Anteprime
Sym HD 300: una scelta di sostanza
Il test del midi a ruota alta della Casa taiwanese: ottima qualità, grande capacità di carico, bauletto e parabrezza di serie. E soprattutto un prezzo imbattibile
Nonostante le soddisfazioni – in termini di vendita – arrivino dai “ruota alta” da 125 cc, Sym vuole uscire dalla sua comfort zone. E lo dimostra nei fatti rilanciando in grande stile i suoi scooter nel segmento dei 300 cc, laddove si scontra con una concorrenza agguerrita (Honda e soprattutto Piaggio). Il primo tassello di questa strategia si chiama HD 300. Il nome dice qualcosa a chi segue le sorti dell’azienda taiwanese: presentato nel 2019, si è imposto come best seller sul mercato italiano, subito a ridosso dei 125-200 della famiglia Symphony. Il midi con ruota alta è stato rivisto e corretto rispetto alla sua prima versione. Il motore - il collaudato e affidabile monocilindrico da 278,3 cc per 25,7 CV di potenza – è stato aggiornato agli standard omologativi Euro5 (e non poteva essere altrimenti). Confermata la ciclistica, con un telaio in tubi di acciaio, forcella con steli da 25 mm di diametro e doppio ammortizzatore posteriore regolabile nel precarico.
MIGLIORIE SOSTANZIALI
Se queste novità, soprattutto per quello che riguarda il motore, sono invisibili a occhio nudo, sono cambiate molto la funzionalità e l’ergonomia del veicolo. Il quale, nella sua prima versione, aveva due problemi non proprio banali: sulla pedana, contraddistinta da un ampio canale centrale, lo spazio per i piedi era risicato. E la seduta tendeva leggermente a far scivolare in avanti il passeggero. Nella versione attualmente in commercio lo spazio per i piedi è stato maggiorato: in senso laterale è sempre limitato, visto che la sagoma frontale dello scooter resta decisamente snella, ma è assai superiore in senso longitudinale, laddove i piedi possono avere un certo agio nel movimento. La seduta, invece, è stata rivista e vanta un comfort all’altezza della situazione.
CAPACITÀ DI CARICO
Sempre a livello di funzionalità, il Sym HD 300 ha un sottosella davvero notevole: nei suoi 38 litri di spazio trova posto un casco integrale, e ne avanza altro per oggetti di uso comune. Nel nostro test, abbiamo potuto anche sfruttare il vano nel tragitto casa-scuola, dato che accoglie senza problemi anche lo zaino (pieno) di uno studente. A completare il quadro, nel retroscudo c’è sia un gancio portaspesa, sia un cassetto (purtroppo non dotato di serratura) con presa Usb per ricaricare i dispositivi elettronici come smartphone e navigatori GPS. Ma lo spazio non finisce qui, visto che lo scooter viene venduto di serie con un top case posteriore in tinta, in grado di contenere agevolmente un casco integrale e altri oggetti. A ben vedere, nonostante il canale centrale occupi gran parte della pedana, esso è comunque piatto e sfruttabile per dei piccoli trasporti. In soldoni, se andate al supermercato potete tranquillamente alloggiarvi sopra una cassa d’acqua.
COME VA: IL TEST SU STRADA
Da guidare, il Sym HD 300 si conferma piacevolissimo e al top della categoria: il peso è nella media del segmento (184 kg in ordine di marcia) e non si percepisce, in particolare alle basse velocità, dove di solito la massa dello scooter si fa sentire di più. Per dimensioni e mole, sembra di guidare un 125 invece che un 300. Anche negli spostamenti da fermo, è sorprendentemente leggero. Il comportamento dinamico – complice la ciclistica equilibrata e il baricentro - è di primissima classe. In questo senso, svolge una funzione cruciale il comparto sospensioni, affidato a una forcella con steli da 25 mm e a un doppio ammortizzatore regolabile: la taratura “della casa” su questa versione è decisamente più morbida e azzeccata della precedente, che soffriva di una ruvidezza fin troppo accentuata.
La frenata, affidata a un monodisco anteriore da 287 mm e a un disco posteriore da 260, è efficace e pronta, mai brusca e sempre duttile. L’Abs è poco invasivo ed interviene solamente se la pinzata è vigorosa. Lo stesso si può dire del controllo di trazione (che debutta col model year 2022, e la cui mancanza era una delle pecche della precedente versione; ndr): il motore, nella sua brillantezza, non strappa mai, soprattutto nelle partenze più impetuose da fermo. La coppia di 26,2 Nm è efficace pur senza essere travolgente: nelle situazioni classiche nelle quali il traction control “taglia” l’acceleratore, altri scooter concorrenti hanno un controllo di trazione decisamente più invasivo. Sull’HD 300 c’è, ma interviene solamente quando è davvero necessario. Una menzione speciale va al motore: brillante e regolare nelle strade da lunga percorrenza, scattante in città: è davvero un piacere aprire e chiudere il gas, e sentire l‘effetto che fa, su questo Sym HD 300. Interessanti anche i consumi rilevati da Dueruote nel ciclo urbano e misto: siamo a 22,2 chilometri con un litro di carburante (il serbatoio ne contiene 10).
ALLESTIMENTI E PREZZI
Il Sym HD 300 punta, ancor più massicciamente del suo predecessore, alla vetta del segmento di riferimento. Dalla sua, oltre a una qualità costruttiva generale sempre elevata, ha anche alcuni plus di cui tenere conto. In primo luogo, l’allestimento di serie. Che, oltre al bauletto posteriore in tinta, prevede anche (oer la fase di lancio) il parabrezza anteriore compreso nel prezzo.
A proposito di listini, Sym continua il suo approccio del “value for money” (in cui la qualità, a dire il vero, è sempre più preponderante) con tariffe davvero aggressive: si parla di 5.229 euro, che diventano 4.729 in virtù di una promozione di lancio del modello. A ciò dobbiamo aggiungere 4 anni di garanzia e altrettanti di assistenza stradale.
Sul mercato non c’è niente di paragonabile: il Beverly 300, riferimento del segmento, ha un prezzo ben superiore, che parte da 5.690 euro c.i.m. Questa differenza al momento dell’acquisto si giustifica con una minore raffinatezza a livello di software e gradevolezza di alcuni dettagli: la strumentazione del Sym HD 300, tanto per fare un esempio, è analogica e molto spartana, e non concede niente alle diavolerie moderne proprie di molti concorrenti (app, connettività di bordo e via discorrendo). Ma in fondo a uno scooter – oggetto utilitaristico e di consumo per eccellenza - è davvero fondamentale chiedere anche questo?
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