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Triumph Daytona Moto2 765 L.E.: l'apice dell'evoluzione

Stefano Gaeta
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Il Triumph Triple Track Experience a Misano ci ha consentito non solo di tornare ad assaporare le gioie del circuito, ma di farlo con la versione più evoluta e performante di sempre della Daytona 765. Che purtroppo sarà anche l'ultima

È la fine del mese di febbraio, siamo su un volo che ci riporta in Europa dopo una entusiasmante presentazione stampa su suolo americano e mai potremmo immaginare che all’improvviso la possibilità di guidare novità – come molte altre possibilità – ci verrà negata per mesi. Ma ecco che, come una luce in fondo al tunnel, una mattina di inizio giugno arriva una convocazione per partecipare ad una Experience organizzata da Triumph nel circuito di Misano Adriatica. Ma come, pista aperta? Sì, pare di sì: niente pubblico e numero di piloti contingentato, ma i romagnoli come al solito sono fra i più organizzati e fra i primi a rimettere in moto la macchina dello spettacolo e del divertimento.

Si (ri)parte!

n questo caso per fare da palcoscenico al leggendario "Triple" inglese nella sua declinazione più racing: Speed Triple RS, Street Triple RS e soprattutto la moto di serie più vicina a quelle che corrono nel mondiale Moto2, la Daytona Moto2 765 Limited Edition: solo 765 esemplari destinati al mercato europeo, dei quali 40 in Italia già sold out. Finalmente si rimette nella sacca la tuta di pelle e si parte! Fa una certa impressione rivedere i colleghi, tutti con la mascherina di ordinanza, pronti a scendere in pista dopo il lungo stop. Ma siamo tutti pronti e belli carichi, specie quando sentiamo il rumore cupo del tre cilindri inglese invadere l’aria. Ciliegina sulla torta, saremo tra i primi a girare in una Misano riasfaltata da poco e dal fondo immacolato. Una ripresa ben al di sopra delle aspettative.

Solo il meglio

A nostra disposizione abbiamo le due naked in versione RS, ma indubbiamente la grande attrattiva è la piccola sportiva coi semimanubri, la Moto2 Limited Edition con la sua meravigliosa livrea dedicata. Ci concentriamo perciò sulla Daytona che, nella sua ultima versione, è dotata di una componentistica di altissimo livello che la avvicina ancor più alle moto che corrono in Moto2. Il telaio è derivato dalla versione prototipo utilizzata per sviluppare il motore destinato alle competizioni, le sospensioni sono affidate a Öhlins Racing con ammortizzatore posteriore dotato di regolazione per le alte e le basse velocità mentre l’impianto frenante è Brembo Stylema con tanto di pompa freno radiale MCS.
Lo scarico in titanio, marchiato Arrow, concorre a rendere il motore da 765 cc il più potente tre cilindri della serie “piccola” mai prodotto ad Hinckley: 130 CV a 12.250 giri/min dichiarati con una coppia massima di 80 Nm a 9.750 giri. Profondi gli interventi per ottenere questi numeri: tra i principali, valvole di aspirazione in titanio, nuovi pistoni e nuove bielle, nuovo albero motore e rimappatura della centralina. Triumph non dichiara il peso della sua Daytona L.E. anche se, muovendola tra le gambe, si capisce subito quanto la piccola sportiva inglese sia “in forma”. E del resto il peso è stato sicuramente passato sotto la lente dei tecnici britannici che hanno introdotto una carena completamente in carbonio e limato persino i grammi della verniciatura di telaio e forcellone, lasciati volutamente solo anodizzati.

