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Yamaha Tricity 155: equilibrio perfetto
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Yamaha evolve il suo tre ruote con una nuova versione che può accedere a tangenziali e autostrade, grazie al nuovo motore 155. E con la cilindrata maggiorata arriva anche l'ABS di serie. In vendita a 4.650 euro chiavi in mano
Al suo esordio nel segmento dei tre ruote con il Tricity 125, tre anni fa, Yamaha ha fatto subito centro con uno scooter compatto, con dimensioni e peso paragonabili a quelle di un normale ruote alte. Il Tricity è piaciuto subito e oggi è facile incontrarlo sulle strade. Cambiare direzione non serviva e così, per realizzare la seconda generazione, a Iwata hanno scelto di evolvere il progetto originale senza stravolgerlo: la novità più grossa è l'arrivo della nuova versione 155, che si affianca al 125.
Il telaio ha mantenuto lo stesso schema, ma per offrire una maggior stabilità ha l'interasse aumentato di 40 mm, mentre al posteriore è montato un cerchio più grande, da 13", che calza un pneumatico più largo, da 130/70. Anche lo stile del Tricity è stato affinato: ora il posteriore ha un design più filante e armonioso e un codino in cui sono integrate le maniglie del passeggero. Arriva poi l'immancabile faro anteriore full led.
Migliorata la praticità, con un più capiente serbatoio da 7,2 litri e una pedana piatta, ridisegnata e più ospitale. Il sottosella, già capiente e ben sfruttabile, è ancora più ampio grazie alle nuove carene, ed è in grado di contenere un casco integrale e altri piccoli oggetti. Davanti al vano è presente anche il tappo di rifornimento, che per evitare fuoriuscite di carburante è circondato da un'ampia cornice in plastica. In più nel retroscudo, oltre al gancio portaborse, è stato ricavato un vano con sportellino a pressione, in cui è presente una utile presa da 12V. Completa la dotazione il nuovo freno di stazionamento sul manubrio, dal funzionamento semplice: basta ruotare una leva e il gioco è fatto.
La sospensione anteriore è stata confermata, e anche sul nuovo modello non è previsto un blocco elettro-meccanico; quindi lo scooter va parcheggiato sul cavalletto laterale, peraltro facilissimo da trovare e da estrarre, o in alternativa sul centrale. Quest'ultimo richiede davvero pochissimo sforzo per sollevare lo scooter.
Ben fatto e con dettagli curati, il Tricity è spinto dal nuovo motore della famiglia Blue Core con distribuzione a 4 valvole e fasatura variabile. È proprio il cuore di questo scooter a mutarne il carattere e... ad allargarne gli orizzonti. Quei pochi cc in più consentono l'accesso a tangenziali e autostrade; così oggi il tre ruote Yamaha può essere preso in considerazione anche dai pendolari a corto raggio, quelli, per intenderci, che percorrono ogni giorno un breve tratto di tangenziale.
L'ergonomia della posizione di guida sul Tricity è anche migliorata: la sella si rivela accogliente e ospitale, la parte del pilota è più lunga e piatta e lo spazio per le gambe sulla pedana è leggermente superiore. Il manubrio è ampio, e i comandi sono facilmente raggiungibili anche da chi ha le mani piccole. Il riparo dello scudo è buono, mentre quello offerto dal parabrezza, basso, resta solo discreto; è comunque disponibile fra gli optional un plex più esteso. Per quanto riguarda il giudizio sul comfort complessivo, il tre ruote Yamaha se la cava comunque bene, grazie a sospensioni ben tarate che ben digeriscono le asperità più marcate.
Il nuovo monocilindrico 155 ha un bel carattere: nelle partenze, grazie ad una trasmissione a punto silenziosa e ben accordata, si rivela scattante. L'erogazione è piena fin dai bassi regimi e offre un buon allungo, tanto che si affrontano senza problemi i trasferimenti in tangenziale. I consumi sono molto buoni e si attestano sempre sopra i 30 km/l.
Nella guida in città, e non solo, le due ruote anteriori da 14" erano e restano una garanzia: raddoppiano la superficie di contatto, quindi l'aderenza e l'effetto giroscopico, con un marcato aumento della stabilità. E così anche nelle condizioni più critiche, con asfalto freddo e umido, il rischio di caduta si allontana: si può guidare, curvare, frenare senza ansia, e non è poco per chi deve farlo tutti i giorni. Ma tra i plus del Tricity c'è anche la maneggevolezza nel traffico, più che buona: dopo pochi metri ci si dimentica della ruota in più, viste le dimensioni compatte, il peso contenuto e soprattutto la ridotta inerzia nei cambi di direzione.
Il Tricity 155 raggiunge i 110 km/h indicati, quindi per il tre ruote giapponese mantenere i 90 km/h costanti in tangenziale non è certo un problema; lì anche lanciato si rivela stabile, sicuro e non subisce le scie dei camion. In frenata, quando si aziona la sola leva sinistra, il sistema combinato UBS ripartisce la forza sui dischi anteriori e posteriori, mentre la leva destra aziona solo gli anteriori: l'impianto è efficace e i freni sono pronti e ben modulabili, bisogna solo abituarsi ai trasferimenti di pressione tra le due leve. Plauso per l'ABS (obbligatorio con l'omologazione Euro4): è a punto e mai invasivo.
