Anteprime
Ducati Monster: un MIX esplosivo!
Sui come e perché di questa Ducati vi abbiamo già detto tutto. Nel frattempo si è accesa la discussione tra i monsteristi ortodossi e riformatori; nell’impossibilità di mettere una parola conclusiva su questa disputa, ci concentriamo semplicemente sul dirvi... come va!
La scoperta dell'ultima versione della Ducati Monster 937, la naked più famosa di Borgo Panigale, parte dalla Badia a Coltibuono, un’abbazia millenaria situata a Gaiole, nel senese, e considerata la madre del Chianti, uno dei vini italiani tipici più diffusi. E il messaggio scelto da Ducati con questa scelta è chiaro: il suo vino più classico, la Monster, si rinnova, ma restando fedele alla formula che la rende tale dal 1993. E cioè unire un telaio di derivazione SBK al motore stradale più indicato in termini di rapporto peso/potenza.
1993-2021 il mondo cambia, la Monster... anche!
Più di 27 anni fa la risposta era il mitico traliccio che rappresentava la risposta italiana ai perimetrali in alluminio di scuola giapponese, un bicilindrico due valvole ad aria prelevato dalla SuperSport: un mix esplosivo, che fu alla base di una moto innovativa e unica. Oggi che questi elementi sono diventati un peso quando si tratta di scendere in strada a tener testa alle rivali, la Monster ha dovuto aggiornare gli ingredienti senza cambiare ricetta, per offrire agli appassionati un piatto più contemporaneo. Gli ingegneri bolognesi hanno quindi deciso di ispirare il telaio a quello della Panigale V4, mentre il cuore è il più recente bicilindrico Testastretta da 937cc e 111 CV.La cosa che più sorprende di questa Monster è la sua naturalezza. Le "particolarità" a cui le Ducati ci avevano abituato sono scomparse, il feeling è immediato
Basta chiacchiere... guidiamo!
Sui come e sui perché di questa moto vi abbiamo già detto tutto in occasione dell’anteprima. È ben nota anche l’animata discussione che si è accesa tra i monsteristi ortodossi e quelli riformatori; e nell’impossibilità di mettere una parola conclusiva in questa disputa, ci concentriamo semplicemente sulla guida. Ci aspetta un giro di circa 150 km di curve e panorami che solo la Toscana può offrire, in sella al modello standard (da 11.540 euro c.i.m.) di quel rosso che così bene si abbina con ciò che ci circonda: sole, cielo libero e i primi colori della primavera.Un, due, tre, feeling!
Una volta in sella, la prima cosa che si nota è la posizione: finalmente comoda e non più costretta in avanti a caricare l'avantreno, cosa che mi rende ancora più voglioso di sentirla muoversi sui tornanti che stiamo per percorrere. I primi km li percorro con il riding mode Touring, un settaggio che offre potenza piena ma erogazione più dolce; ciononostante la moto è subito pronta, pur restando fluida e morbida. Ma la cosa più impressionante è stata la sensazione di conoscere già la Monster, di averla già guidata a lungo.
Le Ducati sono sempre state moto “particolari”, “da amatori”, con caratteristiche molto forti che qualcuno riteneva pregi e qualcun’altro difetti; di questa ti chiedi: ma è davvero una Monster? Il feeling è davvero immediato e la voglia di spremerla ti portano ben presto a giocare coi settaggi dei vari controlli, ognuno con 8 livelli.
E inizio a rendermi conto di cosa volesse tirare fuori Ducati da questa nuova Monster. Non sento vibrazioni, niente noie alle gambe (il vecchio traliccio spingeva col suo ingombro sull’interno coscia, risultando scomodo soprattutto per chi è “ballerino” sulla moto), zero fatica ai polsi. Sto guidando una Ducati e l'unica cosa da fare è godermi il motore senza pensare al resto!
I panorami scorrono veloci, le curve finiscono ed è già ora di fare una pausa: di cui non sentiremmo affatto la necessità, il che dimostra che questa moto non è più, in nessun modo, faticosa. Mentre rimuginiamo su quali possibili setup ci possano rivelare qualche “difetto da vecchia Monster", ci rendiamo conto che l’unico che manca è la mappa Sport con tutti i controlli (antiwheelie, traction, ABS) ridotti al minimo. Possibile che non abbia nulla fuori posto? Come hanno fatto a Bologna a eliminare tutti quei difet… pardon, quelle caratteristiche oggetto di infinite discussioni da bar e da tastiera?
In mappa Touring, il motore è pronto ma morbido, godibilissimo su strada. In mappa Sport, la spinta è esaltante
Ride, enjoy, repeat
Caffè (doppio, per cercare di contrastare le concessioni all’ottimo cibo locale) e si riparte: in programma per il pomeriggio c’è… lo stesso percorso, che ormai un po’ conosciamo. Ottima scelta: dopo qualche minuto posso iniziare a portare al minimo le regolazioni, cosa per niente complicata vista l’ottima interfaccia comune alle ultime Ducati. Sull’LCD compare la scritta “Sport” in rosso; controlli a posto, leve pure (essì, sono regolabili di serie) e via. Il motore è pieno, si sente, apri e ti rendi conto che il bicilindrico vuole spingere e continua a farlo, nelle curve in percorrenza la moto è uno spettacolo: rimane dove la metti, non si scompone e non chiude di avantreno. È il momento di qualche "pinzata" più cattiva in qualche curva stretta: in uscita sono pronto a sentire il bicilindrico strappare e borbottare, ho già in testa il countdown ma... non succede mai. Il nuovo Monster non si scompone, non si lamenta, non si oppone. Esco dalla curva sghignazzando, immaginando come rimarranno le rivali di categoria una volta incontrato questo mezzaccio!Come sempre, la Monster è solo un punto di partenza per mille possibili declinazioni e personalizzazioni