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Yamaha X-Max 300: è uno scooter tutto nuovo!
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Giunto alla quarta generazione, l'X-Max Yamaha è tutto nuovo: ha un motore 300 cc, il controllo di trazione, una ciclistica riprogettata, un look più sportivo e un sottosella ancora più grande. Ecco le nostre impressioni dopo il primo test dello scooter fra Firenze e le colline del Chianti. Il nuovo midi Yamaha arriverà nelle concessionarie, da maggio, a 5.950 euro chiavi in mano
Comodo e pratico: riuscire a soddisfare entrambi i requisiti quando si progetta uno scooter significa aver fatto centro. Yamaha con l’X-Max c’è riuscita fin dal primo modello nel 2005, e oggi con il lancio del nuovo 300 ha fatto un ulteriore passo in avanti, sotto tutti i punti di vista. Le peculiarità che hanno decretato il successo dell’X-Max sul 300 ci sono tutte: sottosella ampio, dimensioni compatte e design sportivo. Ma la quarta generazione è molto più di un restyling: siamo di fronte ad un modello completamente nuovo che in comune con il suo predecessore ha solo il nome.
Tutto è stato riprogettato. È nuovo il telaio, debutta la forcella a doppia piastra come sul TMAX ed è stato sviluppato un nuovo motore, che sfrutta la tecnologia “Blue Core” con disegno e fasatura delle valvole ottimizzati e una compatta camera di combustione semisferica ad alto rapporto di compressione. Per migliorare le prestazioni e i consumi è montata una nuova iniezione elettronica a mappa 3D che controlla in tempo reale il volume di carburante e la fasatura delle valvole. La potenza è di 20,6 kW (28 CV) a 7.250 giri/min e la coppia di 29,0 Nm. Numeri che sulla carta dicono poco, ma che come vedremo si rivelano un ottimo compromesso per chi cerca uno scooter con cui girare in città e con cui affrontare anche frequenti trasferimenti su tangenziali e autostrade.
In Yamaha hanno capito da tempo cosa piace agli scooteristi italiani. Ci hanno stregato prima con il TMax e poi hanno fatto lo stesso con l'X-Max. Uno scooter deve essere pratico, è vero, ma il colpo d’occhio è importante e l’X-Max è un mezzo che si fa proprio guardare. Ha un design filante, a cui i gruppi ottici a led contribuiscono a dare personalità, ma soprattutto sfoggia plastiche ben disegnate, robuste, perfettamente accoppiate e ben verniciate. Oggi l’X-Max è un prodotto premium e in questo anche la strumentazione, mista analogico-digitale, fa la differenza: elegante nel design, mostra tutte le informazioni su un ampio display LCD, controllato da un comodo pulsantino sul manubrio destro. Completa la dotazione la smart-key: niente chiavi ma solo un telecomando da tenere in tasca. Un pratico commutatore a manopola al centro dello scudo consente poi di accendere il quadro, di inserire il bloccasterzo o di far sollevare lo sportellino del carburante. Ai lati del blocchetto sono presenti due pulsanti: uno sblocca l’apertura della sella, l’altro quella del vano retroscudo sinistro, in cui è sistemata la presa 12V, abbastanza profondo da potervi riporre uno smartphone di medie dimensioni. Quello destro, sempre ospitale, si apre invece a pressione. Il sottosella è enorme, tanto da poter ospitare due integrali e altri oggetti. Il vano è molto ben modellato, e la sua conformazione rende possibile inserirvi anche un borsone per affrontare un week-end. Per essere perfetto gli manca il freno di stazionamento, indispensabile quando si parcheggia in pendenza.
Tutto sotto controllo. È quello che si prova appena saliti. L’X-Max ha dimensioni compatte e una posizione di guida naturale, con il busto eretto e la possibilità di allungare le gambe. Inoltre oggi è possibile variare la posizione del manubrio scegliendo fra due predefinite. Intervento da farsi in officina sia chiaro, ma che di fatto insieme alla possibilità di variare l’assetto degli ammortizzatori, consente di cucirsi addosso lo scooter in base alle proprie esigenze. In quanto a regolazioni, si può anche alzare il parabrezza: un’operazione che richiede le brugole in dotazione ma che si può fare in pochi istanti.
