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KTM 790 Duke, una Pikes Peak tutta per noi

Federico Garbin il 10/10/2018 in Anteprime

Abbiamo guidato la KTM 790 Duke che ha vinto la categoria Middleweight nella famosa gara americana: un’esperienza incredibile in un percorso tutto curve sulle montagne austriache

KTM 790 Duke, una Pikes Peak tutta per noi
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Quando Chris Fillmore ci racconta della sua avventura alla Pikes Peak, la voce e gli occhi non nascondono la lunga scia di emozioni che ancora si porta dentro. “Ci sono curve in cui non vedi nulla, non ci sono riferimenti e imparare a memoria 20 km di percorso è praticamente impossibile. Quella strada non è quasi mai chiusa al traffico, c’è chi fa dei segni sulle rocce, ma a quella velocità...”.

Nell’edizione di quest’anno Chris, con una KTM 790 Duke, ha frantumato il record di categoria e si è guadagnato il terzo posto assoluto. Le foto di quest’impresa sono sconcertanti: la moto appoggiata ad una pietra con un centimetro di neve sul serbatoio… il ghiaccio per terra… O ancora, Chris con il gomito che sfiora terra in una delle tantissime curve che si arrampicano verso la vetta, dove l’asfalto è sempre più sbriciolato. KTM ha pensato di omaggiare questa vittoria con un evento unico, raccogliendo una piccola schiera di giornalisti da tutta Europa e permettendo loro di testare proprio quella moto, vivendo emozioni similari.

 

Emozioni a mille

Una strada chiusa al traffico che si arrampica sul fianco di una montagna. Siamo in Austria non in Colorado, certo, ma fra curve cieche, boschi e precipizi le emozioni si susseguono metro dopo metro. E sono cangianti: un istante di terrore, l’attimo dopo la liberazione. I riverberi di luce fra gli alberi annebbiano la vista: 5 km con il fiato sospeso, il cuore in gola, la certezza che una cosa così, così coinvolgente, non ci ricapiterà a breve. Nemmeno di guidare la Duke 790 che ostenta sulla forcella l’adesivo che testimonia la partecipazione ad una delle gare più iconiche del mondo.

Non pensiate si tratti di un esemplare progettato apposta: la moto dei record altro non è che una Duke di serie, preparata con alcuni accessori del catalogo Power Parts. Solo le sospensioni sono state sviluppate appositamente, ma WP le ha già replicate per il commercio, e saranno disponibili già dal prossimo gennaio. Pedane arretrate, manubrio più stretto e con una curva diversa, pompa freni Brembo radiale e scarico completo Akrapovic. L’elettronica è quella della moto di serie, controlli compresi. Fillmore, tanto per intenderci, ha compiuto la sua impresa con il controllo di trazione inserito.

Una salita unica, una differenza imbarazzante

Trattberg Tip”, questo lo scherzoso nome dato da KTM al percorso che abbiamo affrontato: 4 tornanti, oltre 40 curve, in buona parte cieche. Sono 5 km in totale, l’abbiamo detto, con gli ultimi mille metri proprio sul fianco della montagna, con un panorama e uno sbalzo mozzafiato. La prima volta lo abbiamo percorso con la Duke 790 di serie, la seconda con la moto di Chris. E la differenza di rendimento è imbarazzante. Partiamo da cosa le accomuna, che è anche quello che non ci è piaciuto: i pneumatici di serie, i Maxxis SuperMaxx, davvero poco idonei a regalare il giusto grip su un asfalto non sempre perfetto e una temperatura esterna più autunnale che estiva.

Ma il resto è stata pura goduria. A cominciare dal rumore: lo scarico completo Akrapovic spande per la valle una voce baritonale da far accapponare la pelle. L’altra grossa differenza con la moto di serie è l’assoluta mancanza, su quella che ha vinto la Pikes Peak, di trasferimenti di carico. Le sospensioni WP resistono ad ogni tipo di accelerazione e frenata affondando solo il giusto, ma riescono a copiare fedelmente ogni imperfezione dell’asfalto senza mai far perdere il contatto fra pneumatico e suolo. Anche la frenata è impressionante, nonostante le pinze di serie: sono bastate poche modifiche (pastiglie, tubi e pompa) per cambiare il rendimento della staccata della Duke 790, senza per questo compromettere l’ottimo funzionamento dell’ABS di tipo cornering.

Via l’impianto di illuminazione, qualche particolare in carbonio e cerchi più leggeri: la cura dimagrante ha fatto perdere alla Duke circa 20 kg; durante la guida la massa inferiore si sente, eccome, nei cambi di direzione ma anche in fase di ingresso in curva, dove la 790 Pikes Peak raggiunge il punto di corda con una velocità impressionante.

E su questo tracciato l’agilità è tutto: le curve si susseguono frenetiche e i punti dove riprendere fiato sono davvero pochi. Guidare questa belva, dopo aver ascoltato i consigli e i racconti di un grande campione come Chris Fillmore, è stato incredibile. Così come bellissimo è stato vederlo salire sulla sua moto, sentirlo arrotolare il gas dove chiunque avrebbe strizzato i freni con il cuore in gola, quindi vederlo sparire in un boato diventato subito eco.

Il percorso della Pikes Peak

Sono 156 le curve che separano il punto di partenza della Pikes Peak International Hill Climb al traguardo. La lunghezza totale del tracciato è di 19,99 km e una delle peculiarità di questa gara è il grande dislivello che i piloti e i mezzi sono obbligati ad affrontare: si parte a 2.862 metri e si arriva a 4.300 metri.

I piloti devono quindi fronteggiare cambiamenti climatici repentini, non è infatti raro trovare neve e ghiaccio nella parte finale del tracciato. Si tratta di una corsa pericolosa: nonostante il percorso sia stato completamente asfaltato negli ultimi anni, protezioni e guardrail sono del tutto assenti e molte curve si affacciano su strapiombi rocciosi.

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