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BMW R nineT Urban G/S: il tassello mancante
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Con la Urban G/S, BMW aggiunge un altro tassello alla sua gamma Heritage: di sicuro il più affascinante. In vendita a 14.400 euro chiavi in mano, sarà disponibile nelle concessionarie dal 10 giugno
Avere un'eredità non è da tutti, ma soprattutto non tutti sono capaci di coltivarla, di tenerla viva. E quando tra i fascicoli nella libreria della storia ce n'è uno con il nome BMW R 80 G/S, "gibarraesse del 1980", qualcosa è necessario fare. Già, perché in un mondo dove si continua a occhieggiare al passato anche quando questo non è così glorioso, chi un vero e proprio mito lo possiede davvero ha il dovere di portare avanti l'heritage, come si usa dire ora, anche se solo a livello di immagine.
La base di partenza per la nuova BMW R nineT Urban G/S è quella che tiene insieme tutta la gamma nineT, costruita intorno a quel gioiello che è il boxer raffreddato aria-olio. Un motore dalla personalità inconfondibile, dal sound inarrivabile e per nulla datato dal punto di vista tecnologico, come dimostrano le valvole di scarico con anima in sodio (che a 97 gradi diventa liquido, favorendo la fase di scarico), il doppio albero a camme in testa (ogni albero comanda sia una valvola di scarico che una di aspirazione) e i bilancieri a dito (sinonimo di precisione e alti regimi di rotazione).
Per quanto riguarda la ciclistica, la parte centrale del telaio è in comune con le altre moto della serie Heritage, ma sulla Urban G/S ha quote un po' più enduristiche, così come sulla Scrambler.
Rispetto alla Scrambler la sella è più alta da terra e più morbida, e le sospensioni hanno una taratura complessivamente più soft. Con questa geometria si carica di più l'avantreno, si sta seduti più in alto e si è portati a guidare con i gomiti alti. Ci si sente sopra la moto, non dentro. In questo primo test l'abbiamo guidata con il tassello Continental TKC e, per questo, l'abbiamo portata… fuori strada. Non è una moto da mulattiera, la Urban G/S. E del resto il suffisso Urban al fianco del nome G/S non lascia spazio a fraintendimenti. La si apprezza sulle strade bianche, quelle classiche di campagna, ma anche su quelle ricche di sassi piantati, in salita o in discesa che sia. L'importate è non esagerare con il gas, e quando lo si fa la forcella a fondo corsa impone di rallentare. Mollare la presa dell'acceleratore significa violentare le proprie volontà, anche perché il boxer, soprattutto con questa accordatura di scarico, è di un piacere unico: regala badilate di coppia, ha un tiro ai bassi come quello di un camion e dei medi pieni e goduriosi come un cono stracolmo di panna montata.
Disinseriti controllo di trazione e ABS si può spazzolare di gas che è un piacere: la si guida con il motore, la G/S: curvi con lui, freni con lui. Ci si diverte e si gode. Si mette una marcia in più e si vive un sottocoppia magico, ci si alza in piedi, è ed quasi un peccato avere il manubrio un filo troppo basso in queste condizioni, roba che verrebbe voglia di girarlo verso l'alto per alzarlo un poco e renderlo più enduristico. Ma forzare in off-road non è il suo pane: lei vuole trottare sullo sterrato, non galoppare, avvolgendovi in un sound che raramente su un prodotto di serie è di tale libidine. In questa prima presa di contatto l’abbiamo guidata anche su strada con le stesse gomme tassellate e senza controllo. Bene, superato lo sconquasso mentale nelle prime curve a causa di una certa... gommosità delle stesse, trovato il giusto compromesso tra feeling e aderenza abbiamo iniziato a pennellare una curva stretta dopo l'altra: ed è qui che la G/S tira fuori tutta la sua bontà ciclistica e fa valere l'unicità del boxer. Con queste gomme si rimane dolci in ingresso in curva a causa del profilo, poi quando si spalanca tutta la manetta in uscita si sente il posteriore che a moto piegata perde aderenza piano piano. Lì ci si diverte come un bambino e, curva dopo curva, si riesce ad anticipare sempre di più l'apertura del gas: qui si puo allora distendere il motore in uscita per godersi il sound, gustarsi la spinta e aspettare con impazienza la curva successiva per ripetere il gioco. Il tassello rende unica la BMW Urban/GS anche nel look: però due gomme tradizionali - a patto di non cercare strade bianche tutti i giorni - le rendono maggiore giustizia e ne fanno apprezzare di più le intrinseche qualità stradali. Tirando le somme, BMW con la Urban G/S aggiunge un altro tassello alla sua gamma Heritage, di sicuro il più affascinante. Cerchi a raggi di serie per l'Italia. Al momento dell'acquisto si può scegliere il tassello a costo zero. In vendita a 14.400 euro chiavi in mano, sarà disponibile nelle concessionarie dal 10 giugno.
