Aprilia RSV4 1100 Factory: ora danza sul velluto
La versione top della superbike di Noale passa alle sospensioni elettroniche, capaci di regalarle un assetto sempre perfetto e di esaltare lo straordinario potenziale di questa moto
La longevità del progetto RSV4 ha dell'incredibile: la 1100 Factory tiene testa alla più recente concorrenza europea e giapponese sia sul piano delle prestazioni che, soprattutto, su quello dell'efficacia globale
Carbonio, magnesio e...
Nella sua ultima release, esteticamente caratterizzata dalle ali in fibra di carbonio ispirate dalla RS-GP, la RSV4 1100 Factory rimane invece un riferimento nel panorama delle superbike stradali, con prestazioni che tengono testa alle più recenti produzioni europee e giapponesi. Il V4 da 1.077 cc eroga 217 CV a 13.200 giri/min, con una coppia massima di 122 Nm a 11.000 giri/min. Compattissimo con la sua V di soli 65°, è anche molto leggero grazie all’utilizzo del nobile magnesio per i carter, la coppa dell’olio e le teste; il peso dichiarato in ordine di marcia è di 199 kg. Questo motore è nato apposta per incastonarsi nel telaio a doppia trave in alluminio, che permette di regolare la posizione del motore stesso, l’angolo del canotto di sterzo, la posizione del pivot del forcellone e l’altezza del retrotreno: finezze da vera race replica. Altra arma vincente dell’Aprilia RSV4 è da sempre la gestione elettronica che si avvale del raffinato sistema APRC – giunto alla quarta generazione – capace di gestire in maniera coordinata il controllo di trazione, il sistema anti-impennata, il launch control, il limitatore di velocità per la corsia box e il cruise control. Ognuno di questi parametri è regolabile individualmente così come il cornering ABS che può essere settato indipendentemente dal riding mode (sport, track o race) scelto dal pilota.Un pieno di intelligenza
Ma la vera grande novità della RSV4 Factory 2020 la troviamo alla voce “sospensioni”. Al termine di due anni di sviluppo con i tecnici Öhlins, Aprilia ha finalmente deliberato l’introduzione delle sospensioni semiattive dopo l’esperienza maturata sulla Tuono V4 Factory. La centralina che contiene il sistema Smart EC 2.0 governa istante per istante la taratura idraulica di forcella, monoammortizzatore e ammortizzatore di sterzo, adattandola alle varie fasi di guida. Una vera intelligenza artificiale che gestisce le sospensioni anche in base al riding mode: dalla guida in circuito con gomme slick e asfalto particolarmente levigato alla guida stradale, passando per l’utilizzo di gomme in mescola e asfalti più sconnessi. Esiste poi anche la possibilità di intervenire manualmente sia indicando “l’obiettivo” (sostegno in frenata, in accelerazione eccetera) sia escludendo la funzionalità semiattiva per regolarle come delle convenzionali di tipo meccanico.L'elettronica della RSV4 è sempre stata il riferimento. Sempre comunicativa, mai intrusiva e facile da settare, ad esempio con i grandi tasti "+" e "-" per modificare il traction control in movimento
Prima dentro, pit lane, go!
Siamo curiosi di testare sul campo il reale passo avanti ottenuto con questo sofisticatissimo comparto ciclistico, e prendiamo posto sull’alta sella della RSV4 che conosciamo bene. Posizione a bordo decisamente racing, con pedane arretrate e polsi giustamente caricati. Il tuono del V4 veneto, esaltato dallo scarico in titanio Akrapovič, ci regala sempre un brivido lungo la schiena, il suo timbro è inconfondibile. Dentro la prima per uscire dalla corsia box ed entriamo in pista. Non abbiamo bisogno dei classici due passaggi per scaldare le gomme, perché l’Apriliona ci viene consegnata appena spogliata dalle termocoperte. Quindi casco in carena e gas spalancato! Pochi giri per ritrovare tutto il feeling che conosciamo bene a questa superbike, e il particolare modo che ha di erogare le sue stratosferiche prestazioni grazie a un motore che è quanto di più gestibile si possa desiderare, pur regalando prestazioni da brivido. L’apertura completa del comando del gas, a qualsiasi regime e in qualsiasi rapporto, corrisponde ad un incremento della velocità al quale bisogna essere un po’ abituati. La connessione con la ruota posteriore è perfetta, e solo nelle tornate più strette avvertiamo un leggero on-off nella risposta dell’acceleratore in percorrenza di curva.L'uragano sotto controllo
Quando però il tracciato ci permette di snocciolare tutte le marce del V4 di Noale, è una vera goduria. La velocità del cambio elettronico, accompagnato dal rumore di una fucilata, è così fulminea che la RSV4 non si scompone minimamente di assetto mentre aspettiamo che le luci sul cruscotto ci avvisino dell’approssimarsi del limitatore. E per quanto tutto avvenga in attimi, la magia della RSV4 è che ci rendiamo conto di non essere mai in balia delle prestazioni spaventose del 1100 veneto. Il motore è un vero uragano ma anche fluido, spinge in maniera assurda ma costante, senza repentini cambi di carattere a mettere in difficoltà il pilota. Sembra quasi di “non fare strada”; ma ovviamente sembra, perché la RSV4 di strada ne fa, eccome. Con il piglio tipico di una vera race bike.Obbedienza cieca
L’elettronica super raffinata ci permette di concentraci solo sulla guida. Fantastico poter variare la soglia di intervento del traction mentre si guida grazie a due pratici tasti sul semimanubrio sinistro, mentre la Factory fa proprio tutto quello che le chiediamo e sembra sempre disposta a fare ancora di più. Grazie anche alle ali, l’anteriore segue la linea in maniera chirurgica, arriva alla corda in un amen e mentre riprendiamo in mano il gas per prepararci ad uscire dalla curva sentiamo il gommone posteriore lottare contro i 217 cavalli per darci il giusto grip senza richiedere l’intervento del controllo di trazione. In qualsiasi frangente della guida in pista, la RSV4 è estremamente comunicativa. Il pilota ha sempre feedback perfetti dalle gomme, e questo agevola non poco nella ricerca dei propri limiti. Perché come abbiamo detto molte volte, in sella alle superbike di oggi i limiti sono dettati dal polso del pilota, non dalle possibilità della moto.Resta stupefacente la capacità di questa Aprilia di rendere fruibile la sua abbondante cavalleria, anche se le misure ultracompatte e l'impostazione ciclistica richiedono al pilota grande precisione nei movimenti