Bella in strada, goduriosa in pista

Pur non essendo estrema, la posizione in sella è perfetta per l’uso tra i cordoli. La Daytona vuole essere una moto adatta ai track day con i circuiti da raggiungere già in sella, ed è perciò indicata anche per l’uso su strada.  Sa però, senza alcun dubbio, regalare le emozioni più forti in pista dove mostra il suo lato più godurioso. Mappa track selezionata grazie al pratico joystick sul semi-manubrio sinistro, dentro la prima (il cambio dotato di quickshifter è in configurazione standard, con la prima marcia in basso) e imbocchiamo la corsia box. Bastano davvero poche centinaia di metri per permettere alle Pirelli Supercorsa SP, montate di serie, di entrare in temperatura e darci la possibilità di aprire le danze senza remore. E mai come in questa occasione la Triumph Daytona è la moto perfetta. Siamo davvero arrugginiti dalle molte settimane senza guida, e le prestazioni affilate ma mai sopra le righe della piccola sportiva inglese sono ciò che meglio si presta per riprendere confidenza con gli oggetti dalla resa raffinata.

Più vai forte e più ti dà fiducia

Molta della personalità della Daytona deriva proprio dal suo motore, dal rendimento assolutamente privo di critiche. Sempre pieno e corposo ai regimi intermedi, ti permette di guidare tra una curva e l’altra anche senza stare sempre su ritmi da time-attack, regalandoti il tempo necessario per prendere confidenza con i riferimenti. La velocità e la precisione del cambio (davvero ottimo il quickshifter) aiutano a concentrarsi sulla guida, fino a quando sentiamo la giusta confidenza per iniziare ad alzare il ritmo. È allora che la Triumph Daytona mostra il suo aspetto più spettacolare. Tutto lavora alla perfezione – gradiremmo solo una taratura più sostenuta delle sospensioni, ma il tempo tiranno non ci permette di rientrare ai box per intervenire sulla ciclistica – e la piccola sportiva inglese regala prestazioni e soprattutto divertimento da urlo. Il motore non solo è un burro ai medi regimi, portandoti fuori dalle curve anche senza il rapporto ottimale inserito, ma allunga con ferocia fino all’intervento del limitatore senza accusare mai alcun calo né fatica, e con una colonna sonora suonata dallo scarico che ti entra dentro nonostante i tappi di ordinanza per le orecchie.

Equilibrio

Una moto estremamente equilibrata, ma anche una saetta nel prendere la corda; e la Daytona Moto2 L.E. cambia direzione in un battito di ciglia, richiedendo uno sforzo praticamente nullo da parte del pilota. Il rigore direzionale è da riferimento e gli angoli di piega da capogiro. Bastano davvero pochi passaggi per provare il leggero brivido del gomito che sfiora l’asfalto: anche su un tracciato dal grip non ancora ottimale, le Pirelli lavorano alla perfezione e la trazione in uscita di curva è sempre perfetta. Mai il minimo accenno di perdita di aderenza, nemmeno spalancando il gas con un certo anticipo. Ah, che goduria guidare tra i cordoli con potenze ancora “umane” dove sì, l’elettronica è presente e vigile; ma ci si sente ancora in grado di guidare senza doversi per forza affidare a lei. Il tracciato di Misano non ha frenate particolarmente impegnative ma l’impianto Brembo funziona in maniera eccellente e l’ABS non fa mai sentire la sua presenza sporcando la ricerca del punto di corda. Su tutto svetta l’assenza di fatica fisica e mentale, che in sella alla Daytona Limited Edition pare non dover mai manifestarsi, nonostante la temperatura dell’aria da piena estate e un tester poco in forma.

Il canto del cigno

Perché una moto leggera, con prestazioni alla portata dei più, dall’equilibrio generale invidiabile, permette di fare molti turni in pista senza trovarsi con la punta della lingua che fa capolino da sotto il casco. E magari tornare a casa in sella a fine giornata. È così con un sentimento di autentico dispiacere che lasciamo l’autodromo, pensando che questa sarà l’ultima versione della Daytona 765, giunta alla fine della sua onorata carriera con questa versione che ne distilla veramente il meglio. Non sappiamo cosa bolla nella pentola di Hinkley, ma certo non sono tempi facili per le sportive di media cilindrata ed è un peccato, perché questa moto è il perfetto anello di congiunzione tra le piccole cilindrate in grande crescita ma ancora poco emozionanti e le "mille" dalle prestazioni spaventose.
Triumph Daytona Moto2 765 L.E.: l'apice dell'evoluzione
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