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Yamaha YZF-R3: ma quali mezze misure?

Federico Garbin
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Profondamente rinnovata, la piccola supersportiva Yamaha è più divertente che mai. L'abbiamo provata in strada e in pista, insieme alla "sorella" con il kit da corsa GYTR

La cosa che più salta all’occhio, confrontando la nuova Yamaha YZF-R3 con il modello che l’ha preceduta, è il maggior appeal estetico come per la piccola R-125, evidente grazie alle forme più affusolate della carenatura (il family-feeling con tutta la serie R di Yamaha è più che evidente) e il debutto della forcella a steli rovesciati che assicura uno stile ben più sportivo a tutto l’avantreno. Aldilà degli interventi estetici, la piccola sportiva della Casa di Iwata non è stata stravolta. Nel telaio in acciaio è ancora imbrigliato il bicilindrico da 42 cavalli che brilla per la qualità dell’erogazione che si traduce in un’ottima elasticità.
Yamaha YZF-R3: ma quali mezze misure?
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Un'ottima base di partenza

Per i possessori di patente A2, la YZF-R3 è un’ottima base di partenza per imparare i trucchi della guida sportiva, ma sa regalare tanto divertimento anche ai piloti più smaliziati grazie a sospensioni tarate sul morbido ma efficaci e ad una ciclistica ben dimensionata a cui si può imputare solo una frenata poco incisiva. Ma se le staccate non sono il suo forte, ci si può consolare adottando una guida vellutata e rotonda, e si torna presto a godere. La tenuta di strada è elevata, la maneggevolezza impressionante. Merito del peso ma anche di un ottimo bilanciamento globale. Se della guida sportiva vi importa poco, sappiate che la posizione in sella non è affatto stancante e, nonostante i tecnici abbiano lavorato per caricare di più l’avantreno e offrire un’ergonomia più affilata che non quella che caratterizzava la precedente versione, anche i chilometri spesi in città non diventano nemici delle articolazioni.

Anche in circuito

Nonostante sia nata per divertire nei percorsi più guidati, anche i trasferimenti autostradali non sono una condanna: la velocità massima raggiungibile è vicina ai 190 km/h e viaggiando ad andatura Codice, le vibrazioni sono ridotte e il riparo aerodinamico è efficace. Le maggiori soddisfazioni le abbiamo però avute portandola in pista: nei tratti più guidati del Circuito De la Ribera (vicino a Valencia) la YZF-R3 è in grado di regalare grandi gioie soprattutto...
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Una vera moto da corsa

Soprattutto con il kit GYTR, sviluppato per il mondiale Supersport 300. Una sola parola: woow. La ricetta è semplice: più cavalli (una decina), meno peso (circa 7 kg), sospensioni Ohlins e pneumatici Pirelli Supercorsa. A rendere ancora più succulento il piatto pensano poi la carenatura completa, lo scarico Akrapovic completo e l’impianto elettrico semplificato. Per trasformare la YZF-R3 in una vera moto da corsa bisogna mettere in conto una spesa di circa 8-10.000 euro (a seconda del grado di preparazione) ma le soddisfazioni che è in grado di dare, beh ve lo assicuriamo, valgono la candela.

Come te nessuna mai

Cambi di direzione fulminei, tenuta di strada eccellente, nessuna variazione di assetto in staccata e in percorrenza di curva. E l’enorme piacere di poter arrotolare il gas senza pensarci troppo, perché i cinquanta cavalli galoppano senza imbizzarrirsi. Il tutto si trasforma in una voglia di inanellare giri su giri senza fermarsi mai. Sì perché a bordo si gode davvero, e senza fatica e non è un caso che molti piloti utilizzino questa moto per le loro sessioni di allenamento: con la YZF-R3 GYTR si può imparare davvero a sfruttare al meglio motore e ciclistica che, a nostra memoria, raramente sono andati così d’accordo su un mezzo a due ruote. Certo, i lunghi rettilinei ci mettono un po’ a finire, ma da sempre, il bello arriva dopo
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