L’X-Max è ben bilanciato, e nel traffico si muove con la disinvoltura di uno scooterino. Intuivo e maneggevole nelle svolte, ha una trasmissione ben tarata, progressiva e fluida che lo rende scattante nelle partenze e sempre pronto. Niente buchi, ne sussulti anche nei frequenti chiudi-apri ai regimi intermedi. Il nuovo motore ha una bella verve e offre una potenza adeguata, che non mette mai in difficoltà anche quando si apre con decisione il gas. Nel caso si esageri, c’è ora il traction control (TCS) di serie, e sapere di averlo dà una bella iniezione di fiducia quando si viaggia su asfalto umido o sul pavè. Il sistema, che volendo è disinseribile con un pulsante sul manubrio, è ben tarato e interviene solo se necessario al pari dell’ABS, davvero a punto e mai invasivo. Restando in tema, i freni a disco sono potenti ma ben modulabili.
Quel che conta in città è la maneggevolezza, ma il rischio è che uno scooter molto reattivo nel traffico vada in crisi sulle strade extraurbane. Non è il caso dell’X-Max che, oltre ad essere svelto, si rivela sempre stabile e preciso anche viaggiando a ritmo allegro. È proprio sulle strade tortuose delle colline del Chianti, su cui si è svolto il press test, che questo Yamaha ci ha sorpreso: il motore ha un bel tiro e la ciclistica asseconda sempre le intenzioni del pilota. Preciso, invita a divertirsi e curva dopo curva si piega sempre di più…. Ma non era solo uno scooter? L’X-Max in effetti, complice anche la scelta delle ruote da 15 all’anteriore e 14 al posteriore, è forse qualcosa di più: un mezzo unico nella sua categoria che consente di lasciarsi alle spalle lo stress viaggiando comodi, protetti e ben inseriti nell’ampia sella. Nota di merito anche nei trasferimenti in autostrada, dove permette di mantenere e volendo di superare i 130 km/h. E oltre ad essere protettivo, le vibrazioni anche viaggiando al massimo sono impercettibili.
L’XMax si conferma quindi uno scooter fra i più versatili, con un ottimo bilanciamento raggiunto tra maneggevolezza e stabilità e uno stile unico. Proposto nelle tre colorazioni bianco, grigio opaco e bronzo a un prezzo di 5.950 euro chiavi in mano, in linea con quello dei midi di questa fascia, si può personalizzare con numerosi accessori: cupolini, selle, bauletti o scarichi o scegliendo fra i due allestimenti già predisposti Sport e Touring.
Tutto è stato riprogettato. È nuovo il telaio, debutta la forcella a doppia piastra come sul TMAX ed è stato sviluppato un nuovo motore, che sfrutta la tecnologia “Blue Core” con disegno e fasatura delle valvole ottimizzati e una compatta camera di combustione semisferica ad alto rapporto di compressione. Per migliorare le prestazioni e i consumi è montata una nuova iniezione elettronica a mappa 3D che controlla in tempo reale il volume di carburante e la fasatura delle valvole. La potenza è di 20,6 kW (28 CV) a 7.250 giri/min e la coppia di 29,0 Nm. Numeri che sulla carta dicono poco, ma che come vedremo si rivelano un ottimo compromesso per chi cerca uno scooter con cui girare in città e con cui affrontare anche frequenti trasferimenti su tangenziali e autostrade.
