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Yamaha MT-07: una e trina

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Yamaha MT-07: una e trina

Il nuovo faro a tre elementi diventa il segno distintivo della nuova generazione delle MT. La prima a svelarsi è la bestseller MT-07, che con pochi intelligenti ritocchi conferma le tante qualità della sua formula vincente

Orfani di Eicma e di qualunque altra forma di contatto fisico con le novità 2021, eravamo curiosi di vedere dal vivo la nuova Yamaha MT-07 per capire l’impatto della sua estetica rivoluzionata. In foto infatti ci aveva lasciato perplessi quel triplo faro, che ormai anche Aprilia ha abbandonato senza che peraltro avesse mai fatto breccia nel cuore dei motociclisti.

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La MT-07 è stata costantemente la naked più venduta del mercato fin dalla sua presentazione nel 2014

Sorprende... ma non troppo

Ve lo diciamo subito: dal vivo funziona. Sì, è un po’ più robotica; ma nel complesso ha un sapore tecnologico, meno “fantascientifico” di certe Kawasaki. Del resto (ri)prendere i motociclisti di sorpresa era uno degli obiettivi del progetto, perché il rompere gli schemi è nel DNA delle MT. La MT-07 e la MT-09, infatti, sono uno dei rari casi di moto esteticamente “di rottura” a ottenere successo sul mercato. E per “rari casi” intendiamo uno ogni 10 anni: negli ultimi trenta, è successo solo tre volte: con la Ducati Monster, con la BMW GS e con le due Yamaha MT. Modelli che hanno in sé, oltre a un aspetto spiazzante, una proposta così forte da permettere loro di imporsi come nuovo riferimento. L’aria cupa e l’indole da motardona stradale delle due MT erano indubbiamente coraggiose, eppure hanno consentito a entrambe (aiutate da un prezzo a dir poco aggressivo) di imporsi nelle classifiche di vendita: la MT-07, in particolare, è stata costantemente la naked più venduta del mercato fin dalla sua presentazione nel 2014 (a fine 2020 ha superato al photofinish la Kawasaki Z900).

The Dark Side of Japan: la terza generazione della MT-07 non rinuncia al suo lato oscuro e ricco di fascino

Euro5 e più dotata

Dopo un aggiornamento quasi soltanto estetico nel 2018, la MT-07 arriva quindi all’appuntamento con la Euro5, ottenuta senza incremento di cilindrata, ma a prezzo di un pizzico di pepe (i 73,4 CV e 67 Nm corrispondono a 1,6 CV e 1 Nm in meno) ma anche, ottima notizia, di un aggravio di peso inavvertibile: +1 kg. Ben avvertibile invece è il cambio di connotati: le forme restano simili, ma le prese d’aria più accentuate e soprattutto il faro LED diviso in tre parti – che riprende la forma del logo MT – ne cambiano non poco il look. La sella ha una diversa conformazione ed è abbinata a un nuovo manubrio in alluminio, a sezione conica e più ampio, che modifica la posizione di guida ed è abbinato a leve freno e frizione verniciate in nero. L’impianto frenante è quello della MT-09 prima serie: dischi freno anteriori da 298 mm di diametro (erano 282 mm) con pinze semi-monoblocco, e posteriore da 245 mm. Per finire, il ponte di comando conta su un passaggio dei cavi più ordinato, teste forcella ridisegnate e una nuova strumentazione, sempre LCD ma più ampia e a illuminazione negativa. Gli specchietti sono simili a quelli della MT-09 e ci sono le frecce LED. Per finire, sui cerchi a 10 razze arrivano le gomme Michelin Road 5.

Il nuovo cruscotto LCD a sfondo nero è semplice ma molto chiaro e ricorda quello della MT-09 SP di penultima generazione. Si controlla da un cursore sul bracciale sinistro del manubrio

Si ricandida a regina

Nel complesso si tratta di modifiche che non mutano la sostanza della naked di Iwata: telaio in acciaio con motore portante, bicilindrico CP2 fasato a 270° povero di elettronica ma ricco di personalità e una guida più coinvolgente rispetto alla media del settore. Le sospensioni sono poco sofisticate e non ci sono i riding mode o il traction control; ma la MT-07 è ancora offerta a meno di 7.000 euro f.c., un prezzo a cui è difficile dire di no, specie a fronte di doti di abitabilità e di guida che le consentono di soddisfare non solo i neofiti, ma anche i motociclisti di ritorno. Insomma, la MT-07 ha cambiato il concetto di “entry level” offrendo qualcosa di più di quello che ci si è sempre aspettato da quel segmento (e da quel prezzo). E se è vero che il suo dominio è insidiato da sempre nuove proposte come la Benelli 752 S o la recente Triumph Trident 660, la bicilindrica di Iwata non teme le concorrenti e si ricandida a regina ripresentandosi al via della stagione dopo aver cambiato il giusto, e nulla più.

