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Triumph Speed Triple: lunga vita alla regina
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Profondamente rivista eppure sempre lei. La Triumph Speed Triple si rinnova esteticamente ed aggiorna il suo famoso motore tre cilindri, ora più potente, muscoloso ed Euro4. In più, arriva finalmente un pacchetto di sistemi elettronici a renderla ancora più efficace, sicura e appagante nella guida. Due le versioni, S ed R, con prezzi da 12.900 a 14.600 euro, entrambi chiavi in mano
La Speed è sempre la Speed, c’è poco da fare. Aggressiva ma mai eccessiva, gustosa e appagante, oltreché dotata di quel fascino magnetico che poche altre moto hanno. La Triumph Speed Triple 1050 targata 2016 conferma il design meno “english” e più “jap” che l’ha caratterizzata negli ultimi anni (dal 2011 in poi, per intenderci), reso ancora più sportivo, senza però estremizzare troppo il concetto, grazie a mirati ritocchi estetici.
Ora gli “occhi” sono posizionati più in basso, sfoggiano un taglio più dolce e adottano luci DRL (Daytime Running Light, cioè le vecchie luci di posizione che restano sempre accese) all’interno del gruppo ottico. Incorporato nel piccolo deflettore (di serie sui modelli 2016), spunta un’inedita presa d’aria frontale per alimentare in modo più efficace il rinnovato airbox, mentre le linee di tutte le sovrastrutture, dal serbatoio al codino, diventano ancora più decise e affilate. Ma non solo: la Triumph Speed Triple 1050 mette in mostra fianchi più snelli (la capienza del serbatoio scende di 2 litri), una sella ristretta di ben 20 mm, nuovi specchi al manubrio, eleganti indicatori di direzione a led e l’indicatore della marcia inserita nella strumentazione.
Le differenze con la precedente versione non si fermano comunque qui, visto che celata alla vista, vi è una profonda revisione operata sul motore tre cilindri, con ben 104 elementi rivisti, tra cui il disegno delle camere di combustione, dei pistoni e dell’albero motore, la testata, i corpi farfallati, l’airbox, al fine di accrescerne potenza, coppia ed efficienza: ora il “triple” da 1.050 cc è accreditato di 140 CV a 9.500 giri e un valore di coppia massima pari a 112 Nm a 7.850 giri, contro i 135 CV a 9.400 giri e 111 Nm a 7.750 giri del modello uscente. Per migliorare i flussi dei gas e le emissioni, sono stati rivisti completamente i condotti di scarico, i terminali (più leggeri di 139 grammi cadauno) e il catalizzatore, ora più voluminoso.
Rinnovata anche la trasmissione che riceve pure la frizione antisaltellamento e, soprattutto, i tecnici hanno implementato, per la prima volta sulla Speed Triple, un vero pacchetto elettronico, comprendente la gestione dell’acceleratore Ride-by-Wire, il controllo di trazione disinseribile impostabile su 3 livelli, altrettanti set-up per la risposta del comando del gas (Rain, Road e Track), 2 livelli per l’ABS (Rain e Track) all’occorrenza escludibile, e 4 differenti riding mode (Road, Rain, Sport, Track), cui se ne aggiunte un quinto personalizzabile dal pilota.
La ciclistica conferma in toto le scelte tecniche della precedente generazione (il telaietto reggisella è stato ridisegnato), con forcella da 43 mm e monoammortizzatore Öhlins regolabili sulla versione R, che prendono il posto dei meno esclusivi componenti Showa – aventi le medesime caratteristiche – adottate dalla versione S. La Speed Triple R, inoltre, si differenzia per i dettagli della carrozzeria in fibra di carbonio, il telaietto reggisella rosso, la sella con le cuciture rosse, più i morsetti e i riser del manubrio e coperchi del perno forcellone e della ruota posteriore lavorati.
