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Yamaha XSR900 Abarth: il veleno dello scorpione
Stile, fascino e tradizione si fondono nella Yamaha XSR900 in versione Abarth. Una naked sportiva, dal look retro capace di proiettarvi in un'altra dimensione. Disponibile in soli 695 esemplari è in vendita a 12.750 euro chiavi in mano
Uno scorpione a tre cilindri: è la Yamaha XSR900 Abarth. Sviluppata sulla base della XSR 900, naked moderna dal sapore vagamente vintage, grazie alla partnership tra la Casa dei tre diapason e l’italiana Abarth (collaborazione storica, ormai) si presenta come una cafe racer dall’impostazione dura e pura, ma estremamente ricercata e tecnologica quanto a soluzioni e lussuosa quanto ad esecuzione. Vi ha già stregati con il suo veleno? Preparatevi ad alleggerire il portafoglio di ben 12.750 euro e a portarvi a casa uno dei 695 esemplari messi in produzione.
In questa partita a due Yamaha ci ha messo tutta la parte meccanica: l’XSR900 che fa da base è un’ottima moto che abbiamo già avuto modo di provare e che qui non ha subito variazioni di sorta salvo l’impianto di scarico, un sistema completo e catalizzato in acciaio inox realizzato da Akrapovic e un manubrio che la trasforma in una racer d’altri tempi. Sembra proprio un’elaborazione artigianale, come quelle che Abarth faceva negli anni 60 sulle piccole FIAT, ma qui l’atelier torinese si è occupato solo di ciò che riguarda il look.
Carbonio a profusione, la livrea grigia e i loghi rossi dello scorpione sono quanto serve per dare il tocco finale in chiave nostalgica. Il cupolino fa molto Tourist Trophy, mentre il coprisella che carena anche il faro posteriore sembra un esperimento aerodinamico del tempo che fu e si raccorda alla sella in alcantara impermeabile con cuciture rosse. Il risultato è davvero bello, ma bello che ti rapisce il cuore. Convince meno il design del manubrio, sicuramente perché noi nel ventunesimo secolo non siamo abituati a estremità così strette e spioventi, né a tubi così attorcigliati. Sarebbe stato più facile, ma meno genuino, scegliere di montare dei semimanubri, però si sarebbe perso un po’ dello spirito rievocativo che questo progetto sprigiona.
Potremmo liquidare il test in poche parole con la semplice considerazione che la Abarth è pur sempre una XSR900, e ne mantiene tutte le qualità, ma quel manubrio fa una differenza che merita di essere chiarita. Spostare il peso così in avanti e ridurre l’effetto di leva di un manubrio ampio e piatto com’è quello originale della XSR ha il risultato di caricare l’avantreno e di renderlo meno suscettibile alle spinte delle mani. Risultato? Se da un lato la Abarth perde una parte della sua maneggevolezza nel misto lento, che però può essere recuperata con un po’ di impegno fisico e una bella guida di corpo agevolata anche dai 195 kg in ordine di marcia con il pieno, dall’altra guadagna sicurezza e stabilità sul veloce, tanto da far desiderare un test più approfondito su pista, anche per merito della buona efficacia del cupolino in carbonio. Ci si trova così spalmati sul serbatoio, il sedere appoggiato al supporto della sella e la testa all’interno alla ricerca di curve veloci da pennellare con traiettorie perfette. Man mano che le curve vengono divorate, la guida convince e diverte sempre di più, sembra quella di altri tempi, nemmeno le carenate di oggi hanno una posizione così racing, ed è bello constatare che una volta tanto a una bella estetica corrisponde altrettanta sostanza, condita tra l’altro da una sonorità di scarico davvero coinvolgente pur restando nel legale.
Sospensioni e freni sono facili, ma efficaci e rendono il controllo accessibile e intuitivo. Certo per avere il massimo della resa sarebbe ideale attingere dal catalogo degli accessori almeno il set di pedane arretrate – se non le sospensioni Öhlins – ma il conto sarebbe ancor più salato. Purtroppo la presa di contatto è durata fin troppo poco per il divertimento regalato da questa moto, resta solo un po’ di invidia per chi vorrà portarsi a casa questa efficace rievocazione. Se solo i nostri nonni avessero potuto guidare una cafe racer come questa...
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