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Su strada

Uno degli obiettivi di progetto per questa terza generazione della MT-07 era farle raggiungere la “maturità”: e bisogna dire che, pur nei pochi cambiamenti ricevuti fin dal debutto, che la prima impressione in sella è proprio questa. Il manubrio più largo (+30 mm), alto (+12 mm) e arretrato (-10 mm), la sella più stretta nella parte anteriore che consente di toccare terra ancora più agevolmente, la strumentazione più ampia e accattivante comunicano un senso di moto più abitabile ma anche più “adulta”. Il manubrio della precedente MT-07 ci era sempre sembrato un po’ strettino, mentre questo determina una posizione di guida più aggressiva, a gomiti larghi e più simile a quella della MT-09, senza perdere di immediatezza nel contatto. Proprio l’immediatezza è l’altra arma vincente che la MT-07 ha sempre avuto, e che abbiamo ritrovato nella presentazione sulle strade del Salento (questo strano inverno Covid ha fatto riscoprire un po’ di itinerari nostrani in alternativa alla classica Spagna). È tutto magnificamente accordato: il motore pronto senza essere brusco, il cambio corto e preciso, la frizione morbida, i freni potenti il giusto ma non troppo reattivi e le sospensioni sempre neutre nel leggere l’asfalto. È una moto che da sempre solletica i pruriti sportivi e fa venir voglia di giocare: il che spiega perché si sia guadagnata così presto e così stabilmente la stima di tanti motociclisti – cosa non facile per una entry-level.

Sali, accendi e vai: la MT-07 si conferma una delle naked più immediate del mercato. La nuova sella e il nuovo manubrio hanno aumentato abitabilità e sensazione di controllo

Motore di carattere

La presa del manubrio è come dicevamo più naturale, e si unisce a una sella dalla conformazione davvero azzeccata: ben imbottita nella parte posteriore, stretta davanti per agevolare gli spostamenti longitudinali e favorire la guida d’attacco quando ci si vuole togliere qualche soddisfazione. Cosa che è da sempre nelle corde di questa fun-bike, grazie all’ottimo amalgama tra i suoi comparti a partire dal telaio, dalle quote azzeccatissime: la moto comunica sempre una bella sensazione di leggerezza e di agilità, senza diventare "ballerina" sul veloce. Alla rigidezza dell'insieme collabora con funzione portante il motore CP2, che con il passaggio alla Euro5 non ha perso carattere anche se è forse un pizzico meno brillante. Pur essendo un propulsore “no frills”, senza fronzoli, ha soluzioni tecniche di pregio come il design compatto del cambio, i cilindri con offset e il trattamento DiASil per ridurre gli attriti, i pistoni forgiati. Ha ricevuto un nuovo airbox, un nuovo impianto di scarico e ingranaggi del cambio dalle lavorazioni più accurate per ridurne la rumorosità. La nuova mappatura dell’iniezione lo ha addolcito e resta in assoluto uno dei motori più facili e godibili nell’uso stradale: più che vibrare pulsa, vivo ma mai fastidioso, e da bravo “Master of Torque” ha coppia fin dai regimi più bassi, anche se inizia a spingere con convinzione verso i 4.000 giri, con un ulteriore impulso a 7.000 giri e un bell’allungo fino a 9.000. Certo, ci sono naked con il triplo della cavalleria: ma sulle strade di tutti i giorni non si sente la mancanza di nulla, e questa è una delle grandi doti di questa Yamaha.

Il twin CP2 fasato a 270° e ora omologato Euro5 è responsabile di buona parte delle qualità della MT-07: è diventato ancora più lineare, senza rinunciare a quel carattere brillante che lo fa spiccare tra i motori di questa categoria

Con un’erogazione così pulita e mai sopra le righe, un cambio inappuntabile e una frizione che risponde sempre a dovere quando sollecitata non si sente la mancanza nemmeno dell’elettronica, anche se sulle strade spesso viscide per la pioggia intermittente che abbiamo trovato in Puglia il controllo di trazione non avrebbe stonato; è anche vero che nel panorama della categoria nessuno lo offre, se non la Triumph Trident 660 venduta però a 1.000 euro in più. L’altra nota un po’ sottotono della MT-07 è il comparto sospensioni, in particolare il mono montato senza leveraggi che è risultato secco nella risposta alle sconnessioni dell’asfalto. Finché il fondo è regolare, la due unità KYB danno un ottimo sostegno e una grandissima fiducia, consentendo di guidare divertendosi e senza fatica; se però si chiede loro anche del comfort, la coperta si rivela un po’ corta pur se la possibilità di regolare il mono in precarico e ritorno e l’ottima sella ci mettono una pezza sulle buche meno evidenti.

Ottime come sempre le doti ciclistiche della MT-07, che fa della leggerezza e della precisione le sue doti migliori. Non ama però le strade sconnesse

Fatevi sotto

Con oltre 125.000 pezzi venduti in Europa dalla sua nascita – la metà del totale delle MT – la MT-07 fa stabilmente parte dell’ecosistema che Yamaha ha costruito attorno a questa famiglia, del quale fa parte una ampia gamma di accessori. Per il 2021 sono previsti due pacchetti, lo Sport Pack con componenti estetiche ed eventualmente lo scarico Akrapovic completo e l’Urban Pack con un piccolo plexi, una presa USB e il bauletto. C’è anche la versione da 35 kW per i patentati A2. Insomma: anche se il panorama delle naked medie si è molto arricchito e movimentato da un anno a questa parte, c’è da scommettere che la Yamaha MT-07 resterà protagonista, forte di un nome che è ormai una garanzia di divertimento a portata di mano e che questa edizione 2021 non fa che comfermare.

Nella puntata 51 di DueruoteTG trovate tutte le grandi novità per questa stagione: dalle Tracer alle MT, dalla R6 agli scooter

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