Anteprime
Triumph Trident 660: first lady
Il modello di accesso del listino Triumph è tutt'altro che povero: la Trident è una bella roadster di grande presenza scenica, ricca di contenuti e bella da guidare, come abbiamo scoperto nel nostro test a Tenerife. Tra le naked medie arriva una nuova protagonista!
Della Triumph Trident vi abbiamo detto ormai tutto. Vi abbiamo raccontato delle sue molte influenze stilistiche e storiche, dello sforzo di Triumph per portare la sua personalità e i suoi contenuti premium in un segmento molto combattuto a livello di rapporto qualità/prezzo e di originalità delle proposte, dove si confrontano soprattutto Case giapponesi e case cinesi.
Mancava solo di poterci mettere sopra le mani, ed è quello che Triumph ci ha fatto fare organizzando una per certi versi coraggiosa presentazione stampa internazionale a Tenerife, isola relativamente protetta in mezzo all'Atlantico mentre in mezzo mondo infuria la pandemia.
Bet & Win
Dopo gli oltre 20 anni di ubriacatura teppistico-sportiva delle Speed e Street Triple, Triumph torna a scommettere su un fascino più discreto, elegante: meno hooligan e più té delle 5, per restare oltremanica. Lo fa con una moto equilibrata e molto riuscita nella linea, che riesce nella non facile impresa di far digerire un triple senza confonderlo con la sorellina più pepata né limitarsi a un banale rétro. La linea della Trident è gradevolmente maschia ma senza eccessi, e nonostante sia una entry-level colpisce per la cura dei dettagli, dai marchi e loghi sparsi nei punti strategici alla pregevole lavorazione del morsetto che fissa il manubrio. Bella anche la strumentazione, con lo strumento circolare singolo che senza mirabolanti effetti speciali ha tutto il necessario, compresa (in opzione) la connettività a smartphone.Buzzoni: "Nella Trident crediamo tanto, e vi spiego perché”