Le differenze con la precedente versione non si fermano comunque qui, visto che celata alla vista, vi è una profonda revisione operata sul motore tre cilindri, con ben 104 elementi rivisti, tra cui il disegno delle camere di combustione, dei pistoni e dell’albero motore, la testata, i corpi farfallati, l’airbox, al fine di accrescerne potenza, coppia ed efficienza: ora il “triple” da 1.050 cc è accreditato di 140 CV a 9.500 giri e un valore di coppia massima pari a 112 Nm a 7.850 giri, contro i 135 CV a 9.400 giri e 111 Nm a 7.750 giri del modello uscente. Per migliorare i flussi dei gas e le emissioni, sono stati rivisti completamente i condotti di scarico, i terminali (più leggeri di 139 grammi cadauno) e il catalizzatore, ora più voluminoso.
Rinnovata anche la trasmissione che riceve pure la frizione antisaltellamento e, soprattutto, i tecnici hanno implementato, per la prima volta sulla Speed Triple, un vero pacchetto elettronico, comprendente la gestione dell’acceleratore Ride-by-Wire, il controllo di trazione disinseribile impostabile su 3 livelli, altrettanti set-up per la risposta del comando del gas (Rain, Road e Track), 2 livelli per l’ABS (Rain e Track) all’occorrenza escludibile, e 4 differenti riding mode (Road, Rain, Sport, Track), cui se ne aggiunte un quinto personalizzabile dal pilota.
La ciclistica conferma in toto le scelte tecniche della precedente generazione (il telaietto reggisella è stato ridisegnato), con forcella da 43 mm e monoammortizzatore Öhlins regolabili sulla versione R, che prendono il posto dei meno esclusivi componenti Showa – aventi le medesime caratteristiche – adottate dalla versione S. La Speed Triple R, inoltre, si differenzia per i dettagli della carrozzeria in fibra di carbonio, il telaietto reggisella rosso, la sella con le cuciture rosse, più i morsetti e i riser del manubrio e coperchi del perno forcellone e della ruota posteriore lavorati.
La nuova Triumph Speed Triple R 1050 si conferma una naked estremamente appagante su strada, che ha nell'equilibrio generale il suo punto di forza, perché non mette mai in difficoltà il pilota con reazioni brusche, facendoti sentire immediatamente come a casa. Una volta in selIa, scopriamo subito un motore più pronto e vigoroso già ai bassi e medi regimi rispetto al precedente, che offre al pilota la possibilità di viaggiare in souplesse anche in sesta marcia, dimenticandosi letteralmente di agire sul cambio. All’occorrenza, basta ruotare la manopola del gas per godere di una spinta poderosa e sempre disponibile, col minaccioso sound di aspirazione come perfetta colonna sonora.
L’accresciuta verve si percepisce subito e in questo senso diventa provvidenziale l’adozione delle mappature regolabili, che consentono di impostare l’erogazione della potenza (da morbida ad aggressiva), così come la risposta del gas più o meno immediata ai comandi del pilota: più dolce in Rain e Road, fin troppo aggressiva, con evidenti on-off quando si riprende il gas, in Sport e Track.
Provata su strada tra le veloci zone montuose attorno a Tarragona, la Speed Triple R 1050 si conferma un’arma affilata e votata al divertimento puro: letteralmente granitica di avantreno, tanto sugli avvallamenti quanto nei curvoni veloci, la naked inglese resta al contempo facile e istintiva, richiedendo solo un discreto lavoro di braccia per essere indirizzata nelle curve più lente. Non è un fulmine nei cambi di traiettoria – e non lo è mai stata – ma regala sicurezza infinita anche quando si spinge più del lecito, offrendo una sensazione di totale controllo in ogni condizione. Nella mappatura motore Sport il pneumatico posteriore Pirelli Diablo Supercorsa da 190 offre tanto appoggio e grip da permettere di scaricare a terra la potenza con grande efficacia, coadiuvato da un controllo di trazione estremamente progressivo nell’azione: per vedere accendersi sul cruscotto la relativa spia bisogna davvero esagerare.
Dalla strada alla pista
Anche nel tortuoso tracciato di Calafat la Speed Triple R 1050 si mostra estremamente duttile e pronta a dare il meglio di sé senza batter ciglio, lasciandosi strapazzare in lungo e in largo e aggiungendo ulteriori elementi a suo vantaggio. Pochi i limiti incontrati anche nell'impiego al limite, tra i quali si segnalano lo sfregamento delle pedane alle massime inclinazione (caratteristica comune a tutti i modelli Speed Triple) e, soprattutto, un feeling perfettibile con l’impianto frenante anteriore, dall’attacco decisamente brusco e soggetto a fading (perdita progressiva di tono idraulico quando l’impianto viene strapazzato con un uso estremo continuo).
