorprendente
La prima sorpresa è nel viaggio da Soliera in provincia di Modena, dove ha sede Energica, alla redazione di Rozzano, alle porte di Milano: 172 km prevalentemente di autostrada, che affronto prudenzialmente a 115 km/h. Arrivo con il 20% di batteria ancora disponibile, quindi nemmeno in riserva (che inizia al 19%): oltre 200 km sono sicuramente alla portata, tanto più che montavo il tris di valigie rigide da 112 litri, che per quanto non molto sporgenti, in autostrada un po’ di effetto-paracadute lo fanno.
E il viaggio com’è stato? Piuttosto confortevole: in questo luglio torrido fa piacere che dal motore non arrivi ulteriore calore, mentre le vibrazioni non sono zero come ci si potrebbe aspettare, probabilmente per via della trasmissione primaria a ingranaggi; ma sono comunque ridottissime, e si avverte un leggero formicolio alle mani solo oltre l’ora di viaggio a regime fisso. Discreta la protezione aerodinamica, il plexi regolabile può scaricare completamente il casco e solo le spalle restano un po’ esposte.
Ma l’autostrada non è certo il terreno di caccia della Experia, che punta a far divertire sulle strade ricche di curve e di variazioni altimetriche. Non è una endurona ma una crossover, ha le ruote da 17” in lega e gomme generose: il DNA di Energica, per il momento almeno, è ancora tutto tra i cordoli.
silenzio, fluidità e buona protezione: sia a passeggio che in autostrada, con la Experia è un bel viaggiare, pur se il feeling è ben diverso da quello di una moto tradizionale
La Experia alla ricarica
Prima, però, bisogna ricaricare. E qui si apre un mondo tutto nuovo: le colonnine ormai non mancano e non sono nemmeno affollate, e per ricaricare basta inserire la spina nella presa sul lato destro della moto. Bisogna però fare un abbonamento con uno dei numerosi distributori di energia, avere una card, scaricare un’App (o magari più di una) sul telefono, cercare la colonnina più vicina lungo il percorso e aguzzare la vista, perché sono nei posti più disparati (parcheggi sotterranei dei supermercati, piazzole lungo la strada, eccetera) e le indicazioni non sono sempre precisissime. Diciamo che la ricarica notturna a casa è più che sufficiente nell’ordinario; finché ci si muove in aree conosciute non c’è nessun problema; quando però si viaggia, magari in posti sconosciuti, come dicevamo all’inizio l’avventura è doppia.
Una volta trovata una Fast Charge DC e riportata l’autonomia oltre l’80% nel tempo di un panino, ripartiamo. Tanto per cominciare, grazie al baricentro basso alzare la Experia dal cavalletto è uno scherzo rispetto a una Adventure di pari peso; poi, tenendo premuto il tasto di avviamento si può attivare la modalità di manovra con retromarcia e marcia avanti a passo d’uomo, che aiutano a uscire dai parcheggi meno felici (peccato, a questo proposito, per l’assenza di un freno di stazionamento).
Destinazione paradiso
Ci muoviamo: destinazione, un giro delle valli alpine, costeggiando prima il lago di Como e toccando anche la Svizzera. Nel lento e piuttosto tortuoso lungolago, la Experia dà il meglio di sé: riprende bene da qualunque velocità senza richiedere frizione e cambi marcia, e scegliendo una rigenerazione elevata permette di fare a meno anche dei freni. La moto porta i suoi passeggeri in questi paesaggi da cartolina con un mix di silenzio e scorrevolezza veramente gratificante. Inoltre in queste condizioni il consumo è irrisorio, e l’autonomia supera facilmente i 300 km.
Imboccando le prime salite, la spinta del motore invoglia a fiondarsi da una curva all’altra, ma anche i consumi salgono rapidamente ed è sempre meglio avere bene in mente dove e quando sarà la prossima sosta per la ricarica. Nonostante l’autonomia e le tante opzioni della Experia, il pensiero alla ricarica è infatti fisso, almeno per quanto ci riguarda. Lato guida, si sente come abbiamo detto tutto il DNA sportivo di Energica: le ruote da 17” e l’assetto relativamente basso, con la sella che spinge un po’ in avanti, invogliano a guidare la Experia come una grossa naked o una motardona (l’elettronica di bordo tra l’altro consente di gestire le derapate).
il peso c'è, la il bilanciamento tra le curve è ottimo: la ciclistica è bella, e l'erogazione del motore con la sua coppia immediata e la risposta precisissima aiutano in ogni frangente
Un feeling unico
La diversa distribuzione delle inerzie, molto più “concentrate” rispetto a una moto tradizionale, cambia anche il feeling; le differenze si sentono soprattutto nelle fasi a ridosso delle curve, in ingresso e in uscita, dove affiora la sensazione di peso; il “pif-paf” dei cambi di direzione resta invece rapido e naturale, probabilmente grazie al fatto che questo peso è collocato più in basso rispetto al solito. La forcella, che per i nostri gusti resta un po' rigida e secca nell'uso normale, offre un compenso un buon sostegno nelle forti decelerazioni consentite dall'impiango Brembo: la Experia si accuccia senza scomporsi, come le Energica più sportive.
Un plauso alla gestione dell’erogazione, davvero millimetrica, che consente di fare quel che si vuole nel modo più intuitivo: partire piano o forte, rallentare, riprendere velocità, sostenere la moto piegata a centro curva. Non c’è fase in cui capiti di pensare a quel che si sta facendo, tanto il controllo è intuitivo ed efficace. Inavvertibile la presenza del rotore del motore elettrico, che ad esempio sulle Zero è ben avvertibile.
Si può invece discutere sul sibilo emesso dalla cascata di ingranaggi della riduzione primaria: gratificante in accelerazione, nella guida rilassata può infastidire, rispetto ad esempio al silenzio totale delle Zero che hanno anche la finale a cinghia, mentre la Experia conserva la catena.
Una proposta premium
L’esperienza in sella è insomma diversa rispetto a quella di una Crossover premium, ma su livelli paragonabili, il che giustifica il fatto che anche il prezzo sia sugli stessi livelli: 29.175 euro c.i.m., ma si sale facilmente oltre i 30.000 euro con i pacchetti di optional disponibili. A fronte di questa cifra importante, la Experia offre dotazioni di livello ma anche qualche dettaglio sottotono (pochi, a dire il vero); e se la tecnologia del propulsore è d’avanguardia ed esclusiva, mancano però rispetto alle migliori concorrenti atout come le sospensioni adattive, i radar, la connettività del cruscotto; il sistema keyless è disponibile in opzione.
Come abbiamo visto, a Energica le capacità tecnologiche non mancano di certo, ma per sviluppare così tanti sistemi ci vuole tempo. La Casa modenese sta lavorando su più fronti ed è già stata brava a sopravvivere in un mondo finora ostile alla propulsione elettrica, crescendo e posizionandosi ai vertici della produzione mondiale con la Experia. A questi livelli ci sono, oltre alle ammiraglie crossover “tradizionali”, il top di gamma di Zero Motorcycles e la Harley-Davidson… pardon: la LiveWire One. Tutte molto diverse fra loro nella tecnologia, nel feeling e nella forma, alla faccia di chi dice che le elettriche cono tutte uguali.
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