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Benelli TRK 702: la prova!
Roberto Ungaro ha testato per noi la nuova e attesissima moto di Benelli, sia nella configurazione stradale sia in versione X. Ecco il suo giudizio
7.490 euro. Di solito si mette alla fine il prezzo, ma in questo caso è bene partire da lì. Chapeau. E, se si ordina entro il 31 dicembre, ci sono anche 3 borse rigide in alluminio comprese nel prezzo della nuova TRK 702. Idee chiare in Benelli, in attesa di capire se la 800 vista a Eicma arriverà oppure no, hanno dato il logico seguito alla moto che gli Italiani hanno preferito da 4 anni a oggi. E ci sono andati pesanti col progetto, perché estetica, ciclistica e motore sono inediti.
COLPO D'OCCHIO: COM'E' FATTA LA NUOVA TRK 702
Al primo colpo d’occhio è tanto TRK, ma i volumi sono stati distribuiti diversamente. Il becco è meno pronunciato, meno tozzo, e il serbatoio (20 litri) si sviluppa meno in altezza. La coda è più corta, anche se un portapacchi fissato al secondo piano (per esigenze omologative) non aiuta a rilevare questo. Il telaio deriva da quello della 500 (ha attacchi motore diversi), mentre il forcellone è inedito. Il propulsore non è una maggiorazione di quello esistente, ma un’unità nuova e dispone di 70 CV a 8.000 giri (7,1 kgm a 6.000). Non c’è alcun ausilio elettronico a supporto ma, vedendo il prezzo, è logico che sia così. Spicca una forcella generosa, perché ha steli da 50 mm, però non è regolabile. Lo è invece l’ammortizzatore (precarico ed estensione nella versione stradale, con ruota anteriore da 17”, e anche in compressione nella X con ruota anteriore a raggi da 19”). Pinza freno con attacco radiale per la prima, coassiale per la seconda.
PRIME IMPRESSIONI DI GUIDA: COME VA LA TRK 702
In sella colpisce subito la posizione, molto raccolta, con i piedi che toccano benissimo a terra (79-835 mm), le pedane piuttosto avanzate e il manubrio decisamente alto. È un’ergonomia ottima per stature medie-compatte, meno viceversa. Da fermi il peso è avvertibile, 232/5 kg. Il plexi non è regolabile, le leve al manubrio sì, e i blocchetti elettrici sono retroilluminati. Manopole di dimensioni importanti, così come i gommini delle pedane, contengono le vibrazioni (comunque avvertibili agli alti regimi). La voce di questo nuovo bicilindrico in linea con fasatura a 180° è molto simile a quello della Kawasaki Versys, e lo ricorda anche nel carattere, perché ama girare in alto. In prima apertura non c’è tanto corpo, sale con regolarità, è fluido, ma rimane disteso, diluito. È sopra i 6.000 giri che arriva la spinta. Se si va via in souplesse nessun problema, è c’è una conduzione armonica, priva di on-off, ma se si vuole spingere un po’ è d’obbligo avere sempre pronte due dita sulla frizione (morbidissima). Il cambio funziona molto bene, è poco contrastato e gli innesti sono rapidi, precisi.
BENELLI TRK 702 E 702 X: LE DIFFERENZE DI GUIDA
A livello di feeling di guida, va fatta una distinzione: la 702 normale, con ruota da 17”, è più svelta a scendere in piega, è più agile, ma tende a chiudere lo sterzo quando ci si avvicina alla corda delle curve più strette. La X, pur risultando meno vispa a inclinarsi, mantiene una rotondità superiore, una progressione che aiuta a pennellare traiettorie rotonde, pulite, raccordate. È più “amica”. Anche la frenata cambia tra le due, ed è più aggressiva sulla stradale, così come l’ABS entra con più facilità sull’adventure. Sospensioni buone per entrambe, filtrano bene senza risultare troppo cedevoli, non ci sono cambi di carico eccessivi. Protezione aerodinamica solo discreta, rimangono fuori la metà superiore del viso e le spalle (con qualche vortice), ma c’è già disponibile un plexi maggiorato.
Discorso fuoristrada (per la X): non è il suo pane, perché le pedane così avanzate non consentono una guida in piedi rilassata e di controllo, il peso si avverte abbastanza, la forcella va a pacco presto e l’ABS non è escludibile. Insomma, è chiaro, se c’è da raggiungere la spiaggia più isolata, con lei ci vai, ma non è certo la moto con cui ti può venire la voglia di godere su una strada bianca. Andarci è un conto, smanettarci un altro.
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