Il sistema antisaltellamento, invece, lavora alla perfezione, mantenendo il posteriore sempre in linea anche quando si scalano due o tre marce in sequenza nelle staccate più violente. La spinta del motore non mette in difficoltà come su alcune streetfighter di ultima generazione, ma proprio per questo risulta davvero “a misura d’uomo”. In più, con il traction control e l’ABS ben tarati e poco invasivi, il rischio di impennare e staccare la ruota posteriore dall’asfalto a ogni manata sul gas e strizzata di freno anteriore si riduce al minimo.
Tutto questo contribuisce a rendere facile la gestione della Speed nella guida al limite e ad invogliare a spingere sempre un po’ di più. Il cambio è preciso, pur contraddistinto da una corsa piuttosto lunga: poco male, perché con la Speed Triple il suo utilizzo si riduce al minimo, permettendo di affrontare anche i tornanti stretti con un rapporto lungo per poi sfruttare la possente coppia del motore per uscire dalle svolte con rapidità.
L’accresciuta verve si percepisce subito e in questo senso diventa provvidenziale l’adozione delle mappature regolabili, che consentono di impostare l’erogazione della potenza (da morbida ad aggressiva), così come la risposta del gas più o meno immediata ai comandi del pilota: più dolce in Rain e Road, fin troppo aggressiva, con evidenti on-off quando si riprende il gas, in Sport e Track.
Provata su strada tra le veloci zone montuose attorno a Tarragona, la Speed Triple R 1050 si conferma un’arma affilata e votata al divertimento puro: letteralmente granitica di avantreno, tanto sugli avvallamenti quanto nei curvoni veloci, la naked inglese resta al contempo facile e istintiva, richiedendo solo un discreto lavoro di braccia per essere indirizzata nelle curve più lente. Non è un fulmine nei cambi di traiettoria – e non lo è mai stata – ma regala sicurezza infinita anche quando si spinge più del lecito, offrendo una sensazione di totale controllo in ogni condizione. Nella mappatura motore Sport il pneumatico posteriore Pirelli Diablo Supercorsa da 190 offre tanto appoggio e grip da permettere di scaricare a terra la potenza con grande efficacia, coadiuvato da un controllo di trazione estremamente progressivo nell’azione: per vedere accendersi sul cruscotto la relativa spia bisogna davvero esagerare.
Dalla strada alla pista
Anche nel tortuoso tracciato di Calafat la Speed Triple R 1050 si mostra estremamente duttile e pronta a dare il meglio di sé senza batter ciglio, lasciandosi strapazzare in lungo e in largo e aggiungendo ulteriori elementi a suo vantaggio. Pochi i limiti incontrati anche nell'impiego al limite, tra i quali si segnalano lo sfregamento delle pedane alle massime inclinazione (caratteristica comune a tutti i modelli Speed Triple) e, soprattutto, un feeling perfettibile con l’impianto frenante anteriore, dall’attacco decisamente brusco e soggetto a fading (perdita progressiva di tono idraulico quando l’impianto viene strapazzato con un uso estremo continuo).
Il sistema antisaltellamento, invece, lavora alla perfezione, mantenendo il posteriore sempre in linea anche quando si scalano due o tre marce in sequenza nelle staccate più violente. La spinta del motore non mette in difficoltà come su alcune streetfighter di ultima generazione, ma proprio per questo risulta davvero “a misura d’uomo”. In più, con il traction control e l’ABS ben tarati e poco invasivi, il rischio di impennare e staccare la ruota posteriore dall’asfalto a ogni manata sul gas e strizzata di freno anteriore si riduce al minimo.
Tutto questo contribuisce a rendere facile la gestione della Speed nella guida al limite e ad invogliare a spingere sempre un po’ di più. Il cambio è preciso, pur contraddistinto da una corsa piuttosto lunga: poco male, perché con la Speed Triple il suo utilizzo si riduce al minimo, permettendo di affrontare anche i tornanti stretti con un rapporto lungo per poi sfruttare la possente coppia del motore per uscire dalle svolte con rapidità.
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