In Yamaha hanno capito da tempo cosa piace agli scooteristi italiani. Ci hanno stregato prima con il TMax e poi hanno fatto lo stesso con l'X-Max. Uno scooter deve essere pratico, è vero, ma il colpo d’occhio è importante e l’X-Max è un mezzo che si fa proprio guardare. Ha un design filante, a cui i gruppi ottici a led contribuiscono a dare personalità, ma soprattutto sfoggia plastiche ben disegnate, robuste, perfettamente accoppiate e ben verniciate. Oggi l’X-Max è un prodotto premium e in questo anche la strumentazione, mista analogico-digitale, fa la differenza: elegante nel design, mostra tutte le informazioni su un ampio display LCD, controllato da un comodo pulsantino sul manubrio destro. Completa la dotazione la smart-key: niente chiavi ma solo un telecomando da tenere in tasca. Un pratico commutatore a manopola al centro dello scudo consente poi di accendere il quadro, di inserire il bloccasterzo o di far sollevare lo sportellino del carburante. Ai lati del blocchetto sono presenti due pulsanti: uno sblocca l’apertura della sella, l’altro quella del vano retroscudo sinistro, in cui è sistemata la presa 12V, abbastanza profondo da potervi riporre uno smartphone di medie dimensioni. Quello destro, sempre ospitale, si apre invece a pressione. Il sottosella è enorme, tanto da poter ospitare due integrali e altri oggetti. Il vano è molto ben modellato, e la sua conformazione rende possibile inserirvi anche un borsone per affrontare un week-end. Per essere perfetto gli manca il freno di stazionamento, indispensabile quando si parcheggia in pendenza.
Tutto sotto controllo. È quello che si prova appena saliti. L’X-Max ha dimensioni compatte e una posizione di guida naturale, con il busto eretto e la possibilità di allungare le gambe. Inoltre oggi è possibile variare la posizione del manubrio scegliendo fra due predefinite. Intervento da farsi in officina sia chiaro, ma che di fatto insieme alla possibilità di variare l’assetto degli ammortizzatori, consente di cucirsi addosso lo scooter in base alle proprie esigenze. In quanto a regolazioni, si può anche alzare il parabrezza: un’operazione che richiede le brugole in dotazione ma che si può fare in pochi istanti.
L’X-Max è ben bilanciato, e nel traffico si muove con la disinvoltura di uno scooterino. Intuivo e maneggevole nelle svolte, ha una trasmissione ben tarata, progressiva e fluida che lo rende scattante nelle partenze e sempre pronto. Niente buchi, ne sussulti anche nei frequenti chiudi-apri ai regimi intermedi. Il nuovo motore ha una bella verve e offre una potenza adeguata, che non mette mai in difficoltà anche quando si apre con decisione il gas. Nel caso si esageri, c’è ora il traction control (TCS) di serie, e sapere di averlo dà una bella iniezione di fiducia quando si viaggia su asfalto umido o sul pavè. Il sistema, che volendo è disinseribile con un pulsante sul manubrio, è ben tarato e interviene solo se necessario al pari dell’ABS, davvero a punto e mai invasivo. Restando in tema, i freni a disco sono potenti ma ben modulabili.
Quel che conta in città è la maneggevolezza, ma il rischio è che uno scooter molto reattivo nel traffico vada in crisi sulle strade extraurbane. Non è il caso dell’X-Max che, oltre ad essere svelto, si rivela sempre stabile e preciso anche viaggiando a ritmo allegro. È proprio sulle strade tortuose delle colline del Chianti, su cui si è svolto il press test, che questo Yamaha ci ha sorpreso: il motore ha un bel tiro e la ciclistica asseconda sempre le intenzioni del pilota. Preciso, invita a divertirsi e curva dopo curva si piega sempre di più…. Ma non era solo uno scooter? L’X-Max in effetti, complice anche la scelta delle ruote da 15 all’anteriore e 14 al posteriore, è forse qualcosa di più: un mezzo unico nella sua categoria che consente di lasciarsi alle spalle lo stress viaggiando comodi, protetti e ben inseriti nell’ampia sella. Nota di merito anche nei trasferimenti in autostrada, dove permette di mantenere e volendo di superare i 130 km/h. E oltre ad essere protettivo, le vibrazioni anche viaggiando al massimo sono impercettibili.
L’XMax si conferma quindi uno scooter fra i più versatili, con un ottimo bilanciamento raggiunto tra maneggevolezza e stabilità e uno stile unico. Proposto nelle tre colorazioni bianco, grigio opaco e bronzo a un prezzo di 5.950 euro chiavi in mano, in linea con quello dei midi di questa fascia, si può personalizzare con numerosi accessori: cupolini, selle, bauletti o scarichi o scegliendo fra i due allestimenti già predisposti Sport e Touring.
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