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Yamaha FJR1300AE: questione di luce

di Stefano Gaeta il 07/03/2016 in Anteprime

Yamaha rilancia l’ammiraglia FJR1300 dotandola di un gruppo ottico anteriore nuovo, di un cambio rivisto con frizione antisaltellamento e di altri interventi. Abbiamo provato la versione "AE" in vendita, già omologata Euro4, a 19.250 euro chiavi in mano

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Negli ultimi anni le crossover hanno di fatto soppiantato le veloci tourer tanto in voga più di un decennio fa. Tra i pochi modelli che hanno resistito al loro attacco c'è la Yamaha FJR1300, sempre disponibile in tre versioni: la basic "A" e le due full optional AE (con sospensioni elettroniche) e AS (con in più il cambio elettroassistito privo della leva al manubrio della frizione).
La novità più evidente dei modelli 2016 riguarda il frontale, dove spicca un gruppo ottico full led (così come lo è quello posteriore) che accoglie, per le sole versioni AE e AS, un inedito sistema di luci adattive: a seconda del grado di inclinazione, si accendono in successione, dall'interno verso l'esterno, tre luci a led posizionate sopra a ognuno dei doppi fari, così da illuminare la parte buia dell'interno della curva. In maniera davvero efficace, come abbiamo potuto constatare durante la guida all'imbrunire.

In comune su tutte e tre le versioni, invece, il cupolino regolabile elettricamente, le manopole riscaldabili, le valigie, i pannelli laterali della carena che possono essere aperti per aumentare la protezione aerodinamica, la presa 12V e il cruise control.
Per il resto, solo certezze, a partire dal motore a quattro cilindri da 1.298 cc., capace di 146 CV e 138 Nm di coppia, incastonato nell'efficace telaio a doppia trave in alluminio, in grado di esaltarne il piacere di guida senza far risultare la FJR troppo impegnativa. A onore del vero muoverla da fermo richiede un minimo di malizia perché il peso in gioco è importante (292 kg dichiarati in ordine di marcia), ma una volta acquistata un po' di velocità, tutto diventa più facile.

Nel nostro test guidiamo la versione "AE". Aiutati dalla nuova frizione antisaltellamento, decisamente meno pesante da azionare, e da un cambio ora a 6 rapporti - ma ancora una volta non privo di qualche ruvidità negli innesti - si può godere della comodissima posizione di seduta, che si conferma adattabile alle proprie dimensioni: sella e manubrio, infatti, sono regolabili in modo da cucirsi addosso l'ergonomia più adatta.

Durante il veloce trasferimento autostradale del test, abbiamo riassaporato le ottime doti di stabilità della maxi di Iwata e apprezzato il nuovo cambio, con la sesta marcia - con funzione overdrive - che, anche a velocità ben oltre i limiti da codice, permette al motore di girare sornione sotto i 6.000 giri senza trasmettere la benché minima vibrazione.
Per il resto, l'erogazione del quattro cilindri in linea è molto lineare su tutto l'arco di rotazione, il che aiuta nella guida rilassata. Insistendo poi col gas, la Yamaha FJR1300 si trasforma, tirando fuori tutta la sua verve e mettendo in campo un allungo davvero degno di nota fino all'intervento del limitatore. Bene anche la risposta del comando del gas, sempre a gestione elettronica, priva di esitazioni in entrambe le mappature disponibili: "T" che regala una erogazione più piatta e dolce, "S" che permette una maggiore progressività.

Nel misto veloce la Yamaha FJR1300 AE si lascia condurre senza troppo sforzo, cambiando direzione con una discreta agilità nonostante le dimensioni in gioco e un baricentro non proprio basso. Quando il percorso diventa più tortuoso, invece, a venirci incontro è la ciclistica, che potendo contare sulle efficaci sospensioni elettroniche (regolabili nella taratura anche in movimento), riesce sempre a garantire stabilità e precisione di guida, a patto di adottare una guida dallo stile non troppo aggressivo.

Peso e prestazioni sono poi tenuti a bada da un impianto frenante adeguato – di tipo integrale e con un sistema ABS correttamente tarato – oltreché da un efficace controllo di trazione (disinseribile), che ci è apparso sempre discreto nei suoi interventi per tenere a bada gli sporadici tentativi di perdita di aderenza in uscita dalle curve più strette.

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