Alla prova dei fatti, tre ruote sono meglio di due? Usando lo scooter tutti i giorni, in particolare nei mesi più freddi, la risposta è sì: la sicurezza di un tre ruote è superiore. Già disponibile in tre colorazioni blu, grigio o bianco a 4.650 euro chiavi in mano, il Tricity 155 ha un prezzo superiore ad un ruote alte "normale", per intenderci, ma resta di gran lunga il più abbordabile tra i tre ruote: e quegli euro in più, mai come in questo caso, vanno intesi come un investimento per aumentare la propria sicurezza.
Il telaio ha mantenuto lo stesso schema, ma per offrire una maggior stabilità ha l'interasse aumentato di 40 mm, mentre al posteriore è montato un cerchio più grande, da 13", che calza un pneumatico più largo, da 130/70. Anche lo stile del Tricity è stato affinato: ora il posteriore ha un design più filante e armonioso e un codino in cui sono integrate le maniglie del passeggero. Arriva poi l'immancabile faro anteriore full led.
Migliorata la praticità, con un più capiente serbatoio da 7,2 litri e una pedana piatta, ridisegnata e più ospitale. Il sottosella, già capiente e ben sfruttabile, è ancora più ampio grazie alle nuove carene, ed è in grado di contenere un casco integrale e altri piccoli oggetti. Davanti al vano è presente anche il tappo di rifornimento, che per evitare fuoriuscite di carburante è circondato da un'ampia cornice in plastica. In più nel retroscudo, oltre al gancio portaborse, è stato ricavato un vano con sportellino a pressione, in cui è presente una utile presa da 12V. Completa la dotazione il nuovo freno di stazionamento sul manubrio, dal funzionamento semplice: basta ruotare una leva e il gioco è fatto.
La sospensione anteriore è stata confermata, e anche sul nuovo modello non è previsto un blocco elettro-meccanico; quindi lo scooter va parcheggiato sul cavalletto laterale, peraltro facilissimo da trovare e da estrarre, o in alternativa sul centrale. Quest'ultimo richiede davvero pochissimo sforzo per sollevare lo scooter.
Ben fatto e con dettagli curati, il Tricity è spinto dal nuovo motore della famiglia Blue Core con distribuzione a 4 valvole e fasatura variabile. È proprio il cuore di questo scooter a mutarne il carattere e... ad allargarne gli orizzonti. Quei pochi cc in più consentono l'accesso a tangenziali e autostrade; così oggi il tre ruote Yamaha può essere preso in considerazione anche dai pendolari a corto raggio, quelli, per intenderci, che percorrono ogni giorno un breve tratto di tangenziale.
L'ergonomia della posizione di guida sul Tricity è anche migliorata: la sella si rivela accogliente e ospitale, la parte del pilota è più lunga e piatta e lo spazio per le gambe sulla pedana è leggermente superiore. Il manubrio è ampio, e i comandi sono facilmente raggiungibili anche da chi ha le mani piccole. Il riparo dello scudo è buono, mentre quello offerto dal parabrezza, basso, resta solo discreto; è comunque disponibile fra gli optional un plex più esteso. Per quanto riguarda il giudizio sul comfort complessivo, il tre ruote Yamaha se la cava comunque bene, grazie a sospensioni ben tarate che ben digeriscono le asperità più marcate.
Il nuovo monocilindrico 155 ha un bel carattere: nelle partenze, grazie ad una trasmissione a punto silenziosa e ben accordata, si rivela scattante. L'erogazione è piena fin dai bassi regimi e offre un buon allungo, tanto che si affrontano senza problemi i trasferimenti in tangenziale. I consumi sono molto buoni e si attestano sempre sopra i 30 km/l.
Nella guida in città, e non solo, le due ruote anteriori da 14" erano e restano una garanzia: raddoppiano la superficie di contatto, quindi l'aderenza e l'effetto giroscopico, con un marcato aumento della stabilità. E così anche nelle condizioni più critiche, con asfalto freddo e umido, il rischio di caduta si allontana: si può guidare, curvare, frenare senza ansia, e non è poco per chi deve farlo tutti i giorni. Ma tra i plus del Tricity c'è anche la maneggevolezza nel traffico, più che buona: dopo pochi metri ci si dimentica della ruota in più, viste le dimensioni compatte, il peso contenuto e soprattutto la ridotta inerzia nei cambi di direzione.
Il Tricity 155 raggiunge i 110 km/h indicati, quindi per il tre ruote giapponese mantenere i 90 km/h costanti in tangenziale non è certo un problema; lì anche lanciato si rivela stabile, sicuro e non subisce le scie dei camion. In frenata, quando si aziona la sola leva sinistra, il sistema combinato UBS ripartisce la forza sui dischi anteriori e posteriori, mentre la leva destra aziona solo gli anteriori: l'impianto è efficace e i freni sono pronti e ben modulabili, bisogna solo abituarsi ai trasferimenti di pressione tra le due leve. Plauso per l'ABS (obbligatorio con l'omologazione Euro4): è a punto e mai invasivo.
Alla prova dei fatti, tre ruote sono meglio di due? Usando lo scooter tutti i giorni, in particolare nei mesi più freddi, la risposta è sì: la sicurezza di un tre ruote è superiore. Già disponibile in tre colorazioni blu, grigio o bianco a 4.650 euro chiavi in mano, il Tricity 155 ha un prezzo superiore ad un ruote alte "normale", per intenderci, ma resta di gran lunga il più abbordabile tra i tre ruote: e quegli euro in più, mai come in questo caso, vanno intesi come un investimento per aumentare la propria sicurezza.
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