Rispetto alla Scrambler la sella è più alta da terra e più morbida, e le sospensioni hanno una taratura complessivamente più soft. Con questa geometria si carica di più l'avantreno, si sta seduti più in alto e si è portati a guidare con i gomiti alti. Ci si sente sopra la moto, non dentro. In questo primo test l'abbiamo guidata con il tassello Continental TKC e, per questo, l'abbiamo portata… fuori strada. Non è una moto da mulattiera, la Urban G/S. E del resto il suffisso Urban al fianco del nome G/S non lascia spazio a fraintendimenti. La si apprezza sulle strade bianche, quelle classiche di campagna, ma anche su quelle ricche di sassi piantati, in salita o in discesa che sia. L'importate è non esagerare con il gas, e quando lo si fa la forcella a fondo corsa impone di rallentare. Mollare la presa dell'acceleratore significa violentare le proprie volontà, anche perché il boxer, soprattutto con questa accordatura di scarico, è di un piacere unico: regala badilate di coppia, ha un tiro ai bassi come quello di un camion e dei medi pieni e goduriosi come un cono stracolmo di panna montata.
Disinseriti controllo di trazione e ABS si può spazzolare di gas che è un piacere: la si guida con il motore, la G/S: curvi con lui, freni con lui. Ci si diverte e si gode. Si mette una marcia in più e si vive un sottocoppia magico, ci si alza in piedi, è ed quasi un peccato avere il manubrio un filo troppo basso in queste condizioni, roba che verrebbe voglia di girarlo verso l'alto per alzarlo un poco e renderlo più enduristico. Ma forzare in off-road non è il suo pane: lei vuole trottare sullo sterrato, non galoppare, avvolgendovi in un sound che raramente su un prodotto di serie è di tale libidine. In questa prima presa di contatto l’abbiamo guidata anche su strada con le stesse gomme tassellate e senza controllo. Bene, superato lo sconquasso mentale nelle prime curve a causa di una certa... gommosità delle stesse, trovato il giusto compromesso tra feeling e aderenza abbiamo iniziato a pennellare una curva stretta dopo l'altra: ed è qui che la G/S tira fuori tutta la sua bontà ciclistica e fa valere l'unicità del boxer. Con queste gomme si rimane dolci in ingresso in curva a causa del profilo, poi quando si spalanca tutta la manetta in uscita si sente il posteriore che a moto piegata perde aderenza piano piano. Lì ci si diverte come un bambino e, curva dopo curva, si riesce ad anticipare sempre di più l'apertura del gas: qui si puo allora distendere il motore in uscita per godersi il sound, gustarsi la spinta e aspettare con impazienza la curva successiva per ripetere il gioco. Il tassello rende unica la BMW Urban/GS anche nel look: però due gomme tradizionali - a patto di non cercare strade bianche tutti i giorni - le rendono maggiore giustizia e ne fanno apprezzare di più le intrinseche qualità stradali. Tirando le somme, BMW con la Urban G/S aggiunge un altro tassello alla sua gamma Heritage, di sicuro il più affascinante. Cerchi a raggi di serie per l'Italia. Al momento dell'acquisto si può scegliere il tassello a costo zero. In vendita a 14.400 euro chiavi in mano, sarà disponibile nelle concessionarie dal 10